Normativa di riferimento
Le seguenti indicazioni tecniche fanno riferimento a quanto previsto dai Regolamenti dell’Unione Europea che normano gli ambiti dell’agricoltura biologica inerenti alle produzioni vegetali: Reg. UE 848/2018 (relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – obiettivi, principi e norme generali), il Reg. UE 1165/2021 (utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica). Le disposizioni applicative si trovano nel DM 229771/2022 e vanno a completare il quadro normativo nazionale.
Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari i principi elencati in Allegato I (Sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari autorizzati per l’uso nella produzione biologica) del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche ed integrazioni, devono rispettare almeno le condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/2009). Condizioni più restrittive per l’uso nella produzione biologica sono specificate nella seconda colonna di ciascuna tabella.
Per quanto riguarda i concimi, ammendanti e nutrienti, l’elenco di matrici presenti in Allegato II del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, viene integrato a livello nazionale dall’Allegato 13 (Elenco dei fertilizzanti idonei all’agricoltura biologica) del Dlgs. 75/2010 e successive modifiche.
Il MASAF mette a disposizione alcune Banche Dati sui prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica consultabili liberamente sulla piattaforma SIAN ai seguenti link:
Vocazionalità
L’ambiente climatico
Il cavolo (Brassica oleracea.) è una pianta che preferisce il clima temperato umidi, tollera il freddo; nel periodo estivo le elevate temperature e la siccità favoriscono le prefioritura oppure ostacolano la crescita e la buona chiusura della testa. Alcune cultivar comunque si accrescono e producono bene anche in condizioni di clima temperato caldo che tuttavia non deve essere mai siccitoso. Il cavolo cappuccio esposto a temperatura basse nello stadio di piantina può essere indotto a fiore: questo può succedere quando l’impianto viene eseguito molto precocemente in primavera e le temperature sono ancora basse. La prefioritura può essere indotta anche da temperature alte in ambienti secchi.
Predilige la piena luce ed una elevata umidità atmosferica, da cui è capace di assorbire l’acqua; in ambiente secchi la palla si presenta meno compatta e più piccola.
Il cavolo è una pianta esigente da un punto di vista idrico il massimo fabbisogno si registra durante la formazione della testa.
Un eccesso di acqua, dopo un periodo di siccità può causare la spaccatura della testa.
Relativamente alle caratteristiche dell’ambiente climatico è fondamentale soprattutto per la coltivazione in biologico evitare forzature o eccessivi interventi tecnici per raggiungere un adeguato standard quali-quantitativo.
La temperatura ottimale per la germinazione dei semi è 25-30°C, temperatura minima di crescita 5°C (media mensile), la temperatura ottimale di crescita 18-20°C.
L’ambiente pedologico
Per quanto riguarda il terreno il cavolo si adatta bene in tutti i tipi di terreno, purché profondo, ben areati e freschi. Molto importante è la reazione del terreno: il pH ottimale è intorno alla neutralità (6,5-7,2), mentre a pH acidi si nota riduzione della produzione e maggior suscettibilità all’ “ernia del cavolo” (Plasmodiophora brassicae).
Tab. 1- Valori consigliati per i parametri pedologici nella coltivazione del cavolo in coltivazione biologica.
Parametri pedologici | Valori consigliati |
Tessitura | Franco, franco-sabbioso, franco-argilloso |
Drenaggio | Buono |
Falda | A non meno di 1 m dal piano di campagna |
Profondità | Non inferiore a 50 cm |
pH | 6,5 - 7,2 |
Calcare totale | < 10% |
Calcare attivo (CaCO3) | < 10% |
Sostanza organica | Buona dotazione |
Salinità | < a 5 mS/cm |
Infrastrutture ecologiche
L’azienda biologica deve poter contare sul massimo controllo naturale dei parassiti e sul massimo isolamento da possibili fonti di inquinamento. Per tale motivo va promossa all’interno dell’azienda la realizzazione di infrastrutture ecologiche o “aree di compensazione ecologica”, cioè siepi o fasce di vegetazione adiacenti al campo coltivato che forniscano ospiti alternativi e siti rifugio per predatori e parassitoidi di insetti dannosi, aumentando in tal modo l’abbondanza dei nemici naturali e la colonizzazione delle colture confinanti che vanno dall’impianto di siepi con essenze arbustive, alla gestione di buffer zone attorno ai campi coltivati, alla semina di strisciate di colture a perdere, alla gestione degli sfalci nei fossi se esistenti. Le infrastrutture ecologiche comprendono anche tutte le aree che sono protette mediante regolamenti delle autorità locali quali le aree di rifugio della fauna e flora, le aree di riequilibrio ecologico e le zone umide in pianura. Il ruolo delle infrastrutture ecologiche è fondamentale in quanto svolgono un ruolo di: conservazione e mantenimento della biodiversità, sono un volano ecologico. Rivestono un ruolo di protezione di specie rare in via d’estinzione e delle specie che beneficiano degli habitat non coltivati. Inoltre rivestono effetti contenitivi degli organismi dannosi alle colture. Inoltre le piante non coltivate hanno effetti positivi nei confronti degli insetti utili in quanto sono rifugio e luoghi di svernamento, fonte di cibo e fonte di ospiti e prede alternative.
A livello aziendale le infrastrutture ecologiche favoriscono i movimenti su piccola scala degli insetti utili, mentre su scala maggiore e all’interno di reti ecologiche complesse fungono da veri e propri corridoi ecologici per l’entomofauna. A volte le specie vegetali affini alle colture possono utilizzati per attrarre i fitofagi potenzialmente dannosi e sottrarli alle colture, attraverso l’impiego di piante trappole o sfalciando le piante erbacee nei momenti più opportuni. Se, qualche volta, la presenza di specie vegetali affini alle colture agrarie fa sì che le aree di compensazioni ecologica possano anche ospitare insetti ed altri organismi dannosi, gli equilibri biologici che in esse si instaurano evitano molto spesso che queste infrastrutture possono fungere da focolai di infestazione per le coltivazioni. Si consiglia comunque di evitare una prevalenza di specie troppo affini alle colture di cavolo (Crucifere).
Di seguito alcuni consigli sulle tipologie di infrastrutture ecologiche che favoriscono la lotta biologica.
Tipologia | Descrizione |
Fasce erbose fiorite | Sono costituite da miscugli di piante annuali, biennali, perenni ai bordi della coltura orticola, sono importanti nella conservazione di fauna e flora e possono essere seminate a fianco della coltura. Le specie consigliate sono: Alisso-Coriandolo-Grano saraceno, Facelia in combinazione con leguminose (trifoglio, favino, erba medica). |
Siepi |
Sono costituite da piante arbustive e arboree. La siepe per essere tale deve essere formata di uno strato molto denso di cespugli bassi, di alcuni cespugli alti, di alberi e di una vegetazione erbacea alla base. Hanno un ruolo fondamentale perché incrementando la varietà biologica di un ambiente, impediscono che poche specie prendano il sopravvento sulle altre come avverrebbe naturalmente. Le siepi possono rappresentare un’area di rifugio e una “BIOFABBRICA” naturale di insetti ed acari utili, soprattutto se sufficientemente sviluppate e circondate da una fascia di rispetto laterale (larga almeno 1,5 m per ogni lato) mantenuta perennemente inerbita con specie erbacee spontanee. Gli alberi e arbusti e le erbacee spontanee, si popolano di numerosi insetti ausiliari (predatori e/o parassitoidi) che facilmente si trasferiscono sulle coltivazioni circostanti nutrendosi di fitofagi dannosi alle specie coltivate. Di seguito si riportano alcune delle specie arbustive consigliate in ambito territoriale riferito, per il ripristino di siepe boschetti in Emilia-Romagna: Prugnolo, Sanguinello, Ligustro, Sambuco, Lantano, Ginestra dei carbonari, Ginestra odorosa, Emero, Ginepro ecc |
Buffer zones | Sono ambienti cuscinetto con funzione isolante (ad es. aree trattate chimicamente e non trattate). |
Piante trappola | Piante coltivate a fianco delle colture target avente funzione di attrarre il fitofago per sottrarlo alla coltura. |
Corridoi ecologici | Sono rappresentati da siepi e margini di campi gestiti secondo una prospettiva di connessione all'interno di una rete ecologica. |
Si consiglia di considerare un’area complessiva investita ad infrastrutture ecologiche pari al 10% della superficie aziendale. Allo stesso tempo deve essere incrementata per quanto possibile la biodiversità ampliando il numero di specie coltivate, ma soprattutto favorendo la permanenza di specie autoctone all’interno di spazi che non devono interferire con la gestione delle colture, ma che devono rappresentare un rifugio per i predatori e gli ausiliari.
In Emilia-Romagna è in vigore il divieto di messa a dimora di piante ornamentali del genere Crataegus (biancospino) diffuso soprattutto nel nostro ambiente, perché sono particolarmente sensibili al batterio Erwinia amylovora e possono costituire fonte di infezione e propagazione del colpo di fuoco batterico.
Avvicendamento colturale
Il DM n. 229771/2022 del 20 maggio 2022, apporta modifiche alle norme tecniche per la gestione delle rotazioni in agricoltura biologica. I principi generali ed i vincoli che riguardano la coltivazione del melone in biologico vengono così riassunti:
La fertilità del suolo e la prevenzione delle malattie è mantenuta mediante il succedersi nel tempo della coltivazione di specie vegetali differenti sullo stesso appezzamento.
In caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che in ambiente protetto, la medesima specie è coltivata sulla stessa superficie solo dopo l'avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa, coltura da sovescio o maggese. Quest’ultimo con una permanenza sul terreno non inferiore a 6 mesi.
La coltura da sovescio è considerata coltura principale quando prevede la coltivazione di una leguminosa, in purezza o in miscuglio, che permane sul terreno fino alla fase fenologica di inizio fioritura prima di essere sovesciata, e comunque occorre garantire un periodo minimo di 90 giorni tra la semina della coltura da sovescio e la semina della coltura principale successiva.
Si consiglia di far precedere al cavolo colture che lasciano una buona fertilità nel terreno. Le colture di cereali possono precedere il cavolo a condizione che venga distribuita abbondante concimazione azotata sulle stoppie per favorire la degradazione dei residui colturali. Nel caso che il frumento preceda il cavolo, si consiglia fra le due colture di intercalare un sovescio utilizzando specie leguminose miscugli privi di crucifere.
L’inserimento di una coltura da sovescio o di una coltura leguminosa è sempre consigliabile. Aldilà dei vincoli legislativi nella coltivazione del cavolo biologico è necessario applicare una rotazione che esercita diverse funzioni.
La successione di specie che richiedono lavorazioni dei terreni e lavorazioni sulle colture, in periodi diversi, o con tecniche diverse consente di eliminare molte infestanti interrompendone il ciclo colturale così da evitare che producano seme e si manifestino quindi nei cicli colturali successivi.
Inoltre la coltivazione di specie che si differenziano per ciclo colturale e spesso per portamento migliora la competizione nei confronti delle erbe infestanti in particolare per l’utilizzo della luce, dell’acqua e delle sostanze nutritive limitandone o soffocandone lo sviluppo.
Riduzione dei parassiti
Il cavolo può andare incontro a problemi di Fusarium, nematodi e insetti terricoli. Sospendendo per qualche anno la coltivazione della stessa specie, questi ultimi, riducono drasticamente la loro presenza nel terreno creando meno danni quando il cavolo tornerà sullo stesso terreno. Specie che possono precedere il cavolo sono i cereali, la lattuga, lo spinacio, la bietola, in generale le cucurbitacee e le solanacee mentre sono da evitare successioni con crucifere che essendo ospiti degli stessi parassiti non porterebbero ad alcuna riduzione della carica parassitaria.
Miglioramento della struttura e tutela del suolo
Le piante sono caratterizzate da diversa tipologia dell’apparato radicale: fittonante nel caso di una grossa radice centrale (medica, barbabietola) oppure fascicolata quando la pianta ha un numero elevato di radici (graminacee in genere). Nell’ambito della rotazione è opportuno alternare specie con diverso apparato radicale, nel caso del cavolo, che richiede un terreno soffice una specie quale la bietola ad apparato radicale fittonante sarebbe l’ideale.
Riduzione delle esigenze di fertilizzanti
Se in precessione al cavolo o comunque nell’ambito della rotazione colture viene inserita una leguminosa, questa arricchirà il terreno attraverso la fissazione dell’azoto atmosferico.
Nella seguente tabella vengono riportati esempi di rotazioni consigliate e sconsigliate:
Precessione |
CONSIGLIATA |
Successione |
Bietola |
CAVOLO |
Frumento |
Spinacio |
Bietola |
|
Cucurbitacee |
Spinacio |
|
Lattuga |
Lattuga |
|
Sovescio (senza crucifere) |
Cucurbitacee |
|
Leguminose |
Sovescio (senza crucifere) |
|
Frumento |
Leguminose |
Precessione | SCONSIGLIATA | Successione |
Altre crucifere |
CAVOLO |
Altre crucifere |
Rucola |
Rucola |
|
Cavoli |
Cavoli |
|
Sovesci con crucifere |
Sovesci con crucifere |
|
Ravanello |
Ravanello |
|
Crucifere da seme (senape,etc) |
Crucifere da seme (senape,etc) |
Sovescio
l sovescio è una pratica molto importante per chi coltiva col metodo biologico e ancor di più per chi ha i terreni in conversione. Con la diffusione sempre maggiore delle tecniche di agricoltura conservativa, assume un ruolo sempre più importante nella gestione della risorsa suolo.
Considerata una buona pratica agricola, il sovescio ha effetti positivi sulle caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del terreno, e rappresenta una pratica imprescindibile in agricoltura biologica qualora l’azienda non disponga di allevamenti o non abbia la possibilità di distribuire ammendanti e matrici organiche in quantità elevate. La tecnica del sovescio consiste nell’interramento di colture erbacee appositamente seminate in purezza o in miscela fra loro.
A seconda delle specie utilizzate il sovescio può avere una o più funzioni:
Mantenere o incrementare la percentuale di sostanza organica nel terreno (miscuglio di graminacee e leguminose). L’incremento è molto lento nel tempo interrando solo biomasse provenienti da sovesci, pertanto per aumentare la quantità di sostanza organica occorrerebbe intervenire anche con apporto di letame, compost o altri fertilizzanti organici;
Apportare azoto alle colture in successione (prevalentemente leguminose);
Ridurre la presenza di parassiti nel terreno (prevalentemente crucifere con funzione biocida).
Per la specifica coltura del cavolo va evitata la presenza di specie della medesima famiglia (Crucifere) con attività biocida o fertilizzante (rafano, senape, etc.) al fine di non creare fenomeni di ristoppio e specializzazione dei parassiti.
Il sovescio è consigliabile venga inserito nell’ambito della rotazione pluriennale aziendale nel rispetto del regolamento sull’agricoltura biologica così da prevederne sullo stesso terreno almeno un ciclo vegetativo ogni tre anni. I sovesci con maggiore potenziale fertilizzante sono quelli a semina autunnale che prevedono l’impiego di specie leguminose associate a graminacee o miscugli commerciali composti da varie specie. È sempre preferibile il sovescio di più specie. Il loro interramento deve essere fatto in primavera nel periodo della fioritura per consentire la produzione di una elevata quantità di biomassa. Il sovescio con finalità fertilizzanti può essere interrato immediatamente dopo lo sfalcio se si predilige la funzione di liberare azoto pronto per le colture da reddito che seguiranno oppure si possono lasciare alcuni giorni ad appassire così che perdano acqua liberando meno azoto pronto, ma stimolando più l’umificazione che la mineralizzazione.
I sovesci di leguminose o con prevalenza di specie leguminose se seminate nell’autunno e interrate in primavera possono apportare una quantità di azoto attorno a 150-200 kg/ha di cui circa il 70-80 % fissato dai batteri nei tubercoli radicali. Di questa quantità oltre i 2/3 sono disponibili per la coltura in successione.
Le graminacee apportano anch’esse quantità discrete di azoto 70-100 kg/ha, ma è azoto sottratto al terreno che evita di essere perso per lisciviazione ma non porta ad un reale arricchimento perché la coltura restituisce all’atto dell’interramento quanto ha assorbito durante la coltivazione.
A volte i sovesci o le colture di copertura non sono considerati come colture di valore, in quanto non generano un profitto diretto e il loro effetto non è immediatamente visibile. Ma per generare un effetto positivo sulla salute del suolo, l’impianto e lo sviluppo della coltura devono essere soddisfacenti. Pertanto è necessario
A volte i sovesci o le colture di copertura non sono considerati come colture di valore, in quanto non generano un profitto diretto e il loro effetto non è immediatamente visibile. Ma per generare un effetto positivo sulla salute del suolo, l’impianto e lo sviluppo della coltura devono essere soddisfacenti. Pertanto è necessario:
- usare seme sano con un alto tasso di germinazione;
- fare una buona preparazione del terreno;
- seminare in condizioni favorevoli, con sufficienti sostanze nutrienti;
- se necessario prevedere l‘irrigazione.
Di seguito si riportano alcuni possibili sovesci per periodo.
Autunno-Vernino
Tipologia di miscuglio | Quantità di seme (kg/ha) | Periodo di semina | Nota per la scelta |
Favino | 170 | Ottobre-Novembre Primavera fino a marzo | Lascia nel terreno alti quantitativi di azoto disponibili rapidamente per la coltura successiva. |
Miscuglio Favino-Veccia-Orzo |
70-15-90 | Ottobre-Novembre | Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. È quello che apporta il maggior quantitativo di elementi nutrivi e sostanza secca |
Miscuglio Favino-Veccia-Triticale |
45-10-140 | Ottobre-Novembre | Miscuglio equilibrato per apportare elementi nutrizionali e sostanza organica. Assieme al miscuglio precedente risulta essere tra quelli che apportano più macroelementi. |
Primaverile - Estivo
Tipologia di miscuglio | Quantità di seme (kg/ha) | Periodo di semina | Nota per la scelta |
Sorgo ibrido | 35-40 | Da Aprile a fine Luglio/primi giorni di Agosto | Utile per apportare grandi quantità di sostanza organica. In serra è bene irrigare la paglia post trinciatura addizionando azoto per favorire la degradazione dei residui colturali. I sorghi ibridi raggiungono altezze di 3-4 metri, discreta la capacità di ricaccio. |
Sorgo sudanese (polisfalcio) | 40 | Da Aprile a fine Luglio/primi giorni di Agosto | Utile per apportare buone quantità di sostanza organica. In serra è bene irrigare la paglia post trinciatura addizionando azoto per favorire la degradazione dei residui colturali. I sorghi polisfalcio si prestano a sovesci che restano a lungo nel terreno e hanno un eccezionali capacità di ricaccio (anche 5 tagli per semine di aprile). |
Sorgo sudanese (polisfalcio)+ Vigna cinese | 28-9 | Da Aprile a metà Luglio | Utile per apportare buone quantità di sostanza organica addizionata ad una leguminosa che apporta azoto. |
Gestione del terreno
Il cavolo viene coltivata prevalentemente in pieno campo, le varietà precoci sono considerate come colture intercalari mentre varietà tardive come coltura principale. In biologico il cavolo è una coltura principale. Si adatta a diversi tipi di terreno e necessita di un terreno ben lavorato, e con una buona concimazione di fondo. Dovrà, inoltre, avere un ottimo drenaggio, poiché la pianta soffre i ristagni idrici e le malattie crittogamiche.
Scelta varietale
La specie cavolo contiene al suo interno una vasta gamma di tipologie coltivabili. La presente linea tecnica fa riferimento alla tipologia “cavolo a testa”. La scelta varietale deve tenere presente gli aspetti produttivi e il comportamento della varietà nei confronti dei parassiti animali e vegetali. Nel caso di produzione aziendale delle piantine è necessario utilizzare varietà resistenti/tolleranti, curare la difesa e la tecnica agronomica per ottenere piante, sane, robuste e ben proporzionate tra parte aerea e radici.
Per la scelta varietale in coltivazione biologica è importante, ove possibile puntare su varietà tolleranti alle comuni virosi della specie.
Di seguito sono indicate alcune varietà più idonee alla coltivazione in biologico suddivise per ciclo vegetativo:
- precoce con ciclo vegetativo minore di 70 giorni da trapianto;
- medio precoce con ciclo vegetativo di 70-90 giorni dal trapianto;
- tardivo con ciclo vegetativo maggiore di 90 giorni dal trapianto.
Cavolo cappuccio
Varietà | Caratteristiche | |
Green Rich (Tokita Sementi) |
Varietà di cavolo cappuccio con ciclo di 65-70 giorni dal trapianto. Pianta compatta, uniforme e con maturazione concentrata. La testa è uniforme, molto piatta, di un ottimo colore verde intenso e dal buon sapore dolce. il peso medio è di kg 1,5-2,0. E' indicata per trapianti primaverili-estivi. Resistenza :Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
|
Benelli (Bejo) |
Tipologia cavolo cappuccio bianco. Ciclo medio tardivo, 70 giorni dal trapianto. In Emilia Romagna periodo di trapianto va dal 15 marzo al 10 agosto. Utilizzato per il mercato fresco e IV gamma. Pezzatura media 1,5-2 Kg, la testa ha forma tonda-appiattita il colore delle foglie è verde chiaro. E’ una pianta rustica di sapore dolce, interno serrato e di ottima qualità. Resistenza :Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
|
Amazon (Bejo) |
Tipologia cavolo cappuccio bianco. Ciclo medio, 70-75 giorni dal trapianto. Al Nord il periodo di trapianto va dal 1 luglio al 10 agosto. Utilizzato per il mercato fresco Pezzatura media 0.8-1,5 Kg (in funzione dei sesti d’impianto) la testa ha forma globosa e liscia delle foglie colore verde medio brillante. Resistenze:Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
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Cerox (Bejo) |
Tipologia cavolo cappuccio bianco. Ciclo medio, 70-80 giorni dal trapianto. In Emilia Romagna periodo di trapianto va dal 15 marzo al 10 agosto. Utilizzato per il mercato fresco ha una buona conservabilità. Pezzatura media 1-1,5 Kg, la testa ha forma rotondeggiante e compatta. Resistenze: Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) ; Xanthomonas campestris pv. Campestris (Xcc) |
|
Biliardo (Blumen) |
Tipologia: verde chiaro. Ciclo 70-80 giorni dal trapianto, (le raccolte possono iniziare già a 60 giorni e si possono protrarre fino a 100 gg dalla messa a dimora delle giovani piantine.) Pianta di ottima vigoria, sana, a portamento allargato della vegetazione laterale ed eretto in quella centrale che proteggono la testa. Ottime dimensioni dell’infiorescenza di colore verde chiaro e ottima densità, sapore mediamente dolce, molto gradevole e persistente. Il peso è di kg 1,900-2,100 con un diametro di cm 20-21, e di kg 3,950 con diametro di cm 21. Resistenza :Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
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Bronco (Bejo) |
Tipologia cavolo cappuccio bianco. Ciclo medio, 75-80 giorni dal trapianto. In Emilia Romagna periodo di trapianto va dal 1 aprile al 5 agosto. Utilizzato per il mercato fresco ha una buona conservabilità. Pezzatura media 1,8-2,2 Kg, la testa ha forma rotonda il colore delle foglie è verde medio. Buona tolleranza alle alte temperature e al sovramaturazione. Resistenze: Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
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Teolo (Blumen) |
Varietà di cavolo cappuccio con ciclo 75-85 giorni. Pianta di buona ed elevata vigoria che si mantiene bene in campo. La testa è pesante, compatta, di colore verde chiaro, con un elevato peso specifico. Il sapore è piacevolmente dolce, aromatico e fresco. Le foglie basali sono grandi ed allargate, le più centrali erette a proteggere lateralmente l’infiorescenza. Tipologia appiattito e colore verde scuro. Il peso è di kg 1,2-1,8 con un’altezza della testa di cm 16,5 ed un diametro di cm 25. Resistenza : Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
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Cyclone F1 (Bejo) |
Tipologia cavolo cappuccio bianco. Ciclo medio, 105 giorni dal trapianto. In Emilia Romagna periodo di trapianto va dal 1 luglio al 20 luglio. Utilizzato per il mercato fresco ha una media conservabilità. Pezzatura media 1-1,5 Kg, la testa ha forma rotondeggiante e compatta. Resistenze: Fusarium oxysporum f . sp. conglutinans. (Foc) |
Cavolo verza
Varietà | Caratteristiche |
Famosa (BEJO) |
Ciclo di maturazione precoce dal trapianto: 70 gg dal trapianto. Pezzatura media 1,5-2 Kg Elevata produttività, pianta molto compatta e presenta una testa di forma rotonda con foglie a bollosità media. Resistenza: Albugo candida (Ac) |
Firensa F1 (BEJO) |
Ciclo di maturazione medio tardivo dal trapianto alla raccolta: 110 giorni. La testa di forma rotondeggiante, con pezzatura media 1,5-1,8 kg. Mediamente tollerante al gelo. Le foglie sono di colore vede scuro, presenta una bollosità molto fine. Testa compatta di forma rotonda. La pianta è di buona vigoria. Ottima produttività. Resistenza: Albugo candida (Ac ) |
Baikal (Syngenta) |
Resiste molto bene alle basse temperature. Indicata per coltivazioni invernali forma piante uniformi e vigorose, con foglie ampio e bollosità intensa. Si presenta di colore verde-grigio con pomo compatto e sferico, dal peso medio di 1.5-2 kg circa. Le foglie sono ampie con bollosità intensa. La testa è di forma compatta e sferica e tollera il freddo. Resistenza: Non rilevata |
Gloriosa (BEJO) |
Ciclo di maturazione tardivo dal trapianto alla raccolta: 120 giorni. Presenta una pezzatura media 1,8-2 Kg, ottima produttività e ottima resistenza la gelo. La testa ha forma rotonda di colore esterno. Foglie di colore verde brillante. Le foglie presentano una bollosità delle foglie fine ed uniforme. Ottimo tenuta in campo e grande tolleranza al gelo. Resistenza: Xanthomonas campestris pv. Campestris (Xcc) |
Sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa
In agricoltura biologica si possono utilizzare solamente sementi e materiale di moltiplicazione certificati provenienti da agricoltura biologica. Considerata l’insufficiente disponibilità da parte del mercato di tale materiale per talune varietà, qualora non sia possibile reperire semente o materiale di moltiplicazione biologico è consentito utilizzare materiale non biologico proveniente da agricoltura convenzionale richiedendo la deroga secondo apposita procedura
Conformemente alla procedura è autorizzata l’utilizzazione di sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo non biologico, purché tali sementi o materiale di moltiplicazione vegetativo rispettino i seguenti vincoli:
- non siano trattati, nel caso delle sementi, con prodotti fitosanitari diversi da quelli ammessi nell’allegato I del Reg. UE 1165/2021, a meno che non sia prescritto, per motivi fitosanitari, un trattamento chimico a norma della direttiva 2000/29/CE del Consiglio per tutte le varietà di una determinata specie nella zona in cui saranno utilizzati;
- siano ottenuti senza l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivati da tali organismi;
- soddisfino i requisiti generali per la loro commercializzazione.
Banca Dati Sementi Biologiche
La Banca Dati Sementi Biologiche è lo strumento informatico messa a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il quale l'operatore biologico può controllare la disponibilità di semente biologiche da parte dei diversi fornitori presenti, effettuare richiesta di interesse verso materiali biologici o in assenza degli stessi effettuare richiesta di deroga.
Le specie o alcune categorie commerciali di una specie di sementi e di materiale di moltiplicazione vegetativa ottenute con il metodo di produzione biologico, sono distinte all’interno della BDSB in tre liste di appartenenza: a) lista rossa: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficiente sul mercato nazionale come biologiche/in conversione, per le quali NON è concessa deroga, salvo i casi in cui sia stato effettuato Ordine nell’anno precedente secondo le indicazioni del Ministero (erba medica e trifoglio alessandrino, frumento duro, frumento tenero, orzo, avena comune e bizantina, farro dicocco e farro monococco);
- b) lista verde: elenca le specie o le categorie commerciali di una specie non disponibili come biologiche/in conversione sul mercato nazionale e per le quali è concessa annualmente una deroga generale;
- c) lista gialla: contenente l’elenco di tutte le varietà delle specie non ricomprese nella lista rossa o verde, per le quali è necessario, tramite la BDSB con accesso in area riservata, effettuare una verifica di disponibilità commerciale ed in presenza di disponibilità sarà necessario effettuare preventivamente una richiesta di interesse verso tutte le aziende fornitrici. Solo dopo aver ricevuto una risposta da tutte le aziende fornitrici o, in alternativa, dopo che siano trascorsi i termini previsti del decreto per la possibile risposta ad una richiesta di interesse (5 giorni lavorativi), sarà possibile richiedere il rilascio della deroga in BDSB.
Le funzionalità della BDSB sono presenti all'interno dei servizi del SIAN accedendo con credenziali utente accreditato. È possibile altresì una pagina di consultazione pubblica del materiale biologico disponibile.
Scelta della tecnica d'impianto
Il trapianto è la tecnica d’impianto più diffusa le piantine sono allevate in contenitori alveolati. Il tempo necessario per l’ottenimento di una piantina varia da 60 giorni nella stagione invernale ai 30-40 durante il periodo primaverile-estivo. Le distanze d’impianto sono in relazione della cultivar, da 40 a 60 cm fra le file e da 40-50 lungo la fila. Densità maggiore vengono adottate per le cultivar precoci. Per quanto riguarda in Emilia-Romagna l’epoca del trapianto va da circa metà marzo fino alla prima decade di agosto per raccolte da giugno fino a dicembre - gennaio.
Sesti d’impianto e densità di investimento
Tipo d’impianto | Distanza tra le file (m) | Distanza sulle file (m) |
Densità (n. p.te/ha) |
Impiego di pacciamatura |
Pieno campo | 40-60 | 40-50 | 62.500-33.300 | Consigliabile |
Fertilizzazione
Assieme alle altre pratiche agronomiche la fertilizzazione ha come obiettivo fondamentale il mantenimento e miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche e dell’attività biologica (fertilità) del terreno agrario, al fine di ottenere produzioni biologiche quantitativamente e qualitativamente valide.
La fertilità e l’attività biologica del suolo possono essere mantenute o aumentate, attraverso:
- un adeguato programma di rotazioni (inserendo la pratica del sovescio);
- la somministrazione di ammendanti organici e/o materiale organico compostato; è consigliata la distribuzione di ammendanti al terreno al momento della aratura o della lavorazione più profonda. Concimi organici commerciali possono essere distribuiti anche in occasione della preparazione del letto di semina a condizione che si conoscano i tempi di rilascio dell’azoto. Infine una quota di concimi organici deve essere distribuita dopo il trapianto per garantire l’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo. In questo caso è preferibile l’apporto tramite fertirrigazione e/o concimazione fogliare;
- interramento dei residui di coltivazione delle precedenti colture;
- una scelta ottimale della successione tra le colture da reddito.
Per applicare al meglio le diverse soluzioni devono essere note le caratteristiche chimico fisiche e biologiche del terreno su cui si intende operare, da evidenziarsi attraverso analisi del terreno oggetto di coltura biologica.
In funzione della coltura che si vorrà impiantare (c. cappuccio), i risultati delle analisi chimico-fisiche e di altri parametri (climatici, agro-ambientali ecc), dovrà essere predisposto un opportuno piano di fertilizzazione al fine di calibrare i diversi interventi in base alle effettive esigenze della coltura e del mantenimento-incremento della fertilità del suolo (bilancio). In alternativa all’esecuzione del bilancio si possono distribuire i fertilizzanti nelle quantità predefinite sulla base della dotazione del terreno e di alcune variabili come indicato nelle tabelle di apporto per la concimazione azotata, fosfatica e potassica.
Valori di asportazione per cavoli (kg/1 t di prodotto t.q.)
Elemento | Asporto Melone |
N | 3,1 |
P2O5 | 1,75 |
K2O |
4 |
Ca | 3,5 |
Mg | 0,5 |
Assorbimento teorico medio (kg/ha) degli elementi nutritivi principali in funzione della produzione presunta di frutti tal quale (t/ha).
Elementi nutritivi | Produzione (t/ha ) | |
27 | 50 | |
N | 83 | 153 |
P2O5 | 47 | 87 |
K2O |
108 | 200 |
Apporti
Si devono utilizzare prevalentemente concimi organici che contengano i tre principali elementi della fertilità: azoto, fosforo e potassio oltre ad una serie di altri meso e micro elementi. Si ricorda che le matrici organiche utilizzabili in biologico previste dall’allegato I del Reg. UE 889/08 e aggiornamenti successivi.
L’esigenza di apportare azoto determina la quantità di concimi organici che è necessario distribuire; le quantità di fosforo e di potassio sono conseguenti alle quantità distribuite per apportare azoto. Solo nel caso si debbano apportare quantità di fosforo e di potassio aggiuntive, queste possono essere distribuite attraverso fertilizzanti fosfatici e potassici di origine naturale.
Considerando che mediamente il ciclo colturale del cavolo è compreso tra i 70 e i 110 giorni, una linea di concimazione che può essere utilizzata da aziende che non dispongono di ammendanti è quella di distribuire 0.6-0.7 t/ha di concime organico commerciale con titolo 10-12% di Azoto prima del trapianto a cui far seguire interventi fertirrigui con concimi organici liquidi o solubili in acqua per apportare complessivamente almeno 90/95 unità di azoto /ha.
E’ comunque possibile distribuire tutto il fertilizzante in pre-trapianto come concimazione di fondo nei casi in cui non si voglia o non sia possibile frazionarlo in più interventi dovuto ad esempio ai maggiori costi o alla possibilità che gli elementi nutritizi non vengano messi a disposizione delle piante nelle quantità e nei tempi dovuti.
Si riportano di seguito i consigli sugli apporti da modulare sulla base delle analisi del proprio terreno, dell’avvicendamento colturale, della destinazione del prodotto in funzione della sua pezzatura: mercato fresco e comunità/industria e dell’introduzione nelle rotazioni della pratica del sovescio.
Apporti azoto produzioni medie
Decrementi |
(produzione media 27t/ha) Dose standard N |
Incrementi |
- 20 kg: se si prevedono produzioni inferiori 27 t/ha; - 16 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica; - 16 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 15 kg: in caso di successione a sovescio di leguminose e gramicacee; - 17 kg dal terzo ciclo in poi in caso di cicli ripetuti - 13 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose; |
105-120 kg/ha |
+20kg: se si prevedono produzioni superiori a 27 t/ha; +16 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione); +24 kg: in caso di successione ad un cereale con paglia interrata; +16 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante la coltivazione (dati bollettino); +12kg: per la coltura semiforzata in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo dal 1 ottobre al 28 febbraio. |
Apporti fosforo produzione media
Decrementi |
(produzione media 27 t/ha) Dose standard P2O5 |
Incrementi |
- 12 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 27 t/ha. - 8 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 15 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose e graminacee |
65-75 kg/ha (in caso di terreni con dotazione normale) 95 kg/ha: (in caso di terreni con dotazione scarsa) 25 kg/ha: (in caso di terreni con dotazione elevata) |
+ 12kg: se si prevedono produzioni superiori a 27 t/ha;
+ 8 kg: in caso di basso tenore di sostanza organica nel suolo; |
Apporti potassio produzione media
Decrementi |
(produzione media 26 t/ha) Dose standard K2O |
Incrementi |
-24 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 27 t/ha. - 24 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 14 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose e graminacee. |
120 kg/ha (in caso di terreni dotazione normale) 150 -160- kg/ha (in caso di terreni con dotazionep scarsa) 24 kg/ha: (in caso di terreni con dotazione elevata.)
|
Apporti azoto produzioni alte
Decrementi |
(produzione media 50 t/ha) Dose standard N |
Incrementi |
- 20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 50 t/ha; -16 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica ; -16 kg: in caso di apporto di ammendanti alla precessione; -15 in caso di successione a sovescio di leguminose e graminacee |
130-145 kg /ha |
20kg: se si prevedono produzioni superiori a 50 t/ha; +16 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione); +24 kg: in caso di successione ad un cereale con paglia interrata; +16 kg: in caso di forti escursioni termiche e precipitazioni anomale durante la coltivazione (dati bollettino); +12kg: per la coltura semiforzata in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo dal 1 ottobre al 28 febbraio. |
Apporti fosforo produzione alte
Decrementi |
(produzione media 50 t/ha) Dose standard P2O5 |
Incrementi |
12 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 50 t/ha. - 8 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 14 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose e graminacee |
65-75 kg/ha (per terreni con dotazione normale) 95 kg/ha (in caso di terreni con dotazione scarsa) 32 kg/ha (per terreni con dotazione elevata) |
+ 12kg: se si prevedono produzioni superiori a 50 t/ha; + 8 kg: in caso di basso tenore di sostanza organica nel suolo; + 16 kg: trapianti effettuati prima del 30 aprile in pieno campo. |
Apporti potassio dotazione alte
Decrementi |
(produzione media 50 t/ha) Dose standard K2O |
Incrementi |
- 24 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 50 t/ha.
- 24 kg: in caso di apporto di ammendante alla coltura in precessione; - 14 Kg: in caso di successione a sovescio di leguminose e graminacee |
145 kg/ha (per terreni con dotazione normale) 175-185 kg/ha (per terreni con dotazione scarsa) 65 kg/ha (per terreni con dotazione elevata) |
+ 24 kg: se si prevedono produzioni superiori a 50 t/ha. |
Irrigazione
L’irrigazione è una pratica fondamentale in quanto se ben dosata fa aumentare la produzione. Le irrigazioni devono essere costanti, al fine di mantenere il terreno sempre umido. Per coltivare il cavolo senza incorrere nelle temute malattie fungine è importante irrigare direttamente il terreno, avendo cura di non bagnare le foglie e dirigere il getto d’acqua sul terreno. Da preferire è il metodo a goccia.
Le esigenze idriche sono notevoli. Si calcola che per la formazione di 1 kg di sostanza secca siano necessari 500 litri di acqua. Il massimo fabbisogno idrico si registra durante la formazione della testa.
Un eccesso di acqua, dopo un periodo di siccità, può causare spaccature delle teste.
L’irrigazione è indispensabile nel periodo primaverile estivo soprattutto in fase di trapianto e ingrossamento della testa; le disponibilità idriche debbano essere diminuite quando la testa è completamente sviluppata al fine di evitare spaccature.
Il metodo di irrigazione consigliato è quello per aspersione nei mesi più caldi dell’anno nei restanti si preferisce la manichetta sotto pacciamatura. Un primo intervento a basso volume (150-200 m3/ha) è necessario subito il trapianto. Successivamente si consiglia di applicare al dato di evapotraspirazione giornaliera i seguenti coefficienti colturali: maggio 0,8; giugno-agosto 1,0; settembre 0,8. Per mantenere il terreno costantemente umido, gli agricoltori possono applicare un sottile strato di pacciame sul terreno
Irrinet/Irriframe
Irrinet/Irriframe è il servizio irrigazione realizzato dal CER, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico che viene calcolato ogni giorno con:
- i dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima);
- i dati pedologici forniti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER;
i dati di falda della rete di rilievo del Servizio Sviluppo Sistema Agroalimentare della RER elaborati da I
Gestione del suolo e controllo delle infestanti
Cure colturali
All’interno dei vivai o al momento del trapianto è bene bagnare la torba attorno all’apparato radicale con una soluzione contenente micorrize, idrolizzati vegetali o animali, estratti di alghe con funzione biostimolante; questa operazione può essere svolta immergendo il materiale vivaistico (cubetto di torba) nella soluzione precedentemente preparata oppure per irrorazione. Durante il ciclo colturale, si consiglia di effettuare adeguate lavorazioni meccaniche al terreno (1 o 2 interventi) con apposite attrezzature che alla funzione di eliminare le infestanti associano quella di arieggiare il terreno in caso di formazione di crosta. Eliminare costantemente le erbe spontanee in quanto ospiti di numerosi parassiti. Per il loro contenimento, risulta efficace l’utilizzo della pacciamatura.
Controllo delle infestanti
Non essendo ammesso in biologico l'utilizzo di qualsiasi tipo di prodotto chimico di sintesi e non essendo incluso in Allegato I nessun principio fitosanitario con azione dichiaratamente diserbante, il controllo delle erbe infestanti su cavolo cappuccio biologico si basa sulla messa in atto delle buone pratiche agronomiche che direttamente o indirettamente esplicano una attività di contenimento delle infestanti e sull’insieme di interventi meccanici e fisici diretti all’eliminazione delle erbe spontanee.
- rotazione agronomica;
- preparazione anticipata del letto di semina (falsa semina);
- trapianto-semina in monofila (in assenza di pacciamatura)
- sovescio;
- anticipo o ritardo nell'epoca di semina/trapianto;
- pacciamatura;
- pulizia dei fossi e delle capezzagne;
- impiego di sostanza organica matura (ammendati);
- lavorazioni meccaniche;
- solarizzazione.
Pacciamatura
È una tecnica colturale che ha come finalità principale il controllo/contenimento dello sviluppo delle erbe infestanti; nello stesso tempo, come verrà descritto più avanti può considerarsi una tecnica di gestione del suolo. Consiste nell'effettuare una copertura parziale lungo la fila (fila semplice, fila doppia ecc), di larghezza variabile a seconda della densità d’impianto, con materiali naturali, biodegradabili (preferibili) o sintetici in grado di impedire lo sviluppo delle infestanti, grazie alle aperture/fori di diversa area praticate, permette alla coltura di emergere e compiere il proprio ciclo produttivo.
I vantaggi derivanti dalla pacciamatura sono:
- forte riduzione delle operazioni di sarchiatura (limitata alle interfile);
- mantenimento della struttura del suolo, in quanto si evita/limita la formazione di croste superficiali, il compattamento e la formazione di crepe/fessurazioni più o meno profonde
- controllo diretto delle infestanti attraverso:
- riduzione/sospensione del processo di fotosintesi clorofilliana da parte delle infestanti nel caso di utilizzo di film scuro (buio);
- incremento della temperatura nell’ambiente circoscritto tra il film e il terreno che può causare la “lessatura” delle foglie e quindi la morte dell’infestante nel caso si utilizzi film trasparente.
- maggiore efficacia dell’irrigazione/fertirrigazione, tramite manichetta posta sotto il materiale pacciamante. In questa maniera eliminando l’irrigazione per aspersione si evita lo sviluppo delle infestanti nelle interfile;
- impatto sul microclima al disotto del film pacciamante, nelle colture protette precoci la pacciamatura determina il riscaldamento del terreno, il calore immagazzinato viene rilasciato durante la notte, evitando così il congelamento delle radici delle piante.
- incremento della temperatura del suolo:
- per effetto serra utilizzando film in polietilene trasparente;
- per assorbimento da parte del film dell’energia dei raggi solari che sottoforma di calore viene ceduta al terreno (conduzione e/o convezione) utilizzando film più o meno scuri.
- riduzione del processo di evaporazione, con conseguente effetto di preservazione delle risorse idriche disponibili per la coltura (risparmio idrico) e riduzione dell’evaporazione di azoto ammoniacale.
- crea un ambiente migliore per lo sviluppo delle colture con minor insorgenza di malattie fungine per la separazione fisica tra terreno e parte aerea della pianta, ed un effetto di respingimento nei confronti di taluni insetti in funzione del colore esterno del film utilizzato.
- favorisce una migliore gestione agronomica della coltura.
Operazioni pre-pacciamatura:
- lavorazione del terreno,
- eliminazione delle infestanti (ad es tecnica della falsa semina),
- concimazione di fondo,
- posizionamento della manichetta per irrigazione/fertirrigazione,
- stesura del materiale pacciamante.
Materiali
Si possono utilizzare film di origine plastica come polietilene (PE), polietilene additivato, oppure film di origine biologica come i derivati della cellulosa, di amido di mais o di diverse combinazioni tra i due. Nel caso di utilizzo di film plastico a fine ciclo o dopo più cicli è necessario recuperare il materiale con conseguente aggravio dei costi di manodopera e di smaltimento (rifiuto speciale), a cui si somma la possibilità di inquinamento del suolo dovuta a residui plastici non raccolti. Nel caso di film biodegradabili è possibile evitare la raccolta affidandosi alla sua capacità di degradarsi; nel suolo si trasforma in sostanza organica, acqua e anidride carbonica. La velocità di degradazione varia in funzione del materiale utilizzato (i derivati del mais degradano più velocemente rispetto ai derivati della cellulosa), in base alla fertilità del suolo e della sua carica microbica, da alcuni fattori ambientali come l’irraggiamento solare, i regimi termici ecc. Un buon materiale deve possedere adeguate caratteristiche meccaniche, rimanere pressoché integro fino al termine del suo utilizzo e successivamente degradarsi velocemente. Per questi motivi, attualmente come materiale biodegradabile e compostabile (bioplastica) viene utilizzato prevalentemente film ottenuto dalla lavorazione dell’amido di mais, che pur essendo più costoso in fase di acquisto risulta avere migliori proprietà di biodegradabilità rispetto i film derivati dalla cellulosa, una buona durata (da 60 gg a 6 mesi in funzione dei cicli produttivi, dello spessore del film, più è spesso e maggiore è la sua durata in campo, del clima e dei periodi dell’anno in cui è utilizzato) e buone caratteristiche fisico meccaniche.
In generale a seconda del grado di trasparenza dei film si evidenziano i seguenti effetti:
- film scuro: scalda meno il suolo, non provoca bruciature estive ed evita lo sviluppo delle malerbe; risulta avere una resistenza meccanica superiore ai film trasparenti.
In definitiva l’utilizzo di film biodegradabili confrontandolo con quello in PE può contribuire alla:
- sostenibilità ambientale di questa tecnica colturale
- riduzione dei costi considerando la possibilità di utilizzare film sottili ed evitare il recupero in campo, lo smaltimento e il riciclaggio.
Gestione dei parassiti e delle malattie delle piante
Misure preventive
In coltivazione biologica il ricorso alle sostanze attive avviene solo nei casi in cui le misure previste all'articolo 12 del Reg (UE) n. 848/2018 non consentano di proteggere adeguatamente la coltura da parassiti e malattie. Il piano di rotazione, di gestione del terreno e l’infrastrutturazione ecologica dell’azienda e degli appezzamenti coltivati deve tenere conto anche della necessità di evitare pressione eccessiva dei parassiti e dei patogeni.
La difesa diretta dalle patologie fungine, in agricoltura biologica, prevede l’impiego di prodotti che esercitano un’azione di copertura, impedendo l’insediarsi del patogeno al momento del suo arrivo sulla superfice fogliare, per esplicare il loro effetto devono quindi essere presenti sulla pianta prima che si verifichino le condizioni predisponenti la malattia.
Le sostanze attive ed i corroboranti con funzione di induttori di resistenza (chitosano) o di colonizzatori dell’ambiente (microorganismi) devono essere utilizzati con congruo anticipo per permettere alle piante di attivare le loro difese immunitarie o per permettere ai microorganismi di colonizzare la superfice dei vegetali.
La difesa diretta dai parassiti animali quali insetti ed acari prevede l’impiego di formulati commerciali che non sono dotati di lunga persistenza né di proprietà sistemiche (penetrazione nel sistema linfatico della pianta), per sfruttarne al meglio l’efficacia è quindi necessario che i prodotti di contatto colpiscano il bersaglio, mentre i prodotti che agiscono per ingestione devono essere distribuiti alla prima comparsa delle forme giovanili dell’insetto.
Le modalità di impiego dei prodotti fitosanitari
É ammesso l'uso delle sole sostanze attive autorizzate in agricoltura biologica ed elencate in Allegato I Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, purché nel rispetto delle condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/09). Per l’indicazione in relazione alla tipologia di avversità si rimanda all’Allegato 1 - Difesa fitosanitaria.
Uso del rame in agricoltura biologica
Sono ammessi composti del rame sotto forma di idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico.
La recente revisione europea del rame (Reg. UE 1981/18) ha modificato i massimali ammessi secondo quanto segue: sono autorizzati esclusivamente gli impieghi che comportano un'applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni.
La modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari
Le attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari devono essere oggetto di periodiche manutenzioni e devono essere tarate dagli appositi centri, come previsto dal PAN, a partire dal 1° Gennaio 2021 la cadenza di controllo funzionale e regolazione strumentale delle irroratrici debba essere effettuata ogni tre anni. Nel caso di aziende miste è opportuno prevedere attrezzature dedicate alla coltivazione biologica, in alternativa è necessario pulire le attrezzature se utilizzate in precedenza con sostanze attive non ammesse in biologico e adottare procedure idonee a verificare l’efficacia di tale pulizia.
Controllo funzionale e regolazione delle irroratrici.
Il controllo e la regolazione delle irroratrici devono essere eseguiti presso i Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale n.1862/2016.
Le aziende agricole in produzione biologica che applicano la Misura 11 del PSR 2014-20 e la Misura 214 – Azione 2 del PSR 2007-13, devono sottoporre le attrezzature aziendali per la distribuzione dei fitofarmaci, al controllo funzionale ed alla regolazione strumentale volontaria (“regolazione strumentale”), come definito dalla Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Per le aziende che aderiscono allo SRA29 a partire dal 1/1/2023 l’obbligo della regolazione delle irroratrici non è più in vigore; nonostante questa indicazione la regolazione delle irroratrici è fortemente consigliata. L’obbligo della regolazione permane per le aziende aderenti alla SRA19 – Azione 1.
Nota: sulla base di disposizioni assunte a livello regionale, si segnala che il collaudo dell’irroratrice dopo scadenza dell’attestato di conformità può essere rimandato a condizione che le previste operazioni di controllo funzionale e regolazione strumentale risultino attuate prima di qualsiasi trattamento eseguito successivamente alla scadenza dell’attestato stesso.
Ne deriva che nessun trattamento fitosanitario può essere eseguito con attestato di conformità scaduto.
Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Avversità e difesa fitosanitaria
Si rimanda alla sezione Allegato 1 Difesa – SCHEDA PER LA DIFESA FITOSANITARIA DEL CAVOLO
Raccolta
La raccolta avviene quando la testa ha raggiunto le dimensioni desiderate, ben formate e compatte. Raccogliere anticipatamente significa raccogliere teste non completamente piene, mentre ritardare la raccolta può significare l’ottenimento di una produzione scadente a causa di possibili rotture o marcescenze della teste stesse.
Come regola generale, nella maggior parte delle varietà, i cavoli sono pronti per essere raccolti da 75 a 88 giorni dopo il trapianto. Esistono varietà molto precoci che possono essere raccolte a 55 giorni dal trapianto. Alcune varietà tardive maturano circa 95-105 giorni dopo il trapianto. Alcune varietà hanno bisogno di rimanere in campo un paio di settimane dopo aver formato una testa solida e soda. Al contrario, alcune varietà necessitano di essere raccolte subito dopo aver raggiunto la maturità.
Epoca
Il momento della raccolta viene stabilito quando pezzatura e consistenza sono quelli propri della varietà utilizzata. Il momento della raccolta risulta di grande importanza, in quanto la raccolta tardiva riduce la conservabilità mentre quella anticipata comprometta la qualità del prodotto. In funzione anche del mercato a cui è indirizzato il prodotto.
Modalità
Per il prodotto destinato al mercato fresco la raccolta avviene manualmente, l’operatore taglia il cavolo cappuccio dalla sua base con un coltello affilato e si asportano le foglie esterne. I cappucci si raccolgono quando hanno raggiunto il massimo sviluppo, con palla ancora serrata, prima che le foglie embricate tendono ad aprirsi. La sovra maturazione può favorire la spaccatura dei cappucci.
Cose importanti sulla raccolta del cavolo :
- Raccogliere quando la testa del cavolo raggiunge la sua piena dimensione.
- Il cavolo cappuccio è pronto per la raccolta quando la sua testa è soda e completamente formata.
- Controllare periodicamente la consistenza del cavolo. Quando raggiunge una dimensione di 12 cm, possiamo strizzarlo per testarne la fermezza.
- Se notiamo che le teste di cavolo iniziano a spaccarsi, dobbiamo raccoglierle senza indugio.
- Dopo la raccolta, le piante di cavolo cappuccio devono essere conservate immediatamente in un luogo ombreggiato.
- Nella maggior parte dei casi, la temperatura corretta per conservare il cavolo è compresa tra 0-4 °C. Come regola generale, necessita di un luogo freddo e umido con circa il 95% di umidità.
Scheda per la difesa fitosanitaria
Misure preventive
Evitare irrigazioni tardive in prossimità della raccolta per limitare la risalita degli elateridi
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Azadiractina
Bacillus thuringensis
Spinosad
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
- Distruggere in inverno i fusti d'inverno dopo la raccolta
Principi fitosanitari e sostanze di base
Azadiractina
Maltodestrina
Sali potassici degli acidi grassi
Piretrine pure
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Maltodestrina
Olio essenziale di arancio dolce
Sali potassici di acidi grassi
Beauviera bassiana
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
Coprire con Tessuto non tessuto TNT dopo una settimana dal trapianto per 20 gg.
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Fosfato ferrico
Misure preventive
- Coprire con Tessuto non tessuto TNT dopo una settimana dal trapianto per 20 gg.
- Eliminare le crucifere spontanee
- Distruggere i residui delle colture di cavolo durante l’inverno
- Controllare le ovodeposizioni con trappole-uova
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
Coprire con Tessuto non tessuto TNT dopo una settimana dal trapianto per 20 gg.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Azadiractina
Bacillus thuringiensis
Spinosad
Ortica
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Olio essenziale di arancio dolce
Sali potassici degli acidi grassi
Spinosad
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
- Evitare ristagni idrici nel terreno
Misure preventive
- effettuare ampie rotazioni
- non adottare alte densità d'impianto
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici
Idrogeno carbonato di potassio
Equiseto
Chitosano
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
- arieggiare le serre e i tunnel
- effettuare ampie rotazioni
- eliminare le piante ammalate
- utilizzare varietà poco suscettibili
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus subtilis
Coniothyrium minitans
Trichoderma asperellum
Trichoderma harzianum
Eugeniolo-timolo-geraniolo
Misure preventive
- effettuare ampie rotazioni
- eliminare le piante ammalate
- intervenire in funzione di condizioni climatiche favorevoli: alta umidità e temperatura di 16-20°C
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Zolfo
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Principi fitosanitari e sostanze di base
Olio essenziale di arancio dolce
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
- effettuare ampie rotazioni
- favorire il drenaggio del suolo
- allontanare le piante e le foglie infette
- distruggere i residui delle colture malate
- non adottare alte densità d'impianto
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici
Chitosano
Equiseto
Ortica
Corroboranti
Aceto
Bicarbonato di sodio
Estratto glicolico a base di flavonoidi
Estratto integrale di castagno a base di tannino
Gel di silice
Lecitina
Olio vegetale alimentare
Propolis
Sapone molle e/o di marsiglia
Misure preventive
ampie rotazioni colturali (almeno 4 anni)
evitare irrigazioni eccessive
concimazioni azotate equilibrate
evitare ferite alle piante durante periodi particolarmente umidi
impiegare seme sano
Principi fitosanitari e sostanze di base
Prodotti rameici