Linee tecniche
Melanzana (coltura protetta )

Normativa di riferimento

Le seguenti indicazioni tecniche fanno riferimento a quanto previsto dai Regolamenti dell’Unione Europea che normano gli ambiti dell’agricoltura biologica inerenti alle produzioni vegetali: Reg. UE 848/2018 (relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – obiettivi, principi e norme generali), il Reg. UE 1165/2021 (utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica). Le disposizioni applicative si trovano nel DM 229771/2022 e vanno a completare il quadro normativo nazionale.

Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari i principi elencati in Allegato I (Sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari autorizzati per l’uso nella produzione biologica) del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche ed integrazioni, devono rispettare almeno le condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/2009). Condizioni più restrittive per l’uso nella produzione biologica sono specificate nella seconda colonna di ciascuna tabella.

Per quanto riguarda i concimi, ammendanti e nutrienti, l’elenco di matrici presenti in Allegato II del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, viene integrato a livello nazionale dall’Allegato 13 (Elenco dei fertilizzanti idonei all’agricoltura biologica) del Dlgs. 75/2010  e successive modifiche.

Il MASAF mette a disposizione alcune Banche Dati sui prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica consultabili liberamente sulla piattaforma SIAN ai seguenti link:

Vocazionalità

L’ambiente climatico

La melanzana (Solanum melongena L.) fra le solanacee è quella che manifesta le più elevate esigenze termiche in quasi tutte le fasi del ciclo. Il ciclo biologico della melanzana può durare a lungo, in condizioni normali si conclude in 190-210 giorni e può essere suddiviso in due fasi, la prima fase interessa solo l’attività vegetativa (dall’emergenza alla comparsa del primo fiore), la seconda anche i processi riproduttivi. La prima fase ha una durata di circa 80-100 giorni, la seconda fase è variabile ed è caratterizzata da processi di accrescimento e di sviluppo molto intensi. Nell’ultima fase del ciclo la pianta raddoppia il suo peso in coltura protetta la pianta può accumulare fino a 600 grammi di sostanza secca di cui 200 grammi costituiti dai frutti. Le condizioni ottimali per la germinazione si realizzano tra i 20 ed i 25 °C, a temperature più basse il processo rallenta sensibilmente e risulta compromesso a temperature inferiori ai 10-12 °C perché cessa l’attività fisiologica e tra 0 e 4°C la pianta muore.

Le temperature più favorevoli per l’accrescimento e per lo sviluppo si collocano tra i 16 ed i 25 °C . La temperatura migliore per l’accrescimento della radice si aggirerebbe sui 18 °C e intorno ai 20°C per la germinazione del polline. Nelle prime fasi di sviluppo si avvantaggia di temperature comprese tra 25 e 32 °C , temperature più elevate comprese tra i 36-40 °C esercitano effetti negativi sulla statura della pianta, numero e ampiezza delle foglie  e sulla precocità di fioritura. Per quanto riguarda il parametro umidità relativa deve essere mantenuta entro il 70-75% quando la temperatura supera i 26°C (per le colture in serra). La melanzana presenta un adattamento notevole a condizioni di fotoperiodo diverso; problemi evidenti con ridotta intensità luminosa che in alcune varietà può portare a riflessi negativi sul processo di fruttificazione. Sotto il profilo biologico, la resistenza alla siccità della melanzana è elevata rispetto alle altre solanacee. Questa resistenza sembra sia dovuto ad un migliore bilancio idrico dei tessuti conseguente ad un migliore controllo della traspirazione stomatica. In condizione di stress gli stomi si chiudono gradualmente per cui la fotosintesi non subirebbe arresti improvvisi. Si segnala che la pianta richiede una alimentazione idrica più costante per l’elevata traspirazione e specifica che caratterizza la fase di fruttificazione.

L’ambiente pedologico

La melanzana ha una buona capacità di adattarsi alle diverse caratteristiche fisiche del terreno, pur tuttavia la coltura assicura i buoni risultati sotto il profilo della precocità e delle rese nei terreni sciolti (prevalenza della sabbia sull’argilla) caratterizzati da elevata sofficità e capacità idrica. Da ottimi risultati anche in terreni argillosi e ricchi di sostanza organica. In condizioni di condizioni di suolo opposto risultano compromesse la capacità produttiva e le caratteristiche esteriori ed organolettiche della bacca. Predilige terreni a reazione neutra o sub alcalina. Tollera una elevata concentrazione della soluzione circolante per cui può essere coltivata nei terreni moderatamente alcalini ed essere irrigata con acque salmastre. . Concentrazione nell’acqua comprese tra l’1% e 1,5% di aali sono ben tollerate della coltura. Con maggiori concentrazioni pari a 2% nell’acqua e 2,5% nel suolo portano ad una riduzione delle rese.

Per la coltivazione della melanzana bio si consiglia di utilizzare dei terreni che siano rispondenti ai valori dei parametri pedologici riportati in tabella 1.

Tab. 1- Valori consigliati per i parametri pedologici nella coltivazione del melone biologica.

Parametri pedologici Valori consigliati
Tessitura

Franco, Franco-Sabbiosi, Franco Sabbioso-Argilloso

Drenaggio Buono
Falda A non meno di 1 m dal piano di campagna
Profondità Non inferiore a 50-60 cm
pH 6,5 - 8,0
Calcare totale < 10%
Calcare attivo (CaCO3) < 10%
Sostanza organica Buona dotazione
Salinità < 5 mS/cm

 

Infrastrutture ecologiche

L’azienda biologica deve poter contare sul massimo controllo naturale dei parassiti e sul massimo isolamento da possibili fonti di inquinamento. Per tale motivo va promossa all’interno dell’azienda la realizzazione di infrastrutture ecologiche o “aree di compensazione ecologica”, cioè siepi o fasce di vegetazione adiacenti al campo coltivato che forniscano ospiti alternativi e siti rifugio per predatori e parassitoidi di insetti dannosi, aumentando in tal modo l’abbondanza dei nemici naturali e la colonizzazione delle colture confinanti che vanno dall’impianto di siepi con essenze arbustive, alla gestione di buffer zone attorno ai campi coltivati, alla semina di strisciate di colture a perdere, alla gestione degli sfalci nei fossi se esistenti. Le infrastrutture ecologiche comprendono anche tutte le aree che sono protette mediante regolamenti delle autorità locali quali le aree di rifugio della fauna e flora, le aree di riequilibrio ecologico e le zone umide in pianura. Il ruolo delle infrastrutture ecologiche è fondamentale in quanto svolgono un ruolo di: conservazione e mantenimento della biodiversità, sono un volano ecologico. Rivestono un ruolo di protezione di specie rare in via d’estinzione e delle specie che beneficiano degli habitat non coltivati. Inoltre rivestono effetti contenitivi degli organismi dannosi alle colture. Inoltre le piante non coltivate hanno effetti positivi nei confronti degli insetti utili in quanto sono rifugio e luoghi di svernamento, fonte di cibo e fonte di ospiti e prede alternative.

A livello aziendale le infrastrutture ecologiche favoriscono i movimenti su piccola scala degli insetti utili, mentre su scala maggiore e all’interno di reti ecologiche complesse fungono da veri e propri corridoi ecologici per l’entomofauna. A volte le specie vegetali affini alle colture possono utilizzati per attrarre i fitofagi potenzialmente dannosi e sottrarli alle colture, attraverso l’impiego di piante trappole o sfalciando le piante erbacee nei momenti più opportuni. Se, qualche volta, la presenza di specie vegetali affini alle colture agrarie fa si che le aree di compensazioni ecologica possano anche ospitare insetti ed altri organismi dannosi, gli equilibri biologici che in esse si instaurano evitano   molto spesso che queste infrastrutture possono fungere da focolai di infestazione per le coltivazioni.

Considerando la linea tecnica melanzana biologica la scelta di riferirla alla sola coltura protetta è dettata da una esigenza di isolamento della coltura stessa da parassiti quali i miridi che ne potrebbero compromettere l’intera produzione. Essendo quindi un ambiente confinato la lotta biologica è appannaggio dei lanci di insetti utili ed altre strategie piuttosto che l’equilibrio naturale che si viene a creare con le infrastrutture ecologiche circostanti. Ugualmente un approccio agroecologico dell’intera azienda agricola aiuta a ridurre notevolmente la pressione di parassiti nocivi all’esterno delle serre stesse in modo da contenerne la capacità di ingresso.

Avvicendamento colturale

Il DM n. 229771/2022 del 20 maggio 2022, apporta modifiche alle norme tecniche per la gestione delle rotazioni in agricoltura biologica. I principi generali ed i vincoli che riguardano la coltivazione della melanzana  in biologico vengono così riassunti:

La fertilità del suolo e la prevenzione delle malattie è mantenuta mediante il succedersi nel tempo della coltivazione di specie vegetali differenti sullo stesso appezzamento. 

In caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate in pieno, la medesima specie è coltivata sulla stessa superficie solo dopo l'avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi. 

 

 

La coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.

L’inserimento di una coltura da sovescio o di una coltura leguminosa è sempre consigliabile, particolarmente per le colture in serra dove l’avvicendamento colturale, per questioni di infrastrutture proprie dell’azienda e di opportunità economica, tende ad essere una rotazione stretta. Aldilà dei vincoli legislativi nella coltivazione della melanzna biologico è necessario applicare una rotazione che esercita diverse funzioni.

Riduzione delle infestanti. La successione di specie che richiedono lavorazioni dei terreni e lavorazioni sulle colture, in periodi diversi, o con tecniche diverse consente di eliminare molte infestanti interrompendone il ciclo colturale così da evitare che producano seme e si manifestino quindi nei cicli colturali successivi. Inoltre la coltivazione di specie che si differenziano per ciclo colturale e spesso per portamento migliora la competizione nei confronti delle erbe infestanti in particolare per l’utilizzo della luce, dell’acqua e delle sostanze nutritive limitandone o soffocandone lo sviluppo.

Riduzione dei parassiti. La melanzana può andare incontro a problemi di Fusarium, Verticillium, nematodi e insetti terricoli. Sospendendo per qualche anno la coltivazione della stessa specie, questi ultimi, riducono drasticamente la loro presenza nel terreno creando meno danni quando la coltura tornerà sullo stesso terreno. Specie che possono precedere la melanzana in coltura protetta sono sovesci di graminacee e leguminose, la lattuga, lo spinacio, la bietola mentre sono da evitare successioni alle solanacee quali pomodoro, peperone e alle cucurbitacee quali melone, cocomero e cetriolo che essendo ospiti degli stessi parassiti non porterebbero ad alcuna riduzione della carica parassitaria.

Miglioramento della struttura e tutela del suolo. Le piante sono caratterizzate da diversa tipologia dell’apparato radicale: fittonante nel caso di una grossa radice centrale (bietola) oppure fascicolata quando la pianta ha un numero elevato di radici (graminacee in genere). Nell’ambito della rotazione è opportuno alternare specie con diverso apparato radicale, nel caso della melanzana, che richiede un terreno soffice una specie quale la bietola ad apparato radicale fittonante sarebbe l’ideale.

Riduzione delle esigenze di fertilizzanti. Se in precessione al melone o comunque nell’ambito della rotazione colture viene inserita una leguminosa, questa arricchirà il terreno attraverso la fissazione dell’azoto atmosferico. 

 Nella seguente tabella vengono riportati esempi di rotazioni consigliate e sconsigliate:

Precessione CONSIGLIATA Successione

Bietola

MELANZANA

Bietola

Spinacio

Spinacio

Cavoli

Cavoli

Lattuga

Lattuga

Sovescio

Sovescio

Leguminose

Leguminose

Precessione SCONSIGLIATA Successione

Anguria

MELANZANA

Anguria

Cetriolo

Cetriolo

Melone

Melone

Zucchino

Zucchino

Solanacee

Solanacee

Zucca

Zucca

 

Sovescio

Il sovescio è una pratica molto importante per chi coltiva col metodo biologico e ancor di più per chi ha i terreni in conversione. Con la diffusione sempre maggiore delle tecniche di agricoltura conservativa, assume un ruolo sempre più importante nella gestione della risorsa suolo.

Considerata una buona pratica agricola, il sovescio ha effetti positivi sulle caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del terreno, e rappresenta una pratica imprescindibile in agricoltura biologica qualora l’azienda non disponga di allevamenti o non abbia la possibilità di distribuire ammendanti e matrici organiche in quantità elevate. La tecnica del sovescio consiste nell’interramento di colture erbacee appositamente seminate in purezza o in miscela fra loro.

A seconda delle specie utilizzate il sovescio può avere una o più funzioni:

Mantenere o incrementare la percentuale di sostanza organica nel terreno (miscuglio di graminacee e leguminose). L’incremento è molto lento nel tempo interrando solo biomasse provenienti da sovesci, pertanto per aumentare la quantità di sostanza organica occorrerebbe intervenire anche con apporto di letame, compost o altri fertilizzanti organici.

Apportare azoto alle colture in successione (prevalentemente leguminose).

Ridurre la presenza di parassiti nel terreno (prevalentemente crucifere con funzione biocida).

Il sovescio è consigliabile venga inserito nell’ambito della rotazione pluriennale aziendale nel rispetto del regolamento sull’agricoltura biologica così da prevederne sullo stesso terreno almeno un ciclo vegetativo ogni tre anni. I sovesci con maggiore potenziale fertilizzante sono quelli a semina autunnale che prevedono l’impiego di specie leguminose associate a graminacee e a crucifere o miscugli commerciali composti da varie specie. È sempre preferibile il sovescio di più specie. Il loro interramento deve essere fatto in primavera nel periodo della fioritura per consentire la produzione di una elevata quantità di biomassa. Il sovescio con finalità fertilizzanti può essere interrato immediatamente dopo lo sfalcio se si predilige la funzione di liberare azoto pronto per le colture da reddito che seguiranno oppure si possono lasciare alcuni giorni ad appassire così che perdano acqua liberando meno azoto pronto, ma stimolando più l’umificazione che la mineralizzazione.

Nel caso l’effetto ricercato dal sovescio non sia rappresentato solo dall’aumento di fertilità, ma si persegua anche e soprattutto una attività biofumigante, particolarmente apprezzata per la melanzana per via della sua sensibilità a diversi organismi terricoli, è preferibile prevedere una semina a settembre di essenze in miscuglio o in purezza a prevalenza di crucifere o specie biocide che sviluppano bene anche con temperature basse. È possibile potenziare l’effetto biofumigante associando al sovescio la tecnica della solarizzazione procedendo all’immediata stesura di teli in pvc dopo aver interrato la biomassa della coltura. Le crucifere sono considerate piante biocide per eccellenza in quanto contengono delle sostanze (glucosinolati) che nel processo di trianciatura e interramento in presenza di acqua e dell’enzima mirosinasi contenuto nelle foglie della stessa pianta subiscono un processo di idrolisi e si trasformano in isotiocianati tossici per i nematodi e vari parassiti fungini. Studi condotti in vari paesi hanno dimostrato come vi siano interessanti esempi di piante biocide anche fra le asteracee (Tagetes spp., Artemisia annua e Taraxacum officinale) fra le leguminose (Crotalaria juncea o canapa marrone) e anche fra le graminacee (Sudangrass e Sudan bicolor). Le colture biocide devono essere interrate immediatamente dopo lo sfalcio per avere maggiore azione di gassificazione nei confronti dei parassiti. I sovesci di leguminose o con prevalenza di specie leguminose se seminate nell’autunno e interrate in primavera possono apportare una quantità di azoto attorno a 150-200 kg/ha di cui circa il 70-80 % fissato dai batteri nei tubercoli radicali. Di questa quantità oltre i 2/3 sono disponibili per la coltura in successione. Le crucifere e le graminacee apportano anch’esse quantità discrete di azoto 70-100 kg/ha ma è azoto sottratto al terreno che evita di essere perso per lisciviazione ma non porta ad un reale arricchimento perché la coltura restituisce all’atto dell’interramento quanto ha assorbito durante la coltivazione.

A volte i sovesci o le colture di copertura non sono considerati come colture di valore, in quanto non generano un profitto diretto e il loro effetto non è immediatamente visibile. Ma per generare un effetto positivo sulla salute del suolo, l’impianto e lo sviluppo della coltura devono essere soddisfacenti. Pertanto è necessario:

  • usare seme sano con un alto tasso di germinazione;
  • fare una buona preparazione del terreno;
  • seminare in condizioni favorevoli, con sufficienti sostanze nutrienti;
  • se necessario prevedere l‘irrigazione.

Di seguito si riportano alcuni possibili sovesci per periodo.

Coltura protetta

Tipologia di miscuglio Quantità di seme (kg/ha) Periodo di semina Nota per la scelta
Favino 170 Ottobre-Novembre Primavera fino a marzo Lascia nel terreno alti quantitativi di azoto disponibili rapidamente per la coltura successiva.
Rafano americano (Raphanus  sativus) 15 Da primavera fino a fine estate (metà settembre massimo) Ottimo per trattenere l’azoto lasciato dalla coltura precedente, produce fittoni molto voluminosi, è valido per terreni molto compatti da arieggiare. Ciclo breve di 60 gg.

Miscuglio                        Favino-Veccia-Orzo

70-15-90 Ottobre-Novembre Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. È quello che apporta il maggior quantitativo di elementi nutrivi e sostanza secca

Miscuglio              Favino-Veccia-Triticale

45-10-140 Ottobre-Novembre Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. Assieme al miscuglio precedente risulta essere tra quelli che apportano più macroelementi.

Rafano biocida (Rafanus  sativus  oleiformis)

30 Autunnale o Primaverile (a seconda della  varietà) Ottimo per trattenere l’azoto lasciato dalla coltura precedente e per renderlo disponibile a primavera per la coltura successiva. Attenzione a non seminare una specie sensibile al freddo in autunno. Per ottenere l’effetto nematocida è necessario interrarlo entro pochi minuti  dalla trinciatura.

 

Gestione del terreno

Il terreno deve essere lavorato ad una profondità di almeno 40 cm e reso soffice in maniera accurata quanto più si coltiva la melanzana in suoli che si discostano da quelli, piuttosto sciolti, ottimali per la melanzana. Nella coltivazione di piante di melanzana in coltura protetta si consiglia una vangatura associata eventualmente da ripuntatura a 30-40 cm sia effettuata nel periodo estivo-autunnale interrando la sostanza organica. Successivamente andrà effettuata una frangizollatura e un’erpicatura per preparare il terreno. La coltivazione in ambiente protetto in Emilia -Romagna è effettuato quasi esclusivamente in serra fredda, pertanto non sono necessari attrezzature particolari per il riscaldamento. Nel caso di trapianto anticipato si consiglia di ricorrere a impianto di riscaldamento di soccorso costituiti da generatori ad aria calda che vengono utilizzati prevalentemente nelle ore notturne. Nel caso sia possibile disporre di acqua calda a basse temperature (38-40°C) w a basso costo è consigliabile il riscaldamento del terreno attuato facendo circolare l’acqua entro tubi di PVC dal diametro di 2 cm parallelamente alle file della coltura e internati ad una profondità di 15-20 cm. Si consiglia in caso di serra fredda, di proteggere le piantine utilizzando dei tunnellini nelle prime fasi dopo il trapianto per eventuali danni da possibili  ritorni di freddo. In altri casi si può ricorre all’utilizzo di TNT da appoggiare sulle piantine appena trapiantate per assicurare un maggior controllo della temperatura nella fase di post trapianto. Successivamente, quando le temperature raggiungono valori stabili il TNT e i tunnellini vanno eliminati.Importante inoltre nella gestione del terreno assicurare un buono sgrondo dell’ acqua perché la melanzana è una coltura che non tollera i ristagni idrici.

Scelta varietale

La scelta varietale deve tenere presente gli aspetti produttivi e il comportamento della varietà nei confronti dei parassiti animali e vegetali. Nel caso di produzione aziendale delle piantine è necessario utilizzare varietà resistenti/tolleranti, curare la difesa e la tecnica agronomica per ottenere piante, sane, robuste e ben proporzionate tra parte aerea e radici. Una garanzia contro gli agenti della tracheoverticillosi (Verticulium dahaliae, Verticillium albo-atrum) sono patogeni molto dannosi e diffusi per l’elevata polifagia sia per la possibilità di conservarsi nel terreno e dei marciumi basali (Sclerotinia sclerotiorum);  contro il Fusarium ( Fusarium oxysporum f.sp. melongenae ) i nematodi del genere Meloidogyne, Ralstonia solanacearum è data dall’impiego di piante innestate. Per la scelta varietale in coltivazione biologica è importante, ove possibile puntare su ibridi tolleranti alle comuni virosi della specie. Di seguito sono indicate alcune varietà più idonee alla coltivazione in biologico suddivise per metodi di coltivazione e tipologia. 

Elenco delle varietà consigliate.

Coltura protetta

 

Varietà Caratteristiche  

Athena (Enza Zaden)

Ideona per coltivazioni sia primaverili-estive che autunno-invernali, in serra e pieno campo. Ciclo precoce. La pianta è dotata di eccezionale bilanciamento, adattandosi sia alle condizioni di freddo che a quelle con temperature alte e forte luminosità. Il portamento aperto e le foglie non troppo grandi favoriscono l’arieggiamento. Eccezionale potenziale produttivo. Il frutto è lungo con colorazione nera, con buon rapporto lunghezza/diametro. Calice verde e senza spine. La partenocarpia conferisce la possibilità di allegare anche in quelle condizioni dove il polline non è vitale. In tale situazione raccomandiamo comunque una maggiore attenzione volta al contenimento della Botrite . Varietà idonea anche per le coltivazione in bio.

Tipologia: allungata, colore nero.

 

Birgah (Seminis)

Birgah produce attraenti frutti viola scuro con polpa bianca e caratteristica forma rotonda. Pianta con produzione precoce e quindi più elevato potenziale produttivo.

Tipologia: tonda, colore viola scuro

 

Dalia (Seminis)

Pianta di medio vigore, estremamente produttiva e precoce. Di grande adattibilita', ideale sia per produzioni in campo aperto che in serra primaverile. Frutto a tipologia ovale di dimensione 12x15cm, di colore nero brillanate e calice verde medio. Frutti molto versatili sia per il mercato fresco che per l'industria.

Tipologia : ovale, colorazione nero

 

Top Bel (Seminis)

Ibrido con pianta robusta, di buon vigore che si adatta particolarmente alla coltivazione in pieno campo. E' dotato di buona precocità e mantiene a lungo sia la produttività sia l'uniformità dei frutti. Frutti di 12x15cm, di colore nero lucente e di buona consistenza. L'uniformità, il buon livello di sostanza secca e la tolleranza all'ossidazione ne fanno un ibrido adatto alla trasformazione industriale.

Tipologia: ovale, colore nero

 

Leire (RijkZwann)

Pianta di buon vigore. Portamento arieggiato ed internodi ravvicinati. Ottima allegagione. Calice coprente, senza spine. Ottime caratteristiche organolettiche. Frutto consistente e lento ad ossidare dopo il taglio. Colore brillante. Bacca con  buccia striata, senza spine.

Tipologia : ovale-allungata, colore striato

 

Nilo  (RijkZwann)

Pianta alta, dal portamento eretto ma con internodi corti. Buona vigore. Calice senza spine. Frutto scuro, brillante. Buona consistenza e conservabilità dopo la raccolta

Tipologia: Lunga, colore nero

 

Top Ora (TSI)

Varietà a frutto di forma tondo ovale. Pianta rustica, ben coprente e di media vigoria, internodi corti. Allegagione molto facile anche in condizioni sfavorevoli. Ciclo medio precoce. Elevata produttività. Adatta per coltivazioni in serra, tunnel ed in pieno campo. Frutti molto uniformi, di elevata consistenza, di colore nero lucido in tutte le condizioni, di alta qualità, che presentano una velocità di ossidazione molto bassa. L’alto peso specifico e la pezzatura media ne consentono il confezionamento in vaschetta (GDO). Il calice è attraente, di un bel colore verde intenso ed è privo di spine. Ottima conservabilità in post-raccolta.

Tipologia:Tondo-ovale, colore nero.

 

Greta (RijkZwann)

Varietà di melanzana allungata. Pianta di buon vigore. Adatta per produzioni primaverili-estive in serra e in pieno campo. Elevata produttività. Altissima qualità dei frutti

Tipologia: lunga, colore nero

 

Niobe (Sais)

Ciclo precoce. Pianta di media vigoria. Frutto tondo di pezzatura medio-grossa, colore porpora brillante. Peso 500-550 g. Calice viola scuro e sottocalice bianco. Polpa bianca molto dolce.

Tipologia: tonda, colore viola scuro

 

Sabelle (RijkZwann)

Pianta di buon vigore. Portamento arieggiato ed internodi ravvicinati. Pianta produttiva con ottima allegagione. Frutti molto uniformi e dal colore brillante
Ottima consistenza, lenta ossidazione del frutto dopo il taglio. Elevate qualità interne ed organolettiche

Tipologia : tonda, colore viola scuro

 

Gioia ( SAIS)

Pianta vigorosa e produttiva, di ciclo medio-precoce, adatta per coltivazione in pieno campo e serra. Frutto tondo-ovale, lucido, nero uniforme. Calice verde. Pezzatura medio- grossa, peso medio 420-450 g. Polpa bianca e consistente.

Tipologia : tondo -ovale, colore nero

 

Fantastic (RijkZwann)

Pianta con internodi corti. Varietà precoce, con ottima allegagione. Calice verde brillante, senza spine di dimensioni medio-grandi. Frutto di colore nero brillante, regolare nella forma, consistente.

Tipologia : tonda, colore nero

 

SAT 1892 (Semecoop)

Presenta un ciclo precoce per serra e pieno campo. Frutto: a forma ovale ( 9x14 cm ) con un peso medio di 500gr. Si presenta con striature rosse su sfondo bianco molto lucido. Calice piccolo di colore verde non spinoso.Pianta: di media vigoria con internodi corti molto fertile senza fiori doppi. Destinazione: mercato fresco.

Tipologia: ovale-allungata, colore striato

 

 

Sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa

In agricoltura biologica si possono utilizzare solamente sementi e materiale di moltiplicazione certificati provenienti da agricoltura biologica. Considerata l’insufficiente disponibilità da parte del mercato di tale materiale per talune varietà, qualora non sia possibile reperire semente o materiale di moltiplicazione biologico è consentito utilizzare materiale non biologico proveniente da agricoltura convenzionale richiedendo la deroga secondo apposita procedura 

Conformemente alla procedura è autorizzata l’utilizzazione di sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo non biologico, purché tali sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo rispettino i seguenti vincoli:

  1. non siano trattati, nel caso delle sementi, con prodotti fitosanitari diversi da quelli ammessi nell’allegato I del Reg. UE 1165/2021, a meno che non sia prescritto, per motivi fitosanitari, un trattamento chimico a norma della direttiva 2000/29/CE del Consiglio per tutte le varietà di una determinata specie nella zona in cui saranno utilizzati;
  2. siano ottenuti senza l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivati da tali organismi;
  3. soddisfino i requisiti generali per la loro commercializzazione.

Banca Dati Sementi Biologiche

La Banca Dati Sementi Biologiche è lo strumento informatico messa a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il quale l'operatore biologico può controllare la disponibilità di semente biologiche da parte dei diversi fornitori presenti, effettuare richiesta di interesse verso materiali biologici o in assenza degli stessi effettuare richiesta di deroga.

Le specie o alcune categorie commerciali di una specie di sementi e di materiale di moltiplicazione vegetativa ottenute con il metodo di produzione biologico, sono distinte all’interno della BDSB in tre liste di appartenenza:

a) lista rossa: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficiente sul mercato nazionale come biologiche/in conversione, per le quali NON è concessa deroga, salvo i casi in cui sia stato effettuato Ordine nell’anno precedente secondo le indicazioni del Ministero (erba medica e trifoglio alessandrino, frumento duro, frumento tenero, orzo, avena comune e bizantina, farro dicocco e farro monococco);

b) lista verde: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie non disponibili come biologiche/in conversione sul mercato nazionale e per le quali è concessa annualmente una deroga generale;

c) lista gialla: contenente l’elenco di tutte le varietà delle specie non ricomprese nella lista rossa o verde, per le quali è necessario, tramite la BDSB con accesso in area riservata, effettuare una verifica di disponibilità commerciale ed in presenza di disponibilità sarà necessario effettuare preventivamente una richiesta di interesse verso tutte le aziende fornitrici. Solo dopo aver ricevuto una risposta da tutte le aziende fornitrici o, in alternativa, dopo che siano trascorsi i termini previsti del decreto per la possibile risposta ad una richiesta di interesse (5 giorni lavorativi), sarà possibile richiedere il rilascio della deroga in BDSB.

Le funzionalità della BDSB sono presenti all'interno dei servizi del SIAN accedendo con credenziali utente accreditato. È possibile altresì una pagina di  consultazione pubblica del materiale biologico disponibile.

Portainnesti

Esistono diversi portainnesti in commercio di seguito alcuni esempi e relative caratteristiche.Tra i migliori portainnesti il Le principali caratteristiche dei portinnesti sono: vigore, resistenza a patologie telluriche fungine (Verticillum spp., Fusarium spp.,Pyrenochaeta), resistenza ad attacchi di nematodi galligeni (Meloydogine spp.) e continuità di produzione Solanum torvum è una specie tassonomicamente vicina alla melanzana, originaria dell’India, grazie alla sua vigoria e compatibilità con la melanzana può conferire alla varietà innestata la possibilità di una coltivazione in ciclo biennale con potature intermedie

Elenco dei principali portainnesti

 

Portainnesti 
Caratteristiche
ASO (EGR 1603) F1 (Esasem)

 

Ibrido interspecifico di Solanum adatto come portainnesto per la melanzana. La pianta innestata risulta avere un apparato radicale dotato di buona vigoria, molto tollerante al freddo ed agli sbalzi termici. Indicato per tutti i periodi di coltivazione sia per “contro stagione” che per trapianti primaverili o estivi. Grazie alla rapida crescita è possibile seminarlo contemporaneamente al nesto, assicurando un’elevata affinità d’innesto e facilità di attecchimento.

Resistenze elevata : HR: Fom; IR: MaMiMj

Espina (Esasem)

Selezione speciale di Solanum Torvum ideale per innesto di melanzana. I molteplici punti di forza, dall’ottima tolleranza al freddo alla resa costante nella produzione, contraddistinguono questo portainnesto con performance elevate fra tutte le tipologie disponibili. La rusticità è notevole e la vigoria dell’apparato radicale è molto elevata. Tollera il freddo. Grazie alle resistenze e alla sua vigoria garantisce l’elevata e costante produttività del nesto. Rimangono inalterate le qualità organolettiche dei frutti. Particolare attenzione viene posta nella lavorazione del seme che garantisce elevati standard qualitativi.

Resistenze elevata : HR: Fom

Conan (RijkZwann)
Buon vigore ed allegagione, ottima uniformità di levata.Velocità di crescita del frutto. Precocità di produzione e ottima consistenza del frutto. Adatto a tutte le tipologie di melanzana
Resistenze HR : Vd/Mi/Me
Black Angel (Fenix)
 
Selezione di Solanum torvum che conferisce buon equilibrio alle piante. Ottima tolleranza ai nematodi.
Resistenze HR: Fom IR: Nematodi, Bw, Pl
Red Devil F1 (Fenix)
 
Nuova soluzione per contrastare contemporaneamente i problemi di verticillosi, fusariosi e nematodi. Red Devil permette una facile gestione della pianta, precocità di raccolta, buona allegaggione e alta qualità dei frutti. Per cicli di produzione invernale brevi.
Resistenze:HR: Vd, Fol0, Fol1, For – Fusarium radicis lycopersici, Bw, ToMV
IR: Mi, Mj – nematodi galligeni

 

 

 

Stt3(Vilmorin)

 

Induzione di precocità sul nesto Ottima affinità d’innesto anche con varietà dotate di maggior vigore. Maggiore produttività durante tutto il ciclo di raccolta. Sviluppo più omogeneo e maggiore longevità delle piante innestate. Migliora la sanità delle colture. Tipologia : Solanum torvum

Resistenze HR: Fom; Mi  IR: Vd; Rs

 

 

 

 

Arnold (Syngenta)

Elevata germinabilità e percentuale di piante utili all'innesto. Adatto a tutti i cicli. Habitus bilanciato sin dal trapianto, fogliame aperto e arieggiato, bassa incidenza di Botrytis nei periodi critici e di primi e secondi grappoli malformati per vigore eccessivo. Precocità intermedia tra He-Man e Armstrong. Per tutte le varietà di nesto, ma indicato principalmente per quelle molto vigorose.  Stabile con costanza di produzione e pezzatura. Buona tolleranza all'elevata salinità.
Indicato per trapianti primaverili-autunnali. Tipologia Solanum lycopersicum L.* S. habrochaites.

Resistenze :HR: Ff: A-E / Fol: 0, 1 / For / Va: 0, Vd: 0 / ToMV: 0-2;IR: Ma, Mi, Mj / Pl

 

 

 

Beaufor (Bayer)

Per tutte le coltivazioni durante tutto l’anno, sia in serra, sia in campo aperto. Beaufort è portainnesto preferenziale nei cicli invernali. Portainnesto di medio alta vigoria con ottima affinità verso tutte le varietà. Le varietà innestate su Beaufort ricevono maggiore vigoria, con incremento sia della qualità, sia della quantità dei frutti. Le resistenze mantengono le radici  protette dalle principali malattie e patogeni.

Tipologia:Ibrido Solanum lycopersicum L.* S. habrochaites. (interspecifico per pomodoro.)

Resistenze:HR    ToMV:0-2/Fol:0,1/For/PI/Va:0/Vd:0 IR      Ma/Mi/

 

 

Maxifort (Bayer)

Per le colture fuori suolo, per i terreni salati, e per tutti i casi in cui bisogna indurre un’ alta vigoria (cicli lunghi, terreni magri, varietà molto fertili).Portainnesto di alta vigoria con ottima affinità verso tutte le varietà. Le varietà innestate sul Maxifort, ricevono una forte vigoria, mantenendo un buon equilibrio tra vegetazione e produzione. Le resistenze mantengono le radici protette dalle principali malattie e patogeni. Ibrido interspecifico per pomodoro: Solanum lycopersicum L.* S. habrochaites.

Resistenze: HR    ToMV:0-2/Fol:0,1/For/PI/Va:0/Vd:0IR/Ma/Mi/M

 

 
 
 
Beo 03 (Meridiem Seeds)

È ibrido di Solanum aethiopicum * Solanum melongena, quindi innesto di melanzana per melanzana. Estremamente versatile, ha infatti ampia adattabilità a tutti i periodi dell’anno, presupponenedo il migliore quello Inverno-primaverile.

È dotato di un’eccellente apparato radicale fornendo elevata resistenza anche meccanica sia a Verticilium che Fusarium permettendo altresì un corretto assorbimento nutrizionale anche nei periodi difficili del pieno inverno per elevata affinità alle varietà/ibridi di melanzana conosciuti

Resistenze: HR: Fon; HI: Vd

 

Di seguito si riporta la legenda per definire i vari livelli di resistenze.

Resistenza: è la capacità di una varietà vegetale di limitare la crescita e lo sviluppo di un determinato organismo nocivo e/o il danno che provoca, rispetto a varietà suscettibili poste in analoghe condizioni ambientali e di pressione dell’organismo nocivo. Le varietà resistenti possono, tuttavia, manifestare qualche sintomo di malattia o di danno in presenza di una forte pressione da parte di un organismo nocivo.

Vengono definiti due livelli di resistenza: 

Resistenza elevata (HR): varietà in grado di limitare fortemente la crescita e lo sviluppo di un determinato organismo nocivo, in condizioni normali di pressione infettiva, se confrontate con varietà suscettibili. Queste varietà possono tuttavia manifestare qualche sintomo o danno in condizioni di elevata pressione da parte dell’organismo nocivo. ii.

Resistenza intermedia (IR): varietà in grado di limitare la crescita e lo sviluppo di un determinato organismo nocivo, ma che possono mostrare una gamma più ampia di sintomi o di danni, se confrontate con varietà a resistenza elevata. Le varietà con resistenza intermedia manifesteranno comunque sintomi o danni meno marcati rispetto alle varietà suscettibili, se coltivate in condizioni ambientali simili e/o con la medesima pressione da parte dell’organismo nocivo

 

Gestione portainnesto

Nel caso la preparazione del portainnesto non sia gestito dal vivaista ma direttamente dall’agricoltore in azienda si consiglia, dopo la semina di disporre i contenitori in serra climatizzata per garantire l’alternanza luce/buio data la sensibilità al fotoperiodo. La temperatura ottimale di germinazione varia da 20-30° C tra il giorno e la notte. Il tempo di emergenza alle temperature ideale è di 15 giorni. La piantina è pronta da innestare 20 giorni dopo l’emergenza ossia dopo circa 35 giorni dalla semina. Seminare il nesto di melanzana 10 giorni dopo il portainnesto al fine di garantire elevata affinità e facilità di attecchimento.

 

Scelta della tecnica d'impianto

Il trapianto è la tecnica d’impianto più frequente si utilizzano come materiale di propagazione piantine coltivate in vivaio. Le piantine di almeno 50 giorni di vita messe a dimora con pane di terra devono essere uniformate sviluppate con altezza di 15-20 cm, robuste, sane e con il primo palco fiorale già abbozzato. Si consiglia fortemente di curare l’aspetto sanitario e di acquistare piantine da vivaisti specializzati. Il trapianto è consigliabile in coltura protetta generalmente nella 1° decade di aprile. Si consiglia allevare le piante ad alberello avendo cura in particolare per quelle innestate di porre lateralmente i sostegni (fili paralleli al terreno ad altezza di 50-60 cm da terra) per evitare la frattura nel punto d’innesto o la rottura delle branche. Di seguito si riportano i sesti d’impianto nei 2 metodi di allevamento

Tipo d’impianto Distanza tra le file (m) Distanza sulle file (m)

Densità (n. p.te/mq)

Impiego di pacciamatura
Coltura protetta (allevamnto ad alberello) 1-1,5 0,5-1 20.000-6.666 Consigliabile
Coltura protetta (allevamnto monofusto) 1-1,5 0,4-0,8 25.000 - 8.333 Consigliabile
Pieno campo 2,5 1-1,5 25.000 - 8.333 Consigliabile

 

Gestione della pianta e della fruttificazione

Cure colturali

Gli interventi di potatura verde assumono maggiore significato nelle coltivazioni più intensive o realizzate comunque su superfici modeste; in tutti gli altri casi sono limitati spesso alla eliminazione delle foglie basali che a contatto con il terreno possono costituire pericolo di trasmissione di agenti infettivi.

La potatura verde, in genere, compromette il livello delle produzioni, non modifica significativamente la precocità e le caratteristiche qualitative dei frutti, ma migliora lo stato sanitario delle piante. La potatura verde può essere rivolta all’eliminazione delle foglie verdi basali (sfogliatura), dei germogli laterali (scacchiatura) o di alcuni apici vegetativi (cimatura). La sfogliatura interessa le foglie basali ingiallite, o che costituiscono ostacolo ai fini di una buona aerazione della vegetazione. La scacchiatura può interessare germogli basali spesso sterili (sfemminellatura) o alcune ramificazioni al fine di contenere l’accrescimento della pianta. La cimatura che non è una pratica frequente, va effettuata sempre al momento giusto e solo quando il germoglio comincia a lignificare al piede. Le melanzane si cimano solo nelle prime fasi dello sviluppo e solo in alcuni casi specifici. Le piante di melanzane si biforcano in due rami a partire dai 20-25 cm. Se lasciate senza controllo questi due rami si biforcano a propria volta il che non va bene: essendoci troppi rami, la pianta sprecherà molte più energie per sostenerli tutti. Di conseguenza produrrà sì più fiori, ma più tardi e tutti insieme. Essendo di più, i fiori diventeranno frutti piccoli e spesso amari. Per evitare tutto questo, bisogna eliminare le biforcazioni di troppo sul nascere. Quando il germoglio apicale si divide in due, si elimina la parte più debole e si lascia sviluppare l’altro. Di solito succede ogni 15-20 cm. Ci sono casi, però, nei quali la pianta non sembra volersi biforcare. Anche questo è un problema, dato che la melanzana produrrà troppi pochi frutti. Se a 25 cm di altezza la pianta è ancora a fusto unico, elimina la gemma apicale. La scacchiatura e la cimatura sono maggiormente giustificati in coltura protetta dove la pianta assumono un maggior rigoglio vegetativo, la potatura verde in genere compromette il livello delle produzioni, non modifica significativamente la precocità e le caratteristiche qualitative dei frutti ma migliora lo stato sanitario delle piante La sfemminellatura rientra anche nella potatura delle melanzane innestate e non. Consiste nell’eliminazione dei rami ascellari che, potrebbero anche produrre qualche frutto ma non sarebbero in grado di sorreggerli perché troppo deboli, con potenziali danni per tutta la pianta.

L’ancoraggio ai sostegni è poco frequente anche perché la pianta, che presenta i caratteri di una suffruttice, regge bene, in condizioni ordinarie, il peso dei frutti.  L’impiego di tutori può risultare necessario in coltura protetta, per evitare, sotto il peso dei frutti, danni alle ramificazioni poco lignificate; di norma risultano sufficienti alcuni fili metallici o di materiale plastico paralleli ai solchi sui quali si appoggiano o vengono fissate le piante o fili metallici longitudinali sostenuti da paletti per evitare il divaricamento dei rami.

Nelle piante in particolare per quelle innestate si consiglia di porre lateralmente dei sostegni (fili paralleli al terreno ad un’altezza di 50–60 cm da terra) per evitare la frattura nel punto d’innesto o la rottura delle branche.

 

Fertilizzazione

Assieme alle altre pratiche agronomiche la fertilizzazione ha come obiettivo fondamentale il mantenimento e miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche e dell’attività biologica (fertilità) del terreno agrario, al fine di ottenere produzioni biologiche quantitativamente e qualitativamente valide.

La fertilità e l’attività biologica del suolo possono essere mantenute o aumentate, attraverso:

  • un adeguato programma di rotazioni (inserendo la pratica del sovescio);
  • la somministrazione di ammendanti organici e /o materiale organico compostato; è consigliata la distribuzione di ammendanti al terreno al momento dell'aratura o della lavorazione più profonda. Concimi organici commerciali possono essere distribuiti anche in occasione della preparazione del letto di semina a condizione che si conoscano i tempi di rilascio dell’azoto. Infine una quota di concimi organici deve essere distribuita dopo il trapianto per garantire l’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo. In questo caso è preferibile l’apporto tramite fertirrigazione e/o concimazione fogliare;
  • interramento dei residui di coltivazione delle precedenti colture;
  • una scelta ottimale della successione tra le colture da reddito.

Per applicare al meglio le diverse soluzioni devono essere note le caratteristiche chimico fisiche e biologiche del terreno su cui si intende operare, da evidenziarsi attraverso analisi del terreno oggetto di coltura biologica.

In funzione della coltura che si vorrà impiantare (in questo caso la melanzna ), dei suoi asporti medi (vedi tabelle asportazione e assorbimento), delle precessioni colturali, dei risultati delle analisi chimico-fisiche e di altri parametri (climatici, agro-ambientali ecc), dovrà essere predisposto un opportuno piano di fertilizzazione al fine di calibrare i diversi interventi in base alle effettive esigenze della coltura e del mantenimento-incremento della fertilità del suolo (bilancio). In alternativa all’esecuzione del bilancio si possono distribuire i fertilizzanti nelle quantità predefinite sulla base della dotazione del terreno e di alcune variabili come indicato nelle tabelle di apporto per la concimazione azotata, fosfatica e potassica.

Valori di asportazione per melanzana (kg/1t di prodotto t.q.) considerando una resa media di 90 t/ha

Elemento Asporto Melanzana
N 4,5
P2O5 1,9

K2O

5
Ca 1,8

Assorbimento teorico medio  (kg/ha) degli elementi nutritivi principali in funzione della produzione presunta di frutti   tal quale (t/ha).

Elementi nutritivi Produzione (t/ha t.q)
N 364
P2O5 162

K2O

450

Apporti

Si devono utilizzare prevalentemente concimi organici che contengano i tre principali elementi della fertilità: azoto, fosforo e potassio oltre ad una serie di altri meso e micro elementi.  Si ricorda che le matrici organiche utilizzabili in biologico previste dall’allegato I del Reg. UE 889/08 e aggiornamenti successivi. L’esigenza di apportare azoto determina la quantità di concimi organici che è necessario distribuire; le quantità di fosforo e di potassio sono conseguenti alle quantità distribuite per apportare azoto. Solo nel caso si debbano apportare quantità di fosforo e di potassio aggiuntive, queste possono essere distribuite attraverso fertilizzanti fosfatici e potassici di origine naturale.

Considerando che mediamente il ciclo colturale in coltura protetta della melanzana è compreso tra  190-210 giorni, una linea di concimazione che può essere utilizzata da aziende che non dispongono di ammendanti è quella di distribuire 0.9-10 t/ha di concime organico commerciale con titolo 10-12% di azoto prima del trapianto a cui far seguire interventi fertirrigui con concimi organici liquidi o solubili in acqua per apportare complessivamente quanto riportato dal piano di concimazione. Per quanto riguarda P e K è comunque possibile distribuire tutto il fertilizzante in pre-trapianto come concimazione di fondo nei casi in cui non si voglia o non sia possibile frazionarlo in più interventi, oppure considerando la lunghezza del ciclo produttivo è possibile intervenire con concimazioni fogliari o fertirrigazioni. Necessario frazionare il fosforo e potassio nel ciclo di vita della pianta per assicurare lo sviluppo regolare della pianta. Si riportano di seguito i consigli sugli apporti da modulare sulla base delle analisi del proprio terreno, dell’avvicendamento colturale e dell’introduzione nelle rotazioni della pratica del sovescio; consideriamo una densità d’impianto di 23.000 p.te/ha con resa di 4 kg/pianta di prodotto pari a 92 t/ha.

Apporti AZOTO

Decrementi

(produzione media 90 t/ha)

Dose standard N

Incrementi

 

- 30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 90 t/ha; se si prevede in precessione una leguminosa in sovescio

200 kg/ha

 +30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 90 t/ha;

 +10 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);

 +10 kg: in caso di successione ad un cereale con paglia interrata;

 +10 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante la coltivazione (dati bollettino);

Apporti FOSFORO 

Decrementi

(produzione media 90 t/ha)

Dose standard P2O5

Incrementi

- 10 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione;

- 10 Kg: in caso di sovescio alla coltura precedente

140 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;

160 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;

88 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.

+ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 90 t/ha;                                          

 

+ 10 kg: in caso di basso tenore di sostanza organica nel suolo;

 

Apporti POTASSIO 

Decrementi

(produzione media 90 t/ha)

Dose standard 

K2O

Incrementi

 -35 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 90 t/ha.                 

 - 30 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione;

 - 15 Kg: in caso di successione a sovescio

210 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;

 210 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;

 140 kg/ha: in caso di terreni con   dotazione elevata.

+ 40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 40 t/ha.      

Irrigazione

La melanzana è coltura tipicamente irrigua in quanto intercetta con il ciclo di vita periodi caratterizzati da una intensa evapotraspirazione. Il periodo critico coincide con la prima fase della fruttificazione quando l’attività vegetativa è ancora intensa e la pianta deve provvedere ad ingrossare i frutti. Si consiglia quindi di prestare particolare attenzione all’irrigazione in questo periodo per non compromettere la produzione e la qualità dei frutti.

In coltura protetta si predilige il metodo a goccia per i vantaggi ai fini della produzione e del risparmio idrico. Si rimanda al servizio di consiglio irriguo IRRINET per un approfondimento.

 Irrinet/Irriframe

Irrinet/Irriframe è il servizio irrigazione realizzato dal CER, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico che viene calcolato ogni giorno con:

  • i dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima);
  • i dati pedologici forniti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER;
  • i dati di falda della rete di rilievo del Servizio Sviluppo Sistema Agroalimentare della RER elaborati da Iter.

Gestione del suolo e controllo delle infestanti

Cure colturali

All’interno dei vivai o al momento del trapianto è bene bagnare la torba attorno all’apparato radicale con una soluzione contenente micorrize, idrolizzati vegetali o animali, estratti di alghe con funzione biostimolante; questa operazione può essere svolta immergendo il materiale vivaistico (cubetto di torba) nella soluzione precedentemente preparata oppure per irrorazione.

Controllo delle infestanti

Non essendo ammesso in biologico l'utilizzo di qualsiasi tipo di prodotto chimico di sintesi e non essendo incluso in Allegato I nessun principio fitosanitario con azione dichiaratamente diserbante, il controllo delle erbe infestanti su melanzana biologica si basa sulla messa in atto delle buone pratiche agronomiche che direttamente o indirettamente esplicano una attività di contenimento delle infestanti e sull’insieme di interventi meccanici e fisici diretti all’eliminazione delle erbe spontanee.

    • rotazione agronomica;
    • sovescio;
    • pacciamatura;
    • impiego di sostanza organica matura (ammendati);
    • lavorazioni meccaniche;
    • solarizzazione.

Pacciamatura

È una tecnica colturale che ha come finalità principale il controllo/contenimento dello sviluppo delle erbe infestanti; nello stesso tempo, come verrà descritto più avanti può considerarsi una tecnica di gestione del suolo. Consiste nell'effettuare una copertura parziale lungo la fila (fila semplice, fila doppia ecc), di larghezza variabile a seconda della densità d’impianto e dei sistemi di sostegno delle piante, con materiali naturali, biodegradabili (preferibili) o sintetici in grado di impedire lo sviluppo delle infestanti, grazie alle aperture/fori di diversa area praticate, permette alla coltura di emergere e compiere il proprio ciclo produttivo.

I vantaggi derivanti dalla pacciamatura sono:

  • forte riduzione delle operazioni di sarchiatura (limitata alle interfile);
  • mantenimento della struttura del suolo, in quanto si evita/limita la formazione di croste superficiali, il compattamento e la formazione di crepe/fessurazioni più o meno profonde
  • controllo diretto delle infestanti attraverso:
    1. riduzione/sospensione del processo di fotosintesi clorofilliana da parte delle infestanti nel caso di utilizzo di film scuro (buio);
    2. incremento della temperatura nell’ambiente circoscritto tra il film e il terreno che può causare la “lessatura” delle foglie e quindi la morte dell’infestante nel caso si utilizzi film trasparente.
  • maggiore efficacia dell’irrigazione/fertirrigazione, tramite manichetta posta sotto il materiale pacciamante. In questa maniera eliminando l’irrigazione per aspersione, si evita lo sviluppo delle infestanti nelle interfile;
  • impatto sul microclima al disotto del film pacciamante, nelle colture protette precoci la pacciamatura determina il riscaldamento del terreno, il calore immagazzinato viene rilasciato durante la notte, evitando così il congelamento delle radici delle piante.
  • salvaguardia dei frutti dall’attacco dei patogeni (marciumi ecc), si evita che tocchino terra a contatto con acqua e/o terreno; sempre per lo stesso motivo si ha una maggior pulizia dei prodotti che non vengono imbrattati da schizzi di terra e acqua nel caso piova o si irrighi soprachioma;
  • incremento della temperatura del suolo:
    1. per effetto serra utilizzando film in polietilene trasparente;
    2. per assorbimento da parte del film dell’energia dei raggi solari che sottoforma di calore viene ceduta al terreno (conduzione e/o convezione) utilizzando film più o meno scuri.
  • riduzione del processo di evaporazione, con conseguente effetto di preservazione delle risorse idriche disponibili per la coltura (risparmio idrico) e riduzione dell’evaporazione di azoto ammoniacale.
  • crea un ambiente migliore per lo sviluppo delle colture con minor insorgenza di malattie fungine per la separazione fisica tra terreno e parte aerea della pianta, ed un effetto di respingimento nei confronti di taluni insetti in funzione del colore esterno del film utilizzato.
  • favorisce una migliore gestione agronomica della coltura.

Operazioni pre-pacciamatura:

  • lavorazione del terreno,
  • eliminazione delle infestanti (ad es tecnica della falsa semina),
  • concimazione di fondo,
  • posizionamento della manichetta per irrigazione/fertirrigazione,
  • stesura del materiale pacciamante.

Materiali

Si possono utilizzare film di origine plastica come polietilene (PE), polietilene additivato, oppure film di origine biologica come i derivati della cellulosa, di amido di mais o di diverse combinazioni tra i due. Nel caso di utilizzo di film plastico a fine ciclo o dopo più cicli è necessario recuperare il materiale con conseguente aggravio dei costi di manodopera e di smaltimento (rifiuto speciale), a cui si somma la possibilità di inquinamento del suolo dovuta a residui plastici non raccolti. Nel caso di film biodegradabili è possibile evitare la raccolta affidandosi alla sua capacità di degradarsi; nel suolo si trasforma in sostanza organica, acqua e anidride carbonica. La velocità di degradazione varia in funzione del materiale utilizzato (i derivati del mais degradano più velocemente rispetto ai derivati della cellulosa), in base alla fertilità del suolo e della sua carica microbica, da alcuni fattori ambientali come l’irraggiamento solare, i regimi termici ecc. Un buon materiale deve possedere adeguate caratteristiche meccaniche, rimanere pressoché integro fino al termine del suo utilizzo e successivamente degradarsi velocemente. Per questi motivi, attualmente come materiale biodegradabile e compostabile (bioplastica) viene utilizzato prevalentemente film ottenuto dalla lavorazione dell’amido di mais, che pur essendo più costoso in fase di acquisto risulta avere migliori proprietà di biodegradabilità rispetto i film derivati dalla cellulosa, una buona durata (da 60 gg a 6 mesi in funzione dei cicli produttivi, dello spessore del film, più è spesso e maggiore è la sua durata in campo, del clima e dei periodi dell’anno in cui è utilizzato) e buone caratteristiche fisico meccaniche.

In generale a seconda del grado di trasparenza dei film  si evidenziano i seguenti effetti:

  • film scuro: scalda meno il suolo, non provoca bruciature estive ed evita lo sviluppo delle malerbe; risulta avere una resistenza meccanica superiore ai film trasparenti.

In definitiva l’utilizzo di film biodegradabili confrontandolo con quello in PE può contribuire alla:

  • sostenibilità ambientale di questa tecnica colturale
  • riduzione dei costi considerando la possibilità di utilizzare film sottili ed evitare il recupero in campo, lo smaltimento e il riciclaggio.

Gestione dei parassiti e delle malattie delle piante

Misure preventive

In coltivazione biologica il ricorso alle sostanze attive avviene solo nei casi in cui le misure previste all'articolo 12 del Reg (UE) n. 848/2018 non consentano di proteggere adeguatamente la coltura da parassiti e malattie. Il piano di rotazione, di gestione del terreno e l’infrastrutturazione ecologica dell’azienda e degli appezzamenti coltivati deve tenere conto anche della necessità di evitare pressione eccessiva dei parassiti e dei patogeni.

La difesa diretta dalle patologie fungine, in agricoltura biologica, prevede l’impiego di prodotti che esercitano un’azione di copertura, impedendo l’insediarsi del patogeno al momento del suo arrivo sulla superfice fogliare, per esplicare il loro effetto devono quindi essere presenti sulla pianta prima che si verifichino le condizioni predisponenti la malattia.

Le sostanze attive ed i corroboranti con funzione di induttori di resistenza (chitosano) o di colonizzatori dell’ambiente (microorganismi) devono essere utilizzati con congruo anticipo per permettere alle piante di attivare le loro difese immunitarie o per permettere ai microorganismi di colonizzare la superfice dei vegetali.

La difesa diretta dai parassiti animali quali insetti ed acari prevede l’impiego di formulati commerciali che non sono dotati di lunga persistenza né di proprietà sistemiche (penetrazione nel sistema linfatico della pianta), per sfruttarne al meglio l’efficacia è quindi necessario che i prodotti di contatto colpiscano il bersaglio, mentre i prodotti che agiscono per ingestione devono essere distribuiti alla prima comparsa delle forme giovanili dell’insetto.

Le modalità di impiego dei prodotti fitosanitari

É ammesso l'uso delle sole sostanze attive autorizzate in agricoltura biologica ed elencate in Allegato - I Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, purché nel rispetto delle condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/09). Per l’indicazione in relazione alla tipologia di avversità si rimanda alla Scheda per la difesa fitosanitaria.

Uso del rame in agricoltura biologica

Sono ammessi composti del rame sotto forma di idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico.

La recente revisione europea del rame (Reg. UE 1981/18) ha modificato i massimali ammessi secondo quanto segue: sono autorizzati esclusivamente gli impieghi che comportano un'applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni.

La modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari

Il controllo e la regolazione delle irroratrici devono essere eseguiti presso i Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale n.1862/2016.

Le aziende agricole in produzione biologica che applicano la Misura 11 del PSR 2014-20 e la Misura 214 – Azione 2 del PSR 2007-13, devono sottoporre le attrezzature aziendali per la distribuzione dei fitofarmaci, al controllo funzionale ed alla regolazione strumentale volontaria (“regolazione strumentale”), come definito dalla Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.

Per le aziende che aderiscono allo SRA29 a partire dal 1/1/2023 l’obbligo della regolazione delle irroratrici non è più in vigore; nonostante questa indicazione la regolazione delle irroratrici è fortemente consigliata. L’obbligo della regolazione permane per le aziende aderenti alla SRA19 – Azione 1.

Nota: sulla base di disposizioni assunte a livello regionale, si segnala che il collaudo dell’irroratrice dopo scadenza dell’attestato di conformità può essere rimandato a condizione che le previste operazioni di controllo funzionale e regolazione strumentale risultino attuate prima di qualsiasi trattamento eseguito successivamente alla scadenza dell’attestato stesso.

Ne deriva che nessun trattamento fitosanitario può essere eseguito con attestato di conformità scaduto.

Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.

Avversità e diesa fitosanitaria

Si rimanda alla Allegato 1 Difesa – SCHEDA PER LA DIFESA FITOSANITARIA DELLA MELANZANA (coltura protetta)  

Raccolta

Le bacche generalmente raggiungono la maturità commerciale dopo tre-quattro settimane dalla fase di allegagione in relazione alla varietà e la raccolta è sempre scalare. La raccolta avviene a mano il frutto deve essere raccolto con l’ausilio di forbici, evitando lacerazioni alla pianta e tagliando il peduncolo rasente al fusto. Il frutto, dopo la raccolta, non può essere conservato a lungo per l’intensa attività metabolica dei suoi tessuti. Non conservare a temperature inferiori a 8-9°C e per più di 15 giorni in quanto il frutto si rovina.

Epoca

Il momento della raccolta viene stabilito in rapporto allo sviluppo del frutto, nell’ambito della forma tipica della tipologia e verità. Solitamente la melanzana viene raccolta ancora immatura cioè quando ha raggiunto circa i 2/3 dello sviluppo. In questo modo la polpa è soda e il colore è brillante. Un ritardo nel momento della raccolta può compromettere la riduzione della brillantezza del colore, la comparsa di fibrosità nella polpa, un eccessivo sviluppo dei semi ed una consistenza spugnosa

Modalità

Nel corso della raccolta si consiglia di manipolare con cura i frutti ad evitare che si determinano lacerazioni della bacca causate tanto frequentemente dai processi spinosi presenti nell’apparato caliciato.

 

Scheda per la difesa fitosanitaria

Misure preventive

a) limitare le concimazioni azotate;

b) proteggere gli antagonisti naturali;

c) creare aree di ripopolamento per insetti utili (miscugli fioriti e/o siepi),

d) lancio di predatori naturali

e) in caso di coltivazione in serra effettuare ampie rotazioni

f) eliminare le piante ospiti primari del fitofago eventualmente presenti nei dintorni

g) tenere sotto controllo la presenza di formiche


Monitoraggio e modelli

Soglia presenza dei primi individui.


Antagonisti naturali

Aphidius colemani

Propylea spp.


Principi fitosanitari e sostanze di base

Sali potassici di acidi grassi

Olio minerale

Piretrine pure (*)

Maltodestrina

Azadiractina


Corroboranti

Zeolite


Note

(*) prestare attenzione Prodotto tossico per gli stadi mobili di Fitoseidi, Encarsia formosa e Orius spp.

Impiegabile solo contro Aphis gossypii

Misure preventive

a) proteggere gli antagonisti naturali;

b) creare aree di ripopolamento per insetti utili (miscugli fioriti e/o siepi),

c) lancio di antagonisti naturali

d) effettuare ampie rotazioni


Monitoraggio e modelli

Si consiglia di impiegare trappole cromotropiche (piatti gialli collati) per il monitoraggio (1 ogni circa 100 mq)


Antagonisti naturali

Interventi biologici

Lancio di ausiliari in coltura protetta :

- Eretmocerus mundus

- Ambliseius swirskii

- Encarsia formosa


Principi fitosanitari e sostanze di base

Lecanicillium muscarium

Terpenoid blend QRD 460

Sali potassici di acidi grassi

Olio essenziale di arancio dolce

Maltodestrina

Paecilomyces fumosoroseus

Azadiractina

Olio minerale

Piretrine

Spinosad

Misure preventive

a) proteggere gli antagonisti naturali mantenendo siepi arbustive


Monitoraggio e modelli

Intervenire ai primi stadi di sviluppo degli individui


Principi fitosanitari e sostanze di base

Sali potassici degli acidi grassi


Note

Trattamenti effettuati con piretrine effettuati contro altri target hanno efficacia anche contro questa avversità

Monitoraggio e modelli

Soglia presenza di larve giovani

Si consiglia un intervento sulle larve di prima generazione ed uno su quelle di seconda; nella terza generazione larvale non sempre è necessario intervenire. 


Principi fitosanitari e sostanze di base

Azadiractina


Note

Trattamenti effettuati con spinosad e piretrine contro altre target hanno efficacia anche contro questa avversità.

Misure preventive

a)accertare la presenza secondo appositi monitoraggi;

b)effettuare apposite rotazioni che sfavoriscano il fitofago;

c) utilizzo di nematodi antagonisti.


Antagonisti naturali

Heterorabditis bacteriophora


Principi fitosanitari e sostanze di base

Beauveria bassiana


Note

La distribuzione dei nematodi va effettuata almeno un mese prima del trapianto e se necessario provvedere ad un’irrigazione.

Principi fitosanitari e sostanze di base

Ortofosfato ferrico

Monitoraggio e modelli

Si consiglia di installare trappole cromotropiche gialle

Soglia: presenza dei primi individui


Antagonisti naturali

Interventi biologici

Lanci di 0,2 individui/mq alla comparsa di almeno 20 adulti del fitofago catturato con trappole cromotropiche

In caso di presenza nei cicli precedenti procedere al lancio del

parassitoide dopo 7-10 giorni dal trapianto

Diglyphus isaea


Principi fitosanitari e sostanze di base

Spinosad

Misure preventive

Interventi agronomici.

Evitare lo sfalcio dei fossi e dei prati adiacenti le colture nel periodo luglio – agosto

Reti antiinsetto (30% ombreggiamento)

Trappole cromotropiche all’interno alle serre

Semina trap-crop nelle aree limitrofe alle strutture


Monitoraggio e modelli

Intervenire alle prime comparse


Corroboranti

Zeolite

Caolino


Note

L’utilizzo di piretrine è utile contro questo insetto.

Misure preventive

Presente nei terreni prevalentemente sabbiosi

Interventi agronomici

-  eliminare e distruggere i residui della coltura precedente

-  evitare ristagni idrici

-  impiegare portinnesti tolleranti/resistenti

- utilizzo di panelli di semi di brassica da utilizzare alla dose di 2,5 t/ha, 7-10 giorni prima del trapianto con interramento a 15-20 cm e bagnatura successiva

a) utilizzare piante innestate;
b) effettuare ampie rotazioni;
c) evitare ristagni idrici;

d) usare sovesci con effetto biocida.


Principi fitosanitari e sostanze di base

Paecilomyces lilacinus

Estratto d'aglio

Azadiractina


Corroboranti

Tannino di castagno

Misure preventive

Reti antiinsetto (30% ombreggiamento)


Monitoraggio e modelli

Per la Tuta si consiglia di installare trappole cromotropiche nere con feromoni (catture massali)


Principi fitosanitari e sostanze di base

Bacillus thuringiensis

Virus HEAR NPV

Spinosad

Spodoptera littoralis(*)

Nuclepoliendrovirus (SpliNPV)

Azadiractina


Note

Utilizzabile contro Spodoptera (*)

Misure preventive

Interventi agronomici

si consiglia di utilizzare piante non infestate e di sicura provenienza

Curare l’arieggiamento delle serre, in quanto condizioni di alta temperatura e umidità favoriscono lo sviluppo di questo insetto.

Anche l’irrigazione sovrachioma sfavorisce l’insetto


Antagonisti naturali

Interventi biologici con lanci di ausiliari

-Ambliseius cucumeris

-Amblioseius swiirski

-Orius:

introdurre con uno o più lanci 1-2 predatori/mq


Principi fitosanitari e sostanze di base

Spinosad

Azadiractina

Beauveria bassiana

Olio di arancio dolce

Sali potassici di acidi grassi

Terpenoid blend

Lecanicillium muscarium

Olio minerale

Paecilomyces fumosoroseus

Metarhizium anisopliae

Piretrine

Misure preventive

a) proteggere gli antagonisti naturali;

b)lancio di predatori naturali

c)l’irrigazione per aspersione crea ambiente sfavorevole al fitofago

d) in coltura protetta evitare i picchi di calore aprendo il più possibile le strutture


Antagonisti naturali

Interventi biologici

lancio di ausiliari in coltura protetta

Soglia: presenza

- in relazione al livello d'infestazione, introdurre con lanci ripetuti

12-16 predatori/mq

- distanziare il lancio di almeno 10 giorni da un eventuale

trattamento Ambliseius andersoni Phytoseiulus persimilis

 


Principi fitosanitari e sostanze di base

Sali di potassio degli acidi grassi

Beauveria bassiana

Terpenoid blend

Maltodestrina

Zolfo

Olio minerale

Metarhizium anisopliae

Misure preventive

a) impiegare materiale di propagazione sano;

b) effettuare ampie rotazioni

c) effettuare concimazioni equilibrate

d) eliminare la vegetazione infetta e non interrarla

e) attenzione a non irrigare per aspersione con acque superficiali, provenienti da canali o bacini di raccolta i cui fondali non vengono puliti periodicamente da residui organici

f) attenzione a non procurare ferite alle piante da cui facilmente entra il patogeno


Principi fitosanitari e sostanze di base

CHITOSANO

RAME

Bacillus subtilis


Corroboranti

Propoli

Misure preventive

Interventi agronomici

- impiego di seme sano

- impiego di acqua di irrigazione non contaminata

- disinfezione dei terricci per i semenzai per via fisica (calore) o chimica

- impiego di varietà poco suscettibili


Principi fitosanitari e sostanze di base

Prodotti rameici

Trichoderma spp.

(Trichoderma asperellum +Trichoderma gamsii)

Trichoderma asperellum + Trichoderma atroviride

Misure preventive

Interventi agronomici

- ampie rotazioni

- raccolta e distruzione dei residui infetti

- accurato drenaggio

- concimazioni equilibrate

- evitare sesti d'impianto troppo fitti

 - solarizzazione nei cicli precedenti


Evitare eccessi di irrigazione; nei terreni a rischio coltivare su baule

  • asportare le piante ammalate
  • evitare di creare lesioni alle piante
  • arieggiare le serre

Principi fitosanitari e sostanze di base

Pythium oligandrum(Trichoderma asperellum + Trichoderma gamsii)

Trichoderma asperellum + Trichoderma atroviride

Coniothyrium minitans

Prodotti rameici

Misure preventive

a) evitare i ristagni idrici;

b) preparare con cura il letto di trapianto;

c) in caso di coltura protetta arieggiare le serre

d) nei terreni a rischio coltivare su baule

e) effettuare ampie rotazioni

f) innesto su portainnesti resistenti


Principi fitosanitari e sostanze di base

Trichoderma asperellum + Trichoderma atroviride 

Pythium oligandrum

Tricoderma harzianum

Misure preventive

Interventi agronomici

- baulature

- ampie rotazioni

- innesto su portainnesti resistenti

- raccolta e distruzione delle piante infette

- aolarizzazione nei cicli precedenti

- accurato drenaggio


Principi fitosanitari e sostanze di base

Trichoderma asperellum + Trichoderma gamsii


Corroboranti

Corteccia di salice

Misure preventive

Per il trapianto è importante usare piantine ottenute  in vivai con sicura  protezione dagli afidi.

Misure preventive

Interventi agronomici

Corretta gestione delle cimature e delle potature in modo da adottare un sistema di allevamento equilibrato

- arieggiamento della serra

- irrigazione per manichetta

- sesti d'impianto non troppo fitti

Interventi chimici e microbiologici in caso di andamento climatico particolarmente umido


Principi fitosanitari e sostanze di base

Pythium oligandrum

Aureobasidium pullulans

Bacillus subtilis

Cerevisane

Bacillus amyloliquefaciens

Eugenolo-timolo-geraniolo