Normativa di riferimento
Le seguenti indicazioni tecniche fanno riferimento a quanto previsto dai Regolamenti dell’Unione Europea che normano gli ambiti dell’agricoltura biologica inerenti alle produzioni vegetali: Reg. UE 848/2018 (relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – obiettivi, principi e norme generali), il Reg. UE 1165/2021 (utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica). Le disposizioni applicative si trovano nel DM 229771/2022 e vanno a completare il quadro normativo nazionale.
Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari i principi elencati in Allegato I (Sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari autorizzati per l’uso nella produzione biologica) del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche ed integrazioni, devono rispettare almeno le condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/2009). Condizioni più restrittive per l’uso nella produzione biologica sono specificate nella seconda colonna di ciascuna tabella.
Per quanto riguarda i concimi, ammendanti e nutrienti, l’elenco di matrici presenti in Allegato II del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, viene integrato a livello nazionale dall’Allegato 13 (Elenco dei fertilizzanti idonei all’agricoltura biologica) del Dlgs. 75/2010 e successive modifiche.
Il MASAF mette a disposizione alcune Banche Dati sui prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica consultabili liberamente sulla piattaforma SIAN ai seguenti link:
Vocazionalità
L’ambiente climatico
In Emilia Romagna la lunghezza media del ciclo colturale di 4-5 mesi a seconda dell’epoca dell’impianto. Essendo una pianta rustica, viene coltivata principalmente in pieno campo, sebbene che per gli impianti più precoci in primavera si coltiva in ambiente protetto. Lo zucchino è una specie a giorno indifferente ma le condizioni termo e fotoperiodiche oltre ad influire sulla velocità di crescita determinano un diverso rapporto tra fiori maschili e femminili. Infatti nel periodo estivo caratterizzato da temperature elevate e giorni lunghi, c’ un aumento di fiori maschili sulla pianta che precedono quelli femminili e, favoriscono la ramificazione basale dello stelo (cespuglio); in primavera con temperature basse e giorni corti c’è un anticipo e aumento di fiori femminili e di frutti , e favoriscono il portamento ad alberello.
Nella scelta dell’area di coltivazione si consiglia di tener conto di alcuni parametri climatici che di seguito sono indicati. Nella fase di crescita della pianta la temperatura media annua ideale dovrebbe essere compresa dai 18-30°, la temperatura minima è preferibile non sia inferiore dei 10°C in quanto la pianta al di sotto di questa temperatura non germina e la temperatura massima preferibilmente non dovrebbe superare i 30°C. Per quanto riguarda la temperatura ideale in fase di germinazione (semina in vivaio) i valori ottimali sono 15° temperatura minima e 30° la temperatura massima. Altro consiglio importante è di evitare zone particolarmente umide e con ristagni idrici.
L’ambiente pedologico
La zucchina, nome scientifico Cucurbita pepo, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Cucurbitacee. Qualora l’azienda disponga di terreni con caratteristiche diverse, si consiglia di coltivare lo zucchino su quelli che rispondono ai parametri pedologici riportati in tab.1.
Tab. 1 – Valori consigliati per i parametri pedologici nella coltivazione dello zucchino biologico
Parametri pedologoci | Valori consigliati |
Profondità utile | Non inferiore a 30 - 40 cm, in funzione della tessitura del terreno |
Drenaggio | Buono |
Tessitura | La coltivazione delle zucchine si adatta a diversi tipi di terreno, anche se predilige terreni medio impasto e argillosi |
pH | Intorno alla neutralità |
Calcare totale | Inferiore al 12% |
Calcare attivo (CaCO3) | Inferiore al 10% info analisi |
Salinità |
Media 4,7 mS/cm |
Infrastrutture ecologiche
L’azienda biologica deve poter contare sul massimo controllo naturale dei parassiti e sul massimo isolamento da possibili fonti di inquinamento. Per tale motivo va promossa all’interno dell’azienda la realizzazione di infrastrutture ecologiche o “aree di compensazione ecologica”, cioè siepi o fasce di vegetazione adiacenti al campo coltivato che forniscano ospiti alternativi e siti rifugio per predatori e parassitoidi di insetti dannosi, aumentando in tal modo l’abbondanza dei nemici naturali e la colonizzazione delle colture confinanti che vanno dall’impianto di siepi con essenze arbustive, alla gestione di buffer zone attorno ai campi coltivati, alla semina di strisciate di colture a perdere, alla gestione degli sfalci nei fossi se esistenti. Le infrastrutture ecologiche comprendono anche tutte le aree che sono protette mediante regolamenti delle autorità locali quali le aree di rifugio della fauna e flora, le aree di riequilibrio ecologico e le zone umide in pianura. Il ruolo delle infrastrutture ecologiche è fondamentale in quanto svolgono un ruolo di: conservazione e mantenimento della biodiversità, sono un volano ecologico. Rivestono un ruolo di protezione di specie rare in via d’estinzione e delle specie che beneficiano degli habitat non coltivati. Inoltre rivestono effetti contenitivi degli organismi dannosi alle colture. Inoltre le piante non coltivate hanno effetti positivi nei confronti degli insetti utili in quanto sono rifugio e luoghi di svernamento, fonte di cibo e fonte di ospiti e prede alternative.
A livello aziendale le infrastrutture ecologiche favoriscono i movimenti su piccola scala degli insetti utili, mentre su scala maggiore e all’interno di reti ecologiche complesse fungono da veri e propri corridoi ecologici per l’entomofauna. A volte le specie vegetali affini alle colture possono utilizzati per attrarre i fitofagi potenzialmente dannosi e sottrarli alle colture, attraverso l’impiego di piante trappole o sfalciando le piante erbacee nei momenti più opportuni. Se, qualche volta, la presenza di specie vegetali affini alle colture agrarie fa si che le aree di compensazioni ecologica possano anche ospitare insetti ed altri organismi dannosi, gli equilibri biologici che in esse si instaurano evitano molto spesso che queste infrastrutture possono fungere da focolai di infestazione per le coltivazioni.
Di seguito alcuni consigli sulle tipologie di infrastrutture ecologiche che favoriscono la lotta biologica.
Tipologia | Descrizione |
Fasce erbose fiorite | Sono costituite da miscugli di piante annuali, biennali, perenni ai bordi della coltura orticola, sono importanti nella conservazione di fauna e flora e possono essere seminate a fianco della coltura. Le specie consigliate sono: Alisso-Coriandolo-Grano saraceno, Facelia in combinazione con leguminose (trifoglio, favino, erba medica). |
Siepi |
Sono costituite da piante arbustive e arboree. La siepe per essere tale deve essere formata di uno strato molto denso di cespugli bassi, di alcuni cespugli alti, di alberi e di una vegetazione erbacea alla base. Hanno un ruolo fondamentale perché incrementando la varietà biologica di un ambiente, impediscono che poche specie prendano il sopravvento sulle altre come avverrebbe naturalmente. Le siepi possono rappresentare un’area di rifugio e una “BIOFABBRICA” naturale di insetti ed acari utili, soprattutto se sufficientemente sviluppate e circondate da una fascia di rispetto laterale (larga almeno 1,5 m per ogni lato) mantenuta perennemente inerbita con specie erbacee spontanee. Gli alberi e arbusti e le erbacee spontanee, si popolano di numerosi insetti ausiliari (predatori e/o parassitoidi) che facilmente si trasferiscono sulle coltivazioni circostanti nutrendosi di fitofagi dannosi alle specie coltivate. Di seguito si riportano alcune delle specie arbustive consigliate in ambito territoriale riferito, per il ripristino di siepe boschetti in Emilia-Romagna: Prugnolo, Sanguinello, Ligustro, Sambuco, Lantano, Ginestra dei carbonari, Ginestra odorosa, Emero, Ginepro ecc. |
Buffer zones | Sono ambienti cuscinetto con funzione isolante (ad es. aree trattate chimicamente e non trattate. |
Piante trappola | Piante coltivate a fianco delle colture target avente funzione di attrarre il fitofago per sottrarlo alla coltura. |
Corridoi ecologici | Sono rappresentati da siepi e margini di campi gestiti secondo una prospettiva di connessione all'interno di una rete ecologica. |
Si consiglia di considerare un’area complessiva investita ad infrastrutture ecologiche pari al 10% della superficie aziendale. Allo stesso tempo deve essere incrementata per quanto possibile la biodiversità ampliando il numero di specie coltivate, ma soprattutto favorendo la permanenza di specie autoctone all’interno di spazi che non devono interferire con la gestione delle colture, ma che devono rappresentare un rifugio per i predatori e gli ausiliari.
In Emilia-Romagna è vigore il divieto di messa a dimora di piante ornamentali del genere Crataegusper soprattutto il biancospino diffuso soprattutto nel nostro ambiente, perché sono particolarmente sensibili al batterio Erwiania amylovora e possono costituire fonte di infezione e propagazione del colpo di fuoco batterico.
Avvicendamento colturale
Il DM n. 3757 del 9 aprile 2020, decreto di modifica del Decreto ministeriale 18 luglio 2018, n. 6793 apporta modifiche alle norme tecniche per la gestione delle rotazioni in agricoltura biologica. I principi generali ed i vincoli che riguardano la coltivazione dello zucchino in biologico vengono così riassunti:
- La fertilità del suolo e la prevenzione delle malattie è mantenuta mediante il succedersi nel tempo della coltivazione di specie vegetali differenti sullo stesso appezzamento.
- In caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che in ambiente protetto, la medesima specie è coltivata sulla stessa superficie solo dopo l'avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi.
- La coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.
Si consiglia di far precedere allo zucchino colture che lasciano una buona fertilità nel terreno. Le colture di cereali possono precedere lo zucchino a condizione che venga distribuita abbondante sostanza organica sulle stoppie per favorire la degradazione dei residui colturali. Nel caso che il frumento preceda lo zucchino, si consiglia fra le due colture di intercalare un sovescio utilizzando specie leguminose o crucifere o miscugli.
L’inserimento di una coltura da sovescio o di una coltura leguminosa è sempre consigliabile. Aldilà dei vincoli legislativi nella coltivazione dello zucchino biologico è necessario applicare una rotazione che esercita diverse funzioni.
a) Riduzione delle infestanti
La successione di specie che richiedono lavorazioni dei terreni e lavorazioni sulle colture, in periodi diversi, o con tecniche diverse consente di eliminare molte infestanti interrompendone il ciclo colturale così da evitare che producano seme e si manifestino quindi nei cicli colturali successivi.
Inoltre la coltivazione di specie che si differenziano per ciclo colturale e spesso per portamento migliora la competizione nei confronti delle erbe infestanti in particolare per l’utilizzo della luce, dell’acqua e delle sostanze nutritive limitandone o soffocandone lo sviluppo.
b) Riduzione dei parassiti
Lo zucchino può andare incontro a problemi di Fusarium, Verticillium, nematodi e insetti terricoli. Sospendendo per qualche anno la coltivazione della stessa specie, questi ultimi, riducono drasticamente la loro presenza nel terreno creando meno danni quando lo zucchino tornerà sullo stesso terreno.
Specie che possono precedere lo zucchino sono i cereali, la lattuga, lo spinacio, la bietola mentre sono da evitare successioni alle solanacee quali pomodoro, melanzana, peperone e alle cucurbitacee quali melone, cocomero e cetriolo che essendo ospiti degli stessi parassiti non portrebbero ad alcuna riduzione della carica parassitaria.
c) Miglioramento della struttura e tutela del suolo
Le piante sono caratterizzate da diversa tipologia dell’apparato radicale: fittonante nel caso di una grossa radice centrale (medica, barbabietola) oppure fascicolata quando la pianta ha un numero elevato di radici (graminacee in genere). Nell’ambito della rotazione è opportuno alternare specie con diverso apparato radicale, nel caso dello zucchino che richiede un terreno soffice una specie quale la bietola ad apparato radicale fittonante sarebbe l’ideale.
d) Riduzione delle esigenze di fertilizzanti
Se in precessione allo zucchino o comunque nell’ambito della rotazione colture viene inserita una leguminosa, questa arricchirà il terreno attraverso la fissazione dell’azoto atmosferico. L’inserimento di queste specie aiuta a ridurre la necessità di apportare fertilizzanti dall’esterno.
Stessa funzione hanno le colture da sovescio.
Sovescio
Il sovescio è una pratica molto importante per chi coltiva con metodo biologico e ancor di più per chi ha terreni in conversione. Con la diffusione sempre maggiore delle tecniche di agricoltura conservativa, assume un ruolo sempre più importante nella gestione della risorsa suolo.
Considerata una buona pratica agricola, il sovescio ha effetti positivi sulle caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del terreno, e rappresenta una pratica imprescindibile in agricoltura biologica qualora l’azienda non disponga di allevamenti o non abbia la possibilità di distribuire ammendanti e matrici organiche in quantità elevate. La tecnica del sovescio consiste nell’interramento di colture erbacee appositamente seminate in purezza o in miscela fra loro.
A seconda delle specie utilizzate il sovescio può avere una o più funzioni:
Mantenere o incrementare la percentuale di sostanza organica nel terreno (miscuglio di graminacee e leguminose). L’incremento è molto lento nel tempo interrando solo biomasse provenienti da sovesci, pertanto per aumentare la quantità di sostanza organica occorrerebbe intervenire anche con apporto di letame, compost o altri fertilizzanti organici;
Apportare azoto alle colture in successione (prevalentemente leguminose);
Ridurre la presenza di parassiti nel terreno (prevalentemente crucifere con funzione biocida).
Il sovescio è consigliabile venga inserito nell’ambito della rotazione pluriennale aziendale nel rispetto del regolamento sull’agricoltura biologica così da prevederne sullo stesso terreno almeno un ciclo vegetativo ogni tre anni.
I sovesci con maggiore potenziale fertilizzante sono quelli a semina autunnale che prevedono l’impiego di specie leguminose associate a graminacee e a crucifere o miscugli commerciali composti da varie specie (anche 30 e oltre). È sempre preferibile il sovescio di più specie. Il loro interramento deve essere fatto in primavera nel periodo della fioritura a partire dal mese di aprile per consentire la produzione di una elevata quantità di biomassa. Questa tipologia di sovescio non si presta molto bene per colture di zucchino precoci sia in serra che in pieno campo, pertanto o questo sovescio viene inserito prima di altre colture nel ciclo rotazionale oppure occore modificare l'epoca di semina e/o utilizzare altre essenze. Ad esempio si possono utilizzare sovesci primaverili estivi con prevalenza di sorghi (Sudan bicolor o il Sudangrass) che con semina a giugno possono essere interrati a settembre oppure grano saraceno e facelia che sviluppano rapidamente con le alte temperature ma richiedono sempre un interramento a fine estate. Una ulteriore opportunità è data dalla semina a settembre di crucifere quali rafano americano o rafano biocida che sviluppano bene anche con temperature basse. Per colture in serra ove il terreno sia asciutto, si può intervenire interrando la biomassa almeno una decina di giorni prima di trapiantare lo zucchino. In pieno campo durante l’inverno, se il clima è freddo, le radici possono gelare consentendo la preparazione del terreno anticipata altrimenti occorre cogliere una finestra di clima asciutto per interrare la coltura e preparare il terreno per lo zucchino.
Il sovescio con finalità fertilizzanti può essere interrato immediatamente dopo lo sfalcio se si predilige la funzione di liberare azoto pronto per le colture da reddito che seguiranno oppure si possono lasciare alcuni giorni ad appassire così che perdano acqua liberando meno azoto pronto, ma stimolando più l’umificazione che la mineralizzazione.
Spesso se si hanno terreni stanchi con presenza di funghi patogeni o nematodi, è opportuno seminare una coltura da sovescio con caratteristiche biocide. Normalmente le crucifere sono considerate piante biocide per eccellenza in quanto contengono delle sostanze (glucosinolati) che nel processo di trianciatura e interramento in presenza di acqua e dell’enzima mirosinasi contenuto nelle foglie della stessa pianta subiscono un processo di idrolisi e si trasformano in isotiocianati tossici per i nematodi e vari parassiti fungini.
Studi condotti in vari paesi hanno dimostrato come vi siano interessanti esempi di piante biocide anche fra le asteracee (Tagetes spp., Artemisia annua e Taraxacum officinale) fra le leguminose (Crotalaria juncea o canapa marrone) e anche fra le graminacee (Sudangrass e Sudan bicolor). Le colture biocide devono essere interrate immediatamente dopo lo sfalcio per avere maggiore azione di gassificazione nei confronti dei parassiti.
I sovesci di leguminose o con prevalenza di specie leguminose se seminate nell’autunno e interrate in primavera possono apportare una quantità di azoto attorno a 150-200 kg/ha di cui circa il 70-80 % fissato dai batteri nei tubercoli radicali. Di questa quantità oltre i 2/3 sono disponibili per la coltura in successione.
Le crucifere e le graminacee apportano anch’esse quantità discrete di azoto 70-100 kg/ha ma è azoto sottratto al terreno che evita di essere perso per lisciviazione ma non porta ad un reale arricchimento perché la coltura restituisce all’atto dell’interramento quanto ha assorbito durante la coltivazione.
A volte i sovesci o le colture di copertura non sono considerati come colture di valore, in quanto non generano un profitto diretto e il loro effetto non è immediatamente visibile. Ma per generare un effetto positivo sulla salute del suolo, l’impianto e lo sviluppo della coltura devono essere soddisfacenti. Pertanto è necessario:
- usare seme sano con un alto tasso di germinazione;
- fare una buona preparazione del terreno;
- seminare in condizioni favorevoli, con sufficienti sostanze nutrienti;
- se necessario prevedere l‘irrigazione.
Di seguito si riportano alcuni possibili sovesci per periodo.
Autunno-Vernino
Tipologia di miscuglio | Quantità di seme (kg/ha) | Periodo di semina | Nota per la scelta |
Favino | 170 | Ottobre-Novembre Primavera fino a Marzo | Lascia nel terreno alti quantitativi di azoto disponibili rapidamente per la coltura successiva. |
Rafano americano (Raphanus sativus) | 15 | Da primavera fino a fine estate (metà settembre massimo) | Ottimo per trattenere l’azoto lasciato dalla coltura precedente, produce fittoni molto voluminosi, è valido per terreni molto compatti da arieggiare. Ciclo breve di 60 gg. |
Miscuglio Favino-Veccia-Orzo |
70-15-90 | Ottobre-Novembre | Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. È quello che apporta il maggior quantitativo di elementi nutrivi e sostanza secca |
Miscuglio Favino-Veccia-Triticale |
45-10-140 | Ottobre-Novembre | Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. Assieme al miscuglio precedente risulta essere tra quelli che apportano più macroelementi. |
Rafano biocida (Rafanus sativus oleiformis) |
30 | Autunnale o Primaverile (a seconda della varietà) | Ottimo per trattenere l’azoto lasciato dalla coltura precedente e per renderlo disponibile a primavera per la coltura successiva. Attenzione a non seminare una specie sensibile al freddo in autunno. Per ottenere l’effetto nematocida è necessario interrarlo entro pochi minuti dalla trinciatura. |
Primaverile - Estivo
Tipologia di miscuglio | Quantità di seme (kg/ha) | Periodo di semina | Nota per la scelta |
Sorgo ibrido | 35-40 | Da Aprile a Fine Luglio/primi giorni di Agosto | Utile per apportare grandi quantità di sostanza organica. In serra è bene irrigare la paglia post trinciatura addizionando azoto per favorire la degradazione dei residui colturali. I sorghi ibridi raggiungono altezze di 3-4 metri, discreta la capacità di ricaccio. |
Sorgo sudanese (polisfalcio) | 40 | Da Aprile a Fine Luglio/primi giorni di Agosto | Utile per apportare buone quantità di sostanza organica. In serra è bene irrigare la paglia post trinciatura addizionando azoto per favorire la degradazione dei residui colturali. I sorghi polisfalcio si prestano a sovesci che restano a lungo nel terreno e hanno un eccezionali capacità di ricaccio (anche 5 tagli per semine di aprile). |
Sorgo sudanese (polisfalcio)+Vigna cinese | 28-9 | Da Aprile a metà Luglio | Utile per apportare buone quantità di sostanza organica addizionata ad una leguminosa che apporta azoto. |
Gestione del terreno
Lo zucchino è caratterizzato da un apparato radicale poco profondo, è consigliabile effettuare una lavorazione del terreno con vangatrice o fresa nell’autunno precedente l’anno d’impianto. Qualora sia necessario interrare letame o residui colturali di un certo ingombro, si consiglia di effettuare un’aratura non eccessivamente profonda (massimo 30-40 cm). In terreni pesanti è consigliabile effettuare una ripuntatura a 50-60 centimetri per favorire il drenaggio.
Inoltre è consigliabile oltre ad affinare il terreno creare una baulatura in corrispondenza delle file dello zucchino.
Scelta varietale
Per la scelta varietale in coltivazione biologica è importante, ove possibile puntare su ibridi tolleranti alle comuni virosi della specie. Tra le novità varietali dello zucchino prevalgono le classiche tipologie allungate verde medio scuro e verde scuro e greyzini.
Sono attualmente disponibili materiali in possesso di resistenze intermedie (tolleranze) ai 5 più comuni virus conosciuti: CMV: Cucumber Mosaic Virus (Virus Mosaico del cetriolo); PRSV: Papaya Ring Spot Virus; WMV: Water Melon Mosaic Virus (virus del mosaico dell’anguria); ZYMV: Zucchini Yellow Mosaic Virus del mosaico dello zucchino); SQLCV: Squash Leaf Curl Virus. Per l’oidio sono 2 le specie che danno problemi: anche qui esistono solo resistenze intermedie Gc: G. chicoracearum; Px: Podosphaera xanthii.
Pieno campo
Varietà | Caratteristiche |
ZEFIROS (Syngenta) | Ibrido relativamente nuovo che si segnala perché ha resistenze/tolleranze genetiche in grado di sopportare una elevata pressione virotica. È ideale per il ciclo estivo-autunnale di pieno campo. Buona vigoria e rusticità (tollera bene sbalzi termici e temperature elevate). Produttivo e con pianta eretta. Di forma cilindrica, lunghezza 18-20 cm di colore verde Resistenza intermedia a: PX/ CMV/PRSV/WMV/ZYMV. |
MILOS (Syngenta) |
Pianta di vigoria media; buona rusticità; semieretta; buona facilità di raccolta. Colore verde scuro, cilindrico, lunghezza 18-20 cm. Buono il corredo genetico. Resistenza intermedia a Gc/Px/ CMV/WMV/ZYMV. |
SHOROUQ (Syngenta) | Tipologia bolognese, con frutti clavati di colore verde chiaro con lenticelle evidenti indicata per produzioni di pieno campo. Lunghezza indicativa 12-14 cm. Buone, per la tipologia, le resistenze intermedie Gc/Px/WMV/ZYMV. |
RIGAS (Syngenta)
|
Ibrido indicato per produzioni di pieno campo in ciclo estivo. Presenta pianta vigorosa. I frutti, clavati, sono di tipologia Grey, verde chiaro con screziature. Lunghezza indicativa 14-16 cm. Buono il corredo genetico con resistenze intermedie a Gc/Px/ CMV/ WMV/ZYMV. Indicato anche per commercializzazione con fiore. |
DOLMAS (Syngenta) | Ibrido indicato per produzioni di pieno campo. Presenta pianta mediamente vigorosa, di portamento semieretto. I frutti, leggermente clavati, sono di tipologia Grey con screziature. Lunghezza indicativa 14-16 cm. Buono il corredo genetico con resistenze intermedie a Gc/Px/ CMV/ WMV/ZYMV/SqLCV. |
Coltura protetta
Varietà | Caratteristiche |
LOGOS (Syngenta) |
Pianta eretta. Buona tolleranza a sbalzi termici e a bassa luminosità. Precoce. Colorazione verde/verde scuro. Forma cilindrico lunghezza 18-20 cm. È indicato sia per coltura protetta primaverile che autunnale. Resistenza intermedia a Px/WMV/ZYM. È disponibile seme non trattato specifico per bio. |
GIAMBO (L' Ortolano) |
Zucchino precoce indicato per coltivazioni in coltura protetta. Tipologia “bolognese” con frutti di forma clavata e buccia di colore verde molto chiaro. Lunghezza indicativa 12- 14 cm. Colorazione verde/chiaro. A livello commerciale in bio dello zucchino di tipologia bolognese se ne fa molto poco. In questa tipologia, nonostante non abbia resistenze/tolleranze particolarmente elevate, il Giambo rimane comunque un ibrido che assicura buon rapporto tra produttività e precocità. |
Sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa
In agricoltura biologica si possono utilizzare solamente sementi e materiale di moltiplicazione certificati provenienti da agricoltura biologica. Considerata l’insufficiente disponibilità da parte del mercato di tale materiale per talune varietà, qualora non sia possibile reperire semente o materiale di moltiplicazione biologico è consentito utilizzare materiale non biologico proveniente da agricoltura convenzionale richiedendo la deroga secondo apposita procedura
Conformemente alla procedura è autorizzata l’utilizzazione di sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo non biologico, purché tali sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo rispettino i seguenti vincoli:
- non siano trattati, nel caso delle sementi, con prodotti fitosanitari diversi da quelli ammessi nell’allegato II del regolamento (CE) n. 889/2008, a meno che non sia prescritto, per motivi fitosanitari, un trattamento chimico a norma della direttiva 2000/29/CE del Consiglio per tutte le varietà di una determinata specie nella zona in cui saranno utilizzati;
- siano ottenuti senza l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivati da tali organismi;
- soddisfino i requisiti generali per la loro commercializzazione.
Banca Dati Sementi Biologiche
La Banca Dati Sementi Biologiche è lo strumento informatico messa a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il quale l'operatore biologico può controllare la disponibilità di semente biologiche da parte dei diversi fornitori presenti, effettuare richiesta di interesse verso materiali biologici o in assenza degli stessi effettuare richiesta di deroga.
Le specie o alcune categorie commerciali di una specie di sementi e di materiale di moltiplicazione vegetativa ottenute con il metodo di produzione biologico, sono distinte all’interno della BDSB in tre liste diappartenenza:
a) lista rossa: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficiente sul mercato nazionale come biologiche/in conversione, per le quali NON è concessa deroga, salvo casi eccezionali (Erba medica e Trifoglio alessandrino).
b) lista verde: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie non disponibili come biologiche/in conversione sul mercato nazionale e per le quali è concessa annualmente una deroga generale.
c) lista gialla: contenene l’elenco di tutte le varietà delle specie non ricomprese nella lista rossa o verde, per le quali è necessario, tramite la BDSB con accesso in area riservata, effettuare una verifica di disponibilità commerciale ed in presenza di disponibilità sarà necessario effettuare preventivamente una richiesta di interesse verso tutte le aziende fornitrici. Solo dopo aver ricevuto una risposta da tutte le aziende fornitrici o, in alternativa, dopo che siano trascorsi i termini previsti del decreto per la possibile rispostaad una richiesta di interesse (5 giorni lavorativi), sarà possibile richiedere il rilascio della deroga in BDSB.
Le funzionalità della BDSB sono presenti all'interno dei servizi del SIAN accedendo con credenziali utente accreditato. E' possibile altresì una pagina di consultazione pubblica del materiale biologico disponibile.
Scelta della tecnica d'impianto
In coltura protetta sono suggerite le epoche di impianto consigliate per l’integrato: trapianti a partire dalla seconda decade di marzo. In coltura protetta si consiglia l’impiego di piantine aventi 2 o 3 foglie. Per le raccolte in serra si protraggono in coltura protetta generalmente fino a giugno.
Per il pieno campo si consigliano trapianti a partire dai primi di maggio (per evitare rischi gelate). Alcuni agricoltori, considerata la rapidità di sviluppo dello zucchino, utilizzano anche la semina diretta a dimora con seme di buona qualità intesa come elevata percentuale di geminabilità. Le piante effettivamente sarebbero più rustiche, con un apparato radicale senz’altro più sviluppato. In caso di semina la messa a dimora potrebbe anche essere anticipata di 7 o 10 giorni sia in coltura protetta che pieno campo. Con trapianti a maggio, iniziano le raccolte in pieno campo già verso fine mese e le continuano fino a tutto settembre.
Sesti d’impianto e densità di investimento
Tipo d’impianto | Distanza tra le file (m) | Distanza sulle file (m) |
Densità (n. p.te/mq) |
Impiego di pacciamatura |
Coltura protetta | 1 | 0,7-0,8 | da 1,2 a 1,4 | Consigliabile |
Pieno campo | 1 | 1,1-0,8 | da 0,9 a 1,2 | Consigliabile |
In biologico, considerando anche le difficoltà del controllo infestanti, in pieno campo si potrebbero anche tenere distanze di 1, 2 tra le file e di 0,7 metri (1,2 pp/m2) o 0,9 metri (0,9 pp/m2) sulla fila. Nelle prime fasi di sviluppo e prima della chiusura delle piante si potrebbe così intervenire nell’interfila anche con fresature o altri sistemi meccanici, evitando zappature manuali e risparmiando tempo.
Solitamente non si utilizzano sostegni per le piante. Le indicazioni sottolineano che gli ibridi in commercio sono solitamente di portamento eretto o semi-eretto e facilitano notevolmente la raccolta senza bisogno di sostegni. Non si raccolgono zucchini con il fiore ma eventualmente si commercializzano solo i fiori confezionandoli in vaschette.
Fertilizzazione
Assieme alle altre pratiche agronomiche la fertilizzazione ha come obiettivo fondamentale il mantenimento e miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche e dell’attività biologica (fertilità) del terreno agrario, al fine di ottenere produzioni biologiche quantitativamente e qualitativamente valide.
La fertilità e l’attività biologica del suolo possono essere mantenute o aumentate, attraverso:
- un adeguato programma di rotazioni (inserendo la pratica del sovescio);
- la somministrazione di ammendanti organici e/o materiale organico compostato; è consigliata la distribuzione di ammendanti al terreno al momento della aratura o della lavorazione più profonda. Concimi organici commerciali possono essere distribuiti anche in occasione della preparazione del letto di semina a condizione che si conoscano i tempi di rilascio dell’azoto. Infine una quota di concimi organici deve essere distribuita dopo il trapianto per garantire l’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo. In questo caso è preferibile l’apporto tramite fertirrigazione e/o concimazione fogliare;
- interramento dei residui di coltivazione delle precedenti colture;
- una scelta ottimale della successione tra le colture da reddito.
Per applicare al meglio le diverse soluzioni devono essere note le caratteristiche chimico fisiche e biologiche del terreno su cui si intende operare, da evidenziarsi attraverso analisi del terreno oggetto di coltura biologica.
In funzione della coltura che si vorrà impiantare (in questo caso lo zucchino), dei suoi asporti medi (vedi tabelle asportazione e assorbimento), delle precessioni colturali, dei risultati delle analisi chimico-fisiche e di altri parametri (climatici, agro-ambientali ecc), dovrà essere predisposto un opportuno piano di fertilizzazione al fine di calibrare i diversi interventi in base alle effettive esigenze della coltura e del mantenimento-incremento della fertilità del suolo (bilancio). In alternativa all’esecuzione del bilancio si possono distribuire i fertilizzanti nelle quantità predefinite sulla base della dotazione del terreno e di alcune variabili come indicato nelle tabelle di apporto per la concimazione azotata, fosfatica e potassica.
Valori di asportazione per zucchino (kg/1 t di prodotto t.q.)
Elemento | Asporto zucchino |
N | 3,8 |
P2O5 | 1,6 |
K2O | 9,0 |
Ca | - |
Mg | 1,0 |
Assorbimento teorico medio (kg/ha) degli elementi nutritivi principali in funzione della produzione presunta di frutti tal quali (t/ha).
Elementi Nutritivi | Produzione (t/ha) | ||
N | 99 | 144 | 152 |
P2O5 | 42 | 61 | 64 |
K2O | 234 | 342 | 360 |
Apporti
Si devono utilizzare prevalentemente concimi organici che contengano i tre principali elementi della fertilità: azoto, fosforo e potassio oltre ad una serie di altri meso e micro elementi. Si ricorda che le matrici organiche utilizzabili in biologico previste dall’allegato I del Reg. UE 889/08 sono quelle contenute nella Tabella 1 dell’allegato 13 del decreto legislativo n° 75 del 29 Aprile 2010 e aggiornamenti successivi.
L’esigenza di apportare azoto determina la quantità di concimi organici che è necessario distribuire; le quantità di fosforo e di potassio sono conseguenti alle quantità distribuite per apportare azoto. Solo nel caso si debbano apportare quantità di fosforo e di potassio aggiuntive, queste possono essere distribuite attraverso fertilizzanti fosfatici e potassici di origine naturale.
Una linea di concimazione utilizzata da aziende che non dispongono di ammendanti è quella di distribuire 0.6-0.7 t/ha di concime organico commerciale con titolo 10-12% di Azoto prima del trapianto a cui far seguire interventi fertirrigui con concimi organici liquidi o solubili in acqua per apportare complessivamente almeno le 100 unità di azoto /ha.
Si riportano di seguito i consigli sugli apporti da modulare sulla base delle analisi del proprio terreno, dell’avvicendamento colturale e dell’introduzione nelle rotazioni della pratica del sovescio.
Apporti AZOTO
Decrementi |
(produzione media 26-38 t/ha) Dose standard N |
Incrementi |
- 23 kg: se si prevedono produzioni inferiori 26 t/ha; - 13 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica; - 17 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 17 kg: in caso di successione a leguminosa annuale; - 26 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose; - 20 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose + graminacee |
130 kg/ha |
+ 26 kg: se si prevedono produzioni superiori a 38 t/ha; + 115 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica; + 26 kg: in caso di interramento di paglie e stocchi della coltura precedente; + 17 kg: in caso di forti escursioni termiche in specifici periodi dell’anno in presenza della coltura; + 13 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio). |
Apporti FOSFORO
Decrementi |
(produzione media 26-38 t/ha) Dose standard P2O5 |
Incrementi |
- 16 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 26 t/ha; - 16 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 14 Kg: in caso di sovescio di leguminose alla coltura precedente - 16 Kg: in caso di sovescio di leguminose + graminacee alla coltura precedente |
65 kg/ha (per terreni con dotazione normale) 120 kg/ha (per terreni con dotazione scarsa) 24 kg/ha (per terreni con dotazione elevata) |
+ 16 kg: se si prevedono produzioni superiori a 38t/ha; + 8 kg: in caso di basso tenore di sostanza organica nel suolo. |
Apporti POTASSIO
Decrementi |
(produzione media 26-38 t/ha) Dose standard K2O |
Incrementi |
- 33 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 26 t/ha; - 24 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 20 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose; - 24 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose + graminacee. |
120 kg/ha (per terreni con dotazione normale) 160 kg/ha (per terreni con dotazione scarsa) 240 kg/ha (per terreni con dotazione scarsissima) 40 kg/ha (per terreni con dotazione elevata) |
+ 32 kg: se si prevedono produzioni superiori a 38 t/ha. |
Irrigazione
L’irrigazione è fondamentale per garantire il regolare sviluppo della coltura in quanto lo zucchino è una coltura che ha elevate esigenze idriche, anche in relazione all’apparato radicale piuttosto superficiale.
Si consiglia l’uso di sistemi d’irrigazione localizzata con la manichetta forata o ala gocciolante che permettano oltre al risparmio idrico, di limitare lo sviluppo di infestanti, di evitare un ambiente eccessivamente umido e di bagnare la vegetazione che favorirebbe l’insorgenza delle malattie. Lo zucchino nei primi giorni del ciclo colturale necessita di irrigazioni frequenti e si consiglia d’avere terreno costantemente umido ma non asfittico. Nelle fasi successive occorre apportare un’adeguata quantità di acqua in relazione alle condizioni climatiche. Si consiglia di effettuare interventi distanziati tra loro 2-3 giorni per favorire la fruttificazione. Si consiglia inoltre, se si irriga per aspersione, di irrigare la mattina presto per evitare stress termici alla coltura, in modo da evitare che la coltura rimanga bagnata per tutta la notte per evitare le infezioni batteriche o fungine.
Irrinet/Irriframe
Irrinet/Irriframe è il servizio irrigazione realizzato dal CER, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico che viene calcolato ogni giorno con:
- i dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima);
- i dati pedologici forniti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER;
- i dati di falda della rete di rilievo del Servizio Sviluppo Sistema Agroalimentare della RER elaborati da Iter.
Gestione del suolo e controllo delle infestanti
Cure colturali
All’interno dei vivai o al momento del trapianto è bene bagnare la torba attorno all’apparato radicale con una soluzione contenente micorrize, idrolizzati vegetali o animali, estratti di alghe con funzione biostimolante. Durante il ciclo colturale, si consiglia di effettuare adeguate lavorazioni meccaniche al terreno (1 o 2 interventi) con apposite attrezzature che alla funzione di eliminare le infestanti associano quella di arieggiare il terreno in caso di formazione di crosta. Eliminare costantemente le erbe spontanee in quanto ospiti di numerosi parassiti. Per il loro contenimento, risulta efficace l’utilizzo della pacciamatura. Per avere una crescita equilibrata della pianta e, quindi, una buona produzione si consiglia di eliminare i primi 2-3 frutticini perché sottraggono utili energie alla pianta.
Controllo delle infestanti
Non essendo ammesso in biologico l'utilizzo di qualsiasi tipo di prodotto chimico di sintesi e non essendo incluso in Allegato II nessun principio fitosanitario con azione dichiaratamente diserbante, il controllo delle erbe infestanti su zucchino biologico si basa sulla messa in atto delle buone pratiche agronomiche che direttamente o indirettamente esplicano una attività di contenimento delle infestanti e sull’insieme di interventi meccanici e fisici diretti all’eliminazione delle erbe spontanee.
- rotazione agronomica;
- preparazione anticipata del letto di semina (falsa semina);
- trapianto-semina in monofila (in assenza di pacciamatura)
- sovescio;
- anticipo o ritardo nell'epoca di semina;
- pacciamatura;
- pulizia dei fossi e delle capezzagne;
- impiego di sostanza organica matura (ammendati);
- lavorazioni meccaniche;
- pirodiserbo;
- solarizzazione.
Pacciamatura
È una tecnica colturale che ha come finalità principale il controllo/contenimento dello sviluppo delle erbe infestanti, nello stesso tempo, come verrà descritto più avanti può considerarsi una tecnica di gestione del suolo. Consiste nell'effettuare una copertura parziale lungo la fila, di larghezza variabile a seconda della specie e densità d’impianto (fila semplice, fila doppia ecc), o totale, per un determinato periodo, con materiali naturali, biodegradabili o sintetici in grado di impedire lo sviluppo delle infestanti, grazie alle aperture/fori di diversa area praticate, permette alla coltura di emergere e compiere il proprio ciclo produttivo.
Per la coltivazione dello zucchino può essere impiegata sia in coltura protetta che in pieno campo, indipendentemente dal materiale utilizzato sia esso biodegradabile o plastico.
I vantaggi derivanti dalla pacciamatura sono:
- forte riduzione delle operazioni di sarchiatura (limitata alle interfile);
- controllo diretto delle infestanti attraverso:
- riduzione/sospensione del processo di fotosintesi clorofilliana da parte delle infestanti nel caso di utilizzo di film scuro (buio);
- incremento della temperatura nell’ambiente circoscritto tra il film e il terreno che può causare la “lessatura” delle foglie e quindi la morte dell’infestante nel caso si utilizzi film trasparente.
- maggiore efficacia dell’irrigazione/fertirrigazione, tramite manichetta posta sotto il materiale pacciamante. In questa maniera eliminando l’irrigazione per aspersione sia in coltura protetta che in pieno campo in periodi di scarse precipitazioni, si evita lo sviluppo delle infestanti nelle interfile;
- impatto sul microclima al disotto del film pacciamante, nelle colture protette precoci la pacciamatura determina il riscaldamento del terreno, il calore immagazzinato viene rilasciato durante la notte, evitando così il congelamento delle radici delle piante.
- salvaguardia dei frutti dall’attacco dei patogeni (marciumi ecc), si evita che tocchino terra a contatto con acqua e/o terreno; sempre per lo stesso motivo si ha una maggior pulizia dei prodotti che non vengono imbrattati da schizzi di terra e acqua nel caso piova o si irrighi soprachioma;
- incremento della temperatura del suolo:
- per effetto serra utilizzando film in polietilene trasparente;
- per assorbimento da parte del film dell’energia dei raggi solari che sottoforma di calore viene ceduta al terreno (conduzione e/o convezione) utilizzando film più o meno scuri.
- riduzione del processo di evaporazione, con conseguente effetto di preservazione delle risorse idriche disponibili per la coltura (risparmio idrico) e riduzione dell’evaporazione di azoto ammoniacale.
- crea un ambiente migliore per lo sviluppo delle colture con minor insorgenza di malattie fungine per la separazione fisica tra terreno e parte aerea della pianta, ed un effetto di respingimento nei confronti di taluni insetti in funzione del colore esterno del film utilizzato.
- favorisce una migliore gestione agronomica della coltura.
Operazioni pre-pacciamatura:
- lavorazione del terreno,
- eliminazione delle infestanti (ad es tecnica della falsa semina),
- concimazione di fondo,
- posizionamento della manichetta per irrigazione/fertirrigazione,
- stesura del materiale pacciamante.
Materiali
Si possono utilizzare film di origine plastica come polietilene, polietilene additivato, o di origine biologica come i derivati della cellulosa, amido di mais o diverse combinazioni tra i due. Nel caso di utilizzo di film plastico a fine ciclo o dopo più cicli è necessario recuperare il materiale con conseguente aggravio dei costi di manodopera e di smaltimento; nel caso di film biodegradabili è possibile evitare la raccolta affidandosi alla capacità di degradazione dei medesimi. La velocità di degradazione varia in funzione del materiale utilizzato (i derivati del mais degradano più velocemente rispetto ai derivati della cellulosa) ed in base alla fertilità del suolo e della sua carica microbica. Un buon materiale deve possedere adeguate caratteristiche meccaniche, rimanere pressoché integro fino al termine del suo utilizzo e successivamente degradarsi velocemente. Per questi motivi, attualmente come materiale biodegradabile e compostabile (bioplastica) viene utilizzato prevalentemente film ottenuto dalla lavorazione dell’amido di mais, che pur essendo più costoso in fase di acquisto risulta avere migliori proprietà di biodegradabilità rispetto i film derivati dalla cellulosa, una buona durata in funzione dei cicli produttivi (si agisce sullo spessore del film, più è spesso e maggiore è la sua durata in campo) e buone caratteristiche fisico meccaniche.
In generale a seconda del grado di trasparenza del film plastico si evidenziano i seguenti effetti:
- film trasparente: ha un’elevata trasmissibilità e dà ottimi risultati dall’autunno alla primavera, in estate però favorisce l’aumento della T
- film scuro: scalda meno il suolo, non provoca bruciature estive ed evita lo sviluppo delle malerbe.
Gestione dei parassiti e delle malattie delle piante
Misure preventive
In coltivazione biologica il ricorso alle sostanze attive avviene solo nei casi in cui le misure preventive non consentano di proteggere adeguatamente la coltura da parassiti e malattie. Il piano di rotazione, di gestione del terreno e l’infrastrutturazione ecologica dell’azienda e degli appezzamenti coltivati deve tenere conto anche della necessità di evitare pressione eccessiva dei parassiti e dei patogeni.
La difesa diretta dalle patologie fungine, in agricoltura biologica, prevede l’impiego di prodotti che esercitano un’azione di copertura, impedendo l’insediarsi del patogeno al momento del suo arrivo sulla superfice fogliare, per esplicare il loro effetto devono quindi essere presenti sulla pianta prima che si verifichino le condizioni predisponenti la malattia.
Le sostanze attive, le sostanze di base ed i corroboranti con funzione di induttori di resistenza o di colonizzatori dell’ambiente (microorganismi) devono essere utilizzati con congruo anticipo per permettere alle piante di attivare le loro difese immunitarie o per permettere ai microorganismi di colonizzare la superfice dei vegetali.
La difesa diretta dai parassiti animali quali insetti ed acari prevede l’impiego di formulati commerciali che non sono dotati di lunga persistenza né di proprietà sistemiche (penetrazione nel sistema linfatico della pianta), per sfruttarne al meglio l’efficacia è quindi necessario che i prodotti di contatto colpiscano il bersaglio, mentre i prodotti che agiscono per ingestione devono essere distribuiti alla prima comparsa delle forme giovanili dell’insetto.
Le modalità di impiego dei prodotti fitosanitari
É ammesso l'uso delle sole sostanze attive autorizzate in agricoltura biologica ed elencate in Allegato I Reg. UE 1165/21, purché nel rispetto delle condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/09). Per l’indicazione in relazione alla tipologia di avversità si rimanda alla scheda per la difesa fitosanitaria.
Uso del rame in agricoltura biologica
Sono ammessi composti del rame sotto forma di idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico.
La recente revisione europea del rame (Reg. UE 1981/18) ha modificato i massimali ammessi secondo quanto segue: sono autorizzati esclusivamente gli impieghi che comportano un'applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni.
La modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari
Il controllo e la regolazione delle irroratrici devono essere eseguiti presso i Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale n.1862/2016.
Le aziende agricole in produzione biologica che applicano la Misura 11 del PSR 2014-20 e la Misura 214 – Azione 2 del PSR 2007-13, devono sottoporre le attrezzature aziendali per la distribuzione dei fitofarmaci, al controllo funzionale ed alla regolazione strumentale volontaria (“regolazione strumentale”), come definito dalla Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Per le aziende che aderiscono allo SRA29 a partire dal 1/1/2023 l’obbligo della regolazione delle irroratrici non è più in vigore; nonostante questa indicazione la regolazione delle irroratrici è fortemente consigliata. L’obbligo della regolazione permane per le aziende aderenti alla SRA19 – Azione 1.
Nota: sulla base di disposizioni assunte a livello regionale, si segnala che il collaudo dell’irroratrice dopo scadenza dell’attestato di conformità può essere rimandato a condizione che le previste operazioni di controllo funzionale e regolazione strumentale risultino attuate prima di qualsiasi trattamento eseguito successivamente alla scadenza dell’attestato stesso.
Ne deriva che nessun trattamento fitosanitario può essere eseguito con attestato di conformità scaduto.
Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Avversità e difesa fitosanitaria
Si rimanda alla sezione SCHEDA PER LA DIFESA FITOSANITARIA DELLO ZUCCHINO.
Raccolta
Epoca
L’epoca di raccolta viene stabilita in rapporto al colore (verde striato chiaro e verde scuro) ed in base allo sviluppo del frutto che in alcuni casi viene richiesto con il fiore ancora aperto.
L’epoca di raccolta viene stabilita in rapporto allo sviluppo del frutto: per la commercializzazione in vaschette sono richieste calibri di 14-18 centimetri, per la vendita come prodotto sfuso il prodotto deve essere raccolto quando hanno una lunghezza di 18-21 centimetri.
Le cultivar destinate alla conservazione sono quelle di colore verde verde-scuro, le quali devono essere raccolte quando il frutto è ben sviluppato, dopo la caduta del fiore, ma prima che inizi il rigonfiamento del frutto stesso. Una raccolta ritardata comporta una riduzione della brillantezza del colore, un eccessivo sviluppo di semi e la comparsa di spugnosità nella polpa, che squalificano commercialmente il prodotto.
Modalità
La raccolta degli zucchini viene effettuata scalarmente (ogni 1-2 giorni) nelle ore meno calde della giornata, recidendo manualmente i frutti alla base con l’ausilio di un coltello affilato. Nei periodi di massima produzione, per riuscire a soddisfare le esigenze merceologiche del prodotto, possono essere richiesti anche 2 interventi di raccolta al giorno. Nel corso della raccolta occorre manipolare con molta cura i frutti al fine di evitare ammaccature, lesioni o abrasioni che favoriscono la penetrazione e la diffusione di agenti patogeni.
Scheda per la difesa fitosanitaria
Misure preventive
- limitare le concimazioni azotate;
- proteggere gli antagonisti naturali;
- creare aree di ripopolamento per insetti utili (miscugli fioriti e/o siepi), lancio di predatori naturali;
- in caso di coltivazione in serra effettuare ampie rotazioni;
- eliminare le piante ospiti primari del fitofago eventualmente presenti nei dintorni;
- tenere sotto controllo la presenza di formiche.
Antagonisti naturali
Chrysoperla carnea e Aphidius spp
Aphidoletes spp
Principi fitosanitari e sostanze di base
Sali potassici degli acidi grassi
Maltodestrine
Azadiractina
Olio minerale
Piretrine
Beauviera bassiana
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Limitare gli interventi con principi attivi e corroboranti nei primi stadi di sviluppo delle colonie di afide, quando la presenza di antagonisti naturali è ancora bassa.
Misure preventive
- limitare le concimazioni azotate;
- proteggere gli antagonisti naturali;
- creare aree di ripopolamento per insetti utili (miscugli fioriti e/o siepi);
- lancio di antagonisti naturali;
- in caso di coltivazione in serra effettuare ampie rotazioni.
Antagonisti naturali
Encarsia formosa
Amblyseius swirskii
Principi fitosanitari e sostanze di base
Beauveria bassiana
Olio di arancio
Olio minerale
Piretrine
Azadiractina
Maltodestrine
Sali potassici degli acidi grassi
Paecelomicse fumosoroseus (solo serra)
Lecanicillium muscarium (solo serra)
Corroboranti
Lecitina di soia
Note
Lanciare precocemente gli antagonisti naturali, alla prima comparsa del fitofago
Misure preventive
- proteggere gli antagonisti naturali mantenendo siepi arbustive;
Principi fitosanitari e sostanze di base
Olio minerale
Piretrine (pieno campo)
Sali potassici degli acidi grassi (solo serra)
Note
Intervenire ai primi stadi di sviluppo degli individui
Misure preventive
- accertare la presenza secondo appositi monitoraggi;
- effettuare apposite rotazioni che sfavoriscano il fitofago;
- utilizzo di nematodi antagonisti
Antagonisti naturali
Heterorabditis bacteriophora
Note
La distribuzione dei nematodi va effettuata almeno un mese prima del trapianto e se necessario provvedere ad un’irrigazione.
Misure preventive
- monitorare le fasce inerbite limitrofe agli appezzamenti
Principi fitosanitari e sostanze di base
Fosfato ferrico
Note
Concentrare le esche ai bordi del campo
Misure preventive
- seminare fasce di erba medica ai bordi del campo per attirare il fitofago
Corroboranti
Caolino
Zeolite
Note
Mantenere fresca la fascia di erba medica, per renderla particolarmente appetibile al miride. Non esistono principi attivi registrati, ma alcuni utilizzati su altri target hanno un’efficacia.
Misure preventive
- utilizzare piante innestate;
- effettuare ampie rotazioni;
- evitare ristagni idrici;
- usare sovesci con effetto biocida.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Estratto d’aglio
Paecilomyces lilacinus
Geraniolo + Timolo
Azadiractina
Corroboranti
Tannino di castagno
Note
Impiegare in pre-semina/trapianto e ripetere successivamente
Misure preventive
- contenere le infestanti;
- proteggere gli antagonisti naturali.
Antagonisti naturali
Helicoverpa armigera nucleopolyhedrovirus (solo contro H. armigera)
Principi fitosanitari e sostanze di base
Azadiractina
Bacillus thuringensis sub.spp.aizawai e kurstaki
Virus NPV nottua gialla
Olio minerale
Spinosad
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Intervenire sui primi stadi di sviluppo delle larve, quando queste sono più vulnerabili.
Misure preventive
- limitare l’uso di concimi azotati;
- proteggere gli antagonisti naturali;
- lancio di predatori naturali;
- l’irrigazione per aspersione crea ambiente sfavorevole al fitofago;
- in coltura protetta evitare i picchi di calore aprendo il più possibile le strutture.
Antagonisti naturali
Phytoseiulus persimilis
Amblyseius californicus
Principi fitosanitari e sostanze di base
Sali potassici degli acidi grassi
Beauveria bassiana
Olio minerale paraffinico
Zolfo
Maltodestrina
Ortica
Note
In caso di infestazioni negli anni precedenti intervenire con i lanci precocemente, concentrandoli ai bordi del campo.
Misure preventive
- monitorare la presenza con trappole cromotropiche azzurre;
- lancio di antagonisti naturali;
- l’irrigazione per aspersione sfavorisce la presenza del tripide.
Antagonisti naturali
Orius spp.
Amblyseius spp.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Beauveria bassiana
Spinosad
Azadiractina
Sali potassici degli acidi grassi
Olio minerale
Paecylomices fumosoroseus (ammesso in coltura protetta)
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Lanciare precocemente gli antagonisti naturali. Orius necessita della presenza di fiori per insediarsi
Misure preventive
- impiegare materiale di propagazione sano;
- scegliere varietà meno suscettibili;
- effettuare ampie rotazioni (almeno 4 anni);
- effettuare concimazioni equilibrate;
- eliminare la vegetazione infetta e non interrarla;
- attenzione a non irrigare per aspersione con acque superficiali, provenienti da canali o bacini di raccolta i cui fondali non vengono puliti periodicamente da residui organici;
- attenzione a non procurare ferite alle piante da cui facilmente entra il patogeno;
- in caso di grandinate intervenire con prodotti rameici e/o propoli.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici
Chitosano
Corroboranti
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Utilizzare il chitosano in prevenzione, mentre il rame e propoli sono da impiegarsi al realizzarsi delle condizioni favorevoli.
Misure preventive
- evitare i ristagni idrici;
- impiegare piante innestate;
- effettuare ampie rotazioni.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Trichoderma harzianum Ceppo T 22
Trichoderma asperellum Ceppo T 25 +
Trichoderma atroviride Ceppo T 11
Bacillus amyloliquefaciens subsp. plantarum D747 (ammesso solo in serra)
Note
Utilizzare i microrganismi in tempo utile per consentirne l’insediamento.
Misure preventive
- scegliere varietà meno suscettibili;
- limitare le irrigazioni ed evitare quelle soprachioma;
- effettuare concimazioni azotate equilibrate;
- adottare sesti d’impianto non troppo fitti;
- in caso di coltura protetta: arieggiare le serre.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Pythium oligandrum Ceppo M1
Bacillus amyloliquefaciens subsp. plantarum D747
Bacillus subtilis (ammesso solo in coltura protetta)
Pythium oligandrum
Prodotti rameici
Bicarbonato di sodio
Zolfo
Chitosano
Equiseto
Ortica
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Intervenire in previsione di condizioni favorevoli alla malattia (elevata umidità relativa).
Misure preventive
- scegliere varietà meno suscettibili;
- effettuare concimazioni azotate equilibrate;
- adottare sesti d’impianto non troppo fitti;
- in caso di coltura protetta: arieggiare le serre.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Ampelomyces quisqualis
Bacillus amyloliquefaciens
Bacillus pumilis
Bacillus subtilis
Cerevisane
Bicarbonato di potassio
Cos-oga
Zolfo
Olio essenziale di arancio dolce
Chitosano
Eugeniolo + Geraniolo + Timolo
Ortica
Siero di latte
Equiseto
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Intervenire alla comparsa dei primi sintomi con i principi attivi; col chitosano in previsione di condizioni favorevoli alla comparsa del patogeno.
Misure preventive
- evitare i ristagni idrici;
- preparare con cura il letto di semina/trapianto;
- preferire il trapianto alla semina in terreni a rischio;
- in caso di coltura protetta arieggiare le serre;
- nei terreni a rischio coltivare su baule;
- effettuare ampie rotazioni.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Trichoderma atroviridue
Trichoderma asperellum
Note
Utilizzare i microrganismi in tempo utile per consentirne l’insediamento.
Misure preventive
- scegliere varietà meno suscettibili;
- effettuare concimazioni azotate equilibrate;
- evitare i ristagni idrici;
- l’irrigazione per aspersione favorisce l’insorgere della malattia, in caso di impianto per aspersione irrigare preferibilmente al mattino
- adottare sesti d’impianto non troppo fitti
- in caso di coltura protetta: arieggiare le serre
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici
Chitosano
Urtica
Equiseto
Pythium oligandrum
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Intervenire in previsione di condizioni favorevoli alla comparsa del patogeno.
Misure preventive
- scegliere varietà meno suscettibili;
- effettuare concimazioni azotate equilibrate;
- evitare i ristagni di umidità ed eccessi di irrigazione;
- asportare le piante ammalate;
- evitare di creare lesioni alle piante;
- caso di coltura protetta: arieggiare le serre;
- nei terreni a rischio coltivare su baule;
- effettuare ampie rotazioni.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Chitosano
Trichoderma asperellum Ceppo Icc 012 +
Trichoderma gamsii Ceppo Icc 080
Trichoderma asperellum Ceppo T 25 +
Trichoderma atroviride Ceppo T 11
Coniothirium minitans
Trichoderma harzianum Ceppo T 22
Streptomyces K 61
Pythium oligandrum
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Note
Utilizzare i microrganismi in tempo utile per consentirne l’insediamento.
Misure preventive
Per tutte le virosi trasmesse da afidi in modo non persistente (virus del mosaico del cetriolo CMV, virus del mosaico giallo dello zucchino ZYMV, virus 2 del mosaico del cocomero WMV-2) valgono le stesse considerazioni generali di prevenzione contro gli afidi .Per il trapianto è importante usare piantine ottenute in vivai con sicura protezione dagli afidi.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Ascophyllum nodosum
Corroboranti
Gel di silice
Polvere di pietra o di roccia
Propolis
Note
Utilizzare Ascophillum in prevenzione per stimolare le difese della pianta.