Normativa di riferimento
Le seguenti indicazioni tecniche fanno riferimento a quanto previsto dai Regolamenti dell’Unione Europea che normano gli ambiti dell’agricoltura biologica inerenti alle produzioni vegetali: Reg. UE 848/2018 (relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – obiettivi, principi e norme generali), il Reg. UE 1165/2021 (utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica). Le disposizioni applicative si trovano nel DM 229771/2022 e vanno a completare il quadro normativo nazionale.
Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari i principi elencati in Allegato I (Sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari autorizzati per l’uso nella produzione biologica) del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche ed integrazioni, devono rispettare almeno le condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/2009). Condizioni più restrittive per l’uso nella produzione biologica sono specificate nella seconda colonna di ciascuna tabella.
Per quanto riguarda i concimi, ammendanti e nutrienti, l’elenco di matrici presenti in Allegato II del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, viene integrato a livello nazionale dall’Allegato 13 (Elenco dei fertilizzanti idonei all’agricoltura biologica) del Dlgs. 75/2010 e successive modifiche.
Il MASAF mette a disposizione alcune Banche Dati sui prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica consultabili liberamente sulla piattaforma SIAN ai seguenti link:
Vocazionalità
L’ambiente climatico
Il ciliegio è una specie frutticola che ha una larga diffusione in diverse situazioni ambientali, adattandosi a climi più vari. I rischi climatici maggiori riguardano, in particolare, situazioni di elevata umidità in fioritura, che possono agevolare infezioni fungine (es. monilia) e quelle di ritorni di freddo primaverili, che possono provocare danni a gemme, fiori aperti o frutticini appena allegati. Nel periodo della maturazione può presentarsi il problema, soprattutto nelle varietà precoci od a polpa soda, di prolungate precipitazione piovose, seguite da innalzamento dell’umidità dell’aria, che provocando un assorbimento osmotico di acqua o nebbia da parte del frutto, aumentano il turgore delle cellule, causando la spaccatura dei tessuti della buccia ed il conseguente deprezzamento della produzione. Tale problematica si manifesta prevalentemente nelle varietà precoci od a polpa soda. Ne consegue che sono da evitare, per la coltivazione del ciliegio, le zone climatiche caratterizzate da primavere umide, piovose o con possibilità di ritorni di freddi tardivi. Per limitare questa problematica è consigliabile l’utilizzo di reti anti-pioggia soprattutto negli impianti dove sono presenti reti anti-insetto.
L’ambiente pedologico
Il ciliegio richiede un terreno fertile, permeabile e profondo, con ampi valori di pH e mal si adatta a terreni umidi e argillosi. Fondamentale è lo sgrondo delle acque in quanto un eventuale ristagno idrico può portare alla morte della pianta analogamente a quanto avviene in casi di prolungata siccità.
Infrastrutture ecologiche
L’azienda biologica deve poter contare sul massimo controllo naturale dei parassiti e sul massimo isolamento da possibili fonti di inquinamento. Per tale motivo va promossa, all’interno dell’azienda, la realizzazione di infrastrutture ecologiche o “aree di compensazione ecologica”, cioè siepi o fasce di vegetazione adiacenti al campo coltivato, che forniscano ospiti alternativi e siti rifugio per predatori e parassitoidi di insetti dannosi, aumentando in tal modo l’abbondanza dei nemici naturali e la colonizzazione delle colture confinanti che vanno dall’impianto di siepi con essenze arbustive, alla gestione di buffer zone attorno ai campi coltivati, alla semina di strisciate di colture a perdere, alla gestione degli sfalci nei fossi se esistenti.
Le infrastrutture ecologiche comprendono anche tutte le aree che sono protette mediante regolamenti delle autorità locali quali le aree di rifugio della fauna e flora, le aree di riequilibrio ecologico e le zone umide in pianura.
Si consiglia di considerare un’area complessiva investita ad infrastrutture ecologiche funzionale alla gestione aziendale.
Allo stesso tempo deve essere incrementata, per quanto possibile, la biodiversità ampliando il numero di specie coltivate, ma soprattutto favorendo la permanenza di specie autoctone all’interno di spazi che non devono interferire con la gestione delle colture, ma che devono rappresentare un rifugio per i predatori e gli ausiliari.
Per i nuovi impianti evitare le essenze che possono ospitare Drosophila suzukii (ad es. rovi, sambuco, gelso, caprifoglio, viburno, corniolo, ciliegio selvatico e amarene).
Sovescio
Il sovescio è una pratica che ha una certa diffusione in frutticoltura biologica e biodinamica. Anche in Emilia Romagna sono state condotte alcune prove sperimentali con risultati decisamente interessanti (P. A. Schiatti 2005). In linea di massima la tendenza è quella di utilizzare prevalentemente specie appartenenti a 3 gruppi principali:
- le leguminose per la capacità di azotofissazione;
- le graminacee per l’azione antilisciviante dell’azoto, di redistribuzione nel suolo e per incrementare il rapporto C/N;
- le crucifere per l’azione biocida.
A queste si aggiungono altre specie che hanno fondamentalmente la capacità di limitare la crescita della vegetazione spontanea per la loro rapidità di crescita, oltre a quello di aumentare la sostanza organica nel terreno, dopo l’interramento, e la quantità di elementi nutritivi. Talvolta l’effetto è eccessivo e competitivo anche per le specie seminate. Quindi occorre trovare le dosi e l’equilibrio giusto. Ogni specie ha un diverso grado di adattamento alle condizioni pedo-climatiche di ogni specifico territorio, così come alle variazioni riscontrabili da un anno all’altro. La tendenza è quindi quella di impiegare un numero ampio di specie. Le ditte sementiere propongono diversi tipi di miscugli che possono arrivare anche alle 15-20 specie anche certificate bio.
Famiglia | Specie | Clima e suolo |
Graminacee | Orzo | resistente al freddo, resistente alla siccità |
Avena | sensibile al freddo, rustica | |
Loiessa | resistente al freddo, sensibile alla siccità | |
Loietto italico | resistente al freddo, rustica | |
Segale | resistente al freddo, sensibile alla siccità ed ai terreni calcarei | |
Leguminose | Veccia sativa | sensibile al freddo, prostrata |
V. villosa - vellutata | resistente al freddo, resistente alla siccità, prostrata | |
Trifoglio bianco | resistente al freddo, buona res. alla siccità, autoriseminante | |
Trifoglio violetto | abbastanza res. al freddo, discreta res. alla siccità, no ristagno | |
Trifoglio alessandrino | sensibile al freddo, resistente alla siccità | |
Trifoglio incarnato | resistente al freddo, terreni sciolti non calcarei | |
Trifoglio squarroso | sensibile al freddo, adatto a terreni argillosi e siccitosi | |
Trifoglio persiano | sensibile al freddo, adatto a terreni argillosi e siccitosi | |
Pisello da foraggio | sensibile al freddo, meglio semine primaverili | |
Favino | sensibile al freddo, molto rustico adatto a terreni argillosi | |
Lupinella | resistente al freddo, adatto alla montagna, mellifero | |
Ginestrino | buona resistenza al freddo, resistenza a siccità e umidità | |
Lupolina | buona resistenza al freddo, adatta a terreni calcarei e profondi | |
Sulla | sennsibile al freddo, resistente al calcare ed alla siccità | |
Crucifere | Colza | resistente al freddo, resistente alla siccità |
Ravizzone | resistente al freddo, scarsa resistenza alla siccità | |
Senape bianca | resistente al freddo, resistente alla siccità ed al calcare | |
Senape nera | resistente al freddo, resistente alla siccità | |
Poligonacee | Grano saraceno | resistente al freddo, sensibile alla siccità, rapida crescita |
Idrofillacee | Facelia | rustica, rapida crescita, efficace contro malerbe, mellifera |
Scelta varietale
La scelta varietale gioca un ruolo importante sia per gli aspetti produttivi che per la difesa dalle malattie per le produzioni biologiche e deve essere fatta valutando le specifiche condizioni pedoclimatiche in cui si opera. Per i nuovi impianti è fatto obbligo utilizzare materiale certificato (certificazione rilasciata dal vivaista autorizzato), come riportato nella Determinazione regionale n°132 del 28/01/2019
La scelta varietale deve essere orientata sulla base della potenziale resistenza o tolleranza varietale alle malattie in relazione alle specificità dei diversi areali di coltivazione. Un aspetto molto importante riguarda la scelta di varietà autofertili oppure molto produttive (che garantiscono una ottima produttività degli impianti) ma che al contempo garantiscano grossa pezzatura dei frutti e buone caratteristiche organolettiche. Al fine di ottenere produzioni di qualità spesso è necessario provvedere al diradamento dei frutticini allegati.
CILIEGIO– Lista varietale per la coltivazione biologica – Regione Emilia-Romagna
VARIETÀ EPOCA DI RACCOLTA (± gg da Burlat) |
Nimba* -5 |
Royal Tioga* -3 |
Rivedel* Early Lory Earlise® -2 |
Pacific Red* +5 |
Rocket* +7 |
Carmen* +9 |
Mariant* Giant Red® +9 |
PA2UNIBO* Sweet Lorenz ® +10 |
Vera* +10 |
Grace Star* +11 |
Marysa® PA6UNIBO* +12 |
Sumste* Samba® +13 |
PA3UNIBO* Sweet Gabriel ® +16 |
Linda +17 |
Black Star* +18 |
PA4UNIBO* Sweet Valina ® +20 |
Kordia +22 |
Ferrovia +24 |
PA5UNIBO* Sweet Saretta® +24 |
Royal Helen* +25 |
Lapins +26 |
Katalin +28 |
Regina +28 |
Note: ® marchio d’impresa; * varietà brevettata (brevetto italiano o UE)
Nimba*
Varietà molto precoce (-5 da Burlat) di elevata produttività, portamento espanso (ed aperto), di vigore medio e rapida messa a frutto. È autosterile e l'impollinatore adatto è Pacific Red *.
Il frutto è di calibro elevato (30-32 mm), forma reniforme, colore rosso scuro uniforme e brillante. La polpa è di buon sapore, dolce (16° Brix), aromatica e consistente. Buona resistenza al cracking. Il peduncolo è di media lunghezza. Profilo allelico S2S3.
Royal Tioga*
Varietà di ciliegia di nuova introduzione della serie Royal. Si inserisce nel periodo di raccolta molto precoce, circa epoca Burlat. Molto produttiva e con un bel colore rosso brillante.
L’albero è di forte vigoria con portamento eretto e la fioritura è precoce. È una varietà low-chilling autofertile con buona produttività e precoce messa a frutto.
Il frutto è rotondo con calibro 28-30 mm. La cultivar risulta poco sensibile al cracking, con ottime qualità gustative, dal sapore dolce e succoso. Profilo allelico S1S4’.
Early Lory®
Cultivar a maturazione precoce con pianta a medio-elevato vigore, portamento espanso, autoincompatibile e medio-elevata produttività. La consociazione con la varietà Lory Bloom® esalta le potenzialità produttive.
Il frutto si presenta di medie dimensioni con forma sferoidale, colore di fondo rosso intenso vinoso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di discrete qualità gustative, colore rosso, consistenza medio-scarsa e succulenza medio-elevata. Questa varietà risulta suscettibile al cracking, con una media resistenza alle manipolazioni e scarsa sensibilità alla monilia dei frutti.
Pacific Red*
Varietà di ciliegio precoce con pianta di vigore medio e portamento semi aperto.
Il frutto ha calibro 28-30 mm, forma rotonda, colorazione rosso intenso e buona tolleranza al cracking. Il peduncolo è medio. La varietà è produttiva e autofertile.
I frutti sono molto dolci, consistenti e hanno un’ottima conservabilità. Profilo allelico S4’S9
Rocket*
È una varietà di ciliegio precoce. Il frutto è molto dolce, con buona consistenza, grosso calibro e aspetto molto attraente. Buona la tenuta sulla pianta e in post-raccolta, molto apprezzata commercialmente.
L’albero è semi eretto, di grande vigore.
Il frutto ha calibro molto grosso 30-34 mm., colorazione rosso intenso, buona tolleranza al cracking, peduncolo medio ed è molto dolce (17° Brix).
La cultivar risulta molto produttiva se impollinata con Frisco, Burlat o Satin.
Come giudizio d’insieme la è varietà produttiva e di grande sapore, è consigliabile la coltivazione su portinnesti nanizzanti o semi-nanizzanti per mitigare l’elevata vigoria. Profilo allelico S1S9.
Carmen*
Varietà a maturazione medio-precoce con pianta di vigore medio-elevato, e portamento assurgente. La messa a frutto e la produttività sono intermedie. La fioritura è medio-tardiva, la pianta è autoincompatibile gli impollinatori più adatti sono Germerdorfer, Sunburst, Van e Aida. Il frutto è di forma sferoidale, leggermente depresso, colore rosso brillante, di buona consistenza e buon sapore caratterizzato da elevato tenore zuccherino. Profilo allelico S4S5.
Giant Red®
Cultivar a maturazione medio-precoce con portamento espanso di facile gestione, rapida messa a frutto ed elevata produttività. È preferibile l'impiego con portinnesti di medio ed elevato vigore. La fioritura è intermedia, la cultivar è autosterile e i principali impollinatori risultano: Rita, Van, Lapins e Sweetheart. Il frutto è cuoriforme, colore rosso vivo brillante, molto grosso (30-32 mm) attraente, di ottima consistenza e con sapore un po’ acidulo. La varietà è molto sensibile alle spaccature da pioggia e da monilia. È consigliata per la coltivazione sotto coperture. Profilo allelico S1S3.
Sweet Lorenz®
Cultivar a maturazione medio-precoce, con albero di elevata vigoria, portamento semi-espanso, ben ramificato, habitus di fruttificazione standard. La produttività è elevata. È autoincompatibile. I principali impollinatori sono: Sweet Gabriel©, Sweet Aryana© e Sweet Saretta. L'ottima tenuta di maturazione in pianta garantisce una finestra di raccolta di oltre 15 giorni. Il frutto è di pezzatura molto elevata, forma cordifome, simmetrico e di bell'aspetto. La buccia è di medio spessore, di colore rosso scuro brillante esteso a tutta la superficie, tendente al rosso scuro-nerastro brillante a maturazione avanzata. La polpa è di ottima consistenza, colore rosato, carnosa, succosa, aromatica, di buone qualità organolettiche, molto dolce, con un buon livello di acidità. Profilo allelico S3S4.
Vera*
Cultivar a maturazione medio-precoce con pianta a vigore medio-elevato, portamento espanso e ben ramificato, produttività medio-elevata. La messa a frutto è intermedia, la fioritura è medio-precoce autoimpollinante ed i principali impollinatori sono Alex, Burlat, Celeste, Peter e Van. Il frutto si presenta di medio-elevate dimensioni con forma cuoriforme-depressa, colore di fondo rosso brillante. La polpa è di sapore buono ma un po’ acidulo e la consistenza è elevata. Questa varietà risulta mediamente suscettibile al cracking. Si raccoglie in 1 o 2 stacchi. Profilo allelico S1S3.
Grace Star*
Cultivar a maturazione medio-precoce con pianta a vigore elevato, portamento semi-assurgente ed elevata e costante produttività. Buona capacità a ramificare, messa a frutto piuttosto lenta su portinesti vigorosi, intermedia su portinnesti di media vigoria. Buona la produzione su portinnesti deboli. La fioritura è medio-tardiva, e la pianta è autofertile. Il frutto si presenta di elevate dimensioni con forma cuoriforme, colore di fondo rosso scuro brillante. La polpa è di buone qualità gustative e consistenza media. Questa varietà risulta mediamente suscettibile al cracking. Profilo allelico S4’S9.
Marysa®
Cultivar a maturazione medio-precoce con pianta di elevato vigore, portamento intermedio, ben ramificata, habitus di fruttificazione standard. E' autocompatibile. La produttività è buona e costante. Grazie alla buona tenuta di maturazione dei frutti in pianta garantisce una finestra di raccolta di circa 10 giorni. Il frutto è di pezzatura elevata, forma cordiforme, simmetrico, con colore della buccia rosso porpora brillante. la polpa è soda, di colore rosato, carnosa, uccisa e di buon sapore dolce con alto livello di acidità. Presentano una suscettibilità medio-bassa alle spaccature. Profilo allelico S3S4’.
Samba®
Cultivar a maturazione intermedia con pianta a medio-scarso vigore, portamento espanso, autofertile e medio-elevata produttività anche se incostante. Il frutto si presenta di medio-grosse dimensioni on forma cuoriforme o tendenzialmente sferoidale, colore di fondo rosso intenso vinoso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di discrete qualità gustative di colore giallo-rosa, consistenza e succulenza media. Questa varietà risulta piuttosto suscettibile al cracking, con una media resistenza alle manipolazioni e medio-scarsa sensibilità alla monilia dei frutti. Profilo allelico S1S3.
Sweet Gabriel®
Cultivar a maturazione intermedia, con albero di medio-elevata vigoria, portamento espanso, ben ramificato, habitus di fruttificazione standard. La produttività è elevata. È autoincompatibile, i principali impollinatori sono: Sweet Aryana, Sweet Lorenz, Sweet Valina, Sweet Saretta. L'ottima tenuta di maturazione in pianta garantisce una finestra di raccolta di oltre 10 giorni. Il frutto è di pezzatura elevata, forma cordifome, simmetrico, di bell'aspetto. Buccia di medio spessore, di colore rosso brillante esteso a tutta la superficie, tendente al rosso porpureo brillante a maturazione avanzata. La polpa è di ottima consistenza, colore rosato, carnosa, succosa, aromatica, di buone qualità organolettiche, molto dolce, con un buon livello di acidità. In annate di piogge può presentare una suscettibilità medio-elevata alle spaccature. Profilo allelico S1S4.
Linda
Cultivar a maturazione medio-tardiva con pianta a vigore medio-scarso, portamento espanso e produttività medio-elevata. Il frutto si presenta di medie dimensioni con forma tendenzialmente sferoidale, colore di fondo rosso intenso vinoso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di discrete qualità gustative, colore aranciato, consistenza medio-elevata e succulenza medio-scarsa. Questa varietà risulta mediamente suscettibile al cracking, con una media resistenza alle manipolazioni e medio-scarsa sensibilità alla Monilia dei frutti.
Black Star*
Cultivar a maturazione intermedia con pianta ad elevato vigore, portamento abbastanza espanso con buona ramificazione, messa a frutto lenta su portinnesti vigorosi ed intermedia su portinnesti di medi vigoria. La produttività è elevata ma non sempre costante. Le cultivar sono autofertili. Il frutto è di elevate dimensioni, forma cuoriforme, colore di fondo rosso scuro, talvolta presenta una certa rugginosità non molto attraente. La polpa è di buone qualità gustative, consistenza elevata. Questa varietà risulta essere molto resistente alle spaccature da pioggia ed agli attacchi da monilia. Presenta fioritura precoce e profilo allelico S1S3. Gli impollinatori consigliati sono Lapins e Sweetheart.
Sweet Valina®
Cultivar a maturazione internedia, con albero di elevata vigoria, portamento semi-espanso, ben ramificato, habitus di fruttificazione standard. La produttività è elevata. È autoincompatibile, i principali impollinatori sono: Sweet Gabriel e Sweet Saretta. Buona la tenuta di maturazione in pianta. Il frutto è di pezzatura molto elevata, forma cordifome, simmetrico, di bell'aspetto. Buccia di spessore medio-sottile, di colore rosso scuro brillante esteso a tutta la superficie, tendente al rosso purpureo brillante a maturazione avanzata. La polpa è di ottima consistenza, colore rosato, carnosa, succosa, aromatica, di ottime qualità organolettiche, con gusto equilibrato, molto dolce, con un buon livello di acidità. Il profilo allelico è S3S4, risulta ben impollinata da Sweet Garbiel®e Sweet Saretta®
Kordia
Cultivar a maturazione medio-tardiva con pianta ad elevato o medio-elevato vigore, portamento espanso ben ramificato, autosterile e medio-elevata produttività (anche se talvolta incostante). Il frutto si presenta di medio-grosse dimensioni con forma cuoriforme, colore di fondo rosso scuro intenso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di buone qualità gustative, colore rosso, consistenza e succulenza medio-elevate. Questa varietà risulta mediamente suscettibile al cracking, con una media resistenza alle manipolazioni e scarsa sensibilità alla monilia dei frutti. La fioritura è tardiva (4-5 gg. dopo Burlat). La cultivar è autoincompatibile con profilo allelico S3S6 e gli impollinatori consigliati sono Regina e Ferrovia. Risulta mediamente suscettibile al cracking, molto suscettibile a batteriosi.
Ferrovia
Cultivar a maturazione medio-tardiva con pianta a medio-elevato vigore, portamento semi-espanso, autosterile e media produttività. Il frutto si presenta di medie dimensioni con forma cuoriforme, colore di fondo rosso intenso vinoso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di buone qualità gustative, colore rosa, consistenza e succulenza media. Questa varietà risulta mediamente suscettibile al cracking, con una buona resistenza alle manipolazioni e medio-scarsa sensibilità alla monilia dei frutti.
Sweet Saretta®
Cultivar a maturazione tardiva, con albero di elevata vigoria, portamento espanso, ben ramificato, habitus di fruttificazione standard. La produttività è elevata. È' autocompatibile. presenta ottima tenuta di maturazione in pianta. Il frutto è di pezzatura molto elevata, forma cuorifome, simmetrico, di bell'aspetto. Buccia medio-sottile, di colore rosso brillante esteso a tutta la superficie, tendente al rosso vermiglio brillante a maturazione avanzata. La polpa è di buona consistenza, colore rosso, carnosa, succosa, aromatica, di buone qualità organolettiche, dolce ma ben equilibrato, con un buon livello di acidità. La fioritura è intermedia è la cultivar è autofertile con profilo allelico S3S4’.
Royal Helen*
Pianta a maturazione tardiva (epoca Regina). L'albero è vigoroso con portamento semi-espanso, fruttifica prevalentemente sui dardi. Il frutto è di forma sferica con peduncolo medio e spesso. La pezzatura è molto grossa (calibro medio superiore a 33-34 mm) con peso medio di 14-15 g. La consistenza del frutto è molto elevata. Il peduncolo è molto spesso, di media lunghezza, resistente alle manipolazioni e con lunga shelf-life. Il frutto è di forma sferica. Le caratteristiche organolettiche sono ottime (grado Brix medio di 19-20° con acidità molto bassa). La sensibilità al cracking è medio-elevata ed alla monilia è media. Royal Helen* è autofertile e quindi molto produttiva sia su portinnesti nanizzanti che tradizionali. La cultivar è autofertile con profilo allelico S1S4’.
Lapins
Cultivar a maturazione medio-tardiva con pianta a medio-elevato vigore, portamento assurgente-espanso poco ramificato, autofertile e media produttività. Il frutto si presenta di medio-grosse dimensioni con forma cuoriforme, colore di fondo rosso intenso vinoso e sovraccolore di tipo punteggiato. La polpa è di buone qualità gustative, colore aranciato, consistenza e succulenza media. Questa varietà risulta piuttosto suscettibile al cracking, con una buona resistenza alle manipolazioni e media sensibilità alla monilia dei frutti.
Katalin
Cultivar a maturazione intermedia con albero di vigore medio, portamento assurgente, media produttività e fioritura intermedia. Il frutto appare di medio-grossa pezzatura, forma cordiforme in sezione longitudinale e sferoidale in sezione trasversale, colore rosso vinoso, e sovraccolore punteggiato e molto esteso. Polpa aranciata di media consistenza e povera di qualità organolettiche.
Regina
È una varietà con epoca di raccolta tardiva. Ottimo il comportamento vegeto – produttivo su portainnesti nanizzanti. Regina presenta frutti con peduncolo lungo, cordiformi, di pezzatura medio elevata (calibro 28-30 mm). La buccia è di spessore medio, dal colore rosso scuro. La polpa è rossa, con consistenza e succulenza elevate. Buona la tenuta sulla pianta, associata a qualità gustative molto buone. I frutti maturano uniformemente. La pianta presenta una vigoria elevata, portamento espanso, lenta messa a produzione e produttività media e incostante su soggetti vigorosi. La varietà è autoincompatibile, il profilo allelico è S1S3 e gli impollinatori consigliati sono Kordia, Ferrovia, Sylvia e Carmen. È poco suscettibile al cracking.
Portainnesti
Esiste una notevole variabilità all’adattamento all’ambiente delle diverse combinazioni portinnesto/varietà, per cui è necessario fare riferimento a prove ed esperienze nella zona in cui si opera, oltre alla verifica delle affinità d’innesto.
La scelta del portinnesto è legata alla scelta del sistema di impianto (distanze e densità di piantagione, forma di allevamento). di seguito l’elenco dei portinnesti in ordine di una vigoria decrescente.
Lista portinnesti raccomandati:
PORTINNESTI RACCOMANDATI |
MAXMA 60 |
COLT ®: |
FRANCO: |
MAXMA 14 |
CAB 6p |
GISELA 6 |
MAXMA 60: portinnesto vigoroso, simile o superiore al vigore di COLT. Si adatta a diversi tipi di terreno con buona resistenza in terreni asciutti e calcarei. Ottima affinità d'innesto ad efficienza produttiva. Idoneo in impianti a densità medio-bassa.
COLT ®: induce una vigoria piuttosto elevata, simile al franco. Adatto a terreni di medio impasto ed irrigui, al momento è l’unico portinnesto utilizzabile nei reimpianti.
FRANCO: preferisce terreni freschi, profondi, di medio impasto; è sensibile alla stanchezza del terreno. Ha elevata vigoria.
MAXMA 14: vigore ridotto del 20% rispetto al FRANCO. Anticipa l’entrata in produzione, permette rese più elevate.
CAB 6p: descrizione adatto ai terreni più calcarei e siccitosi meno vigoroso del franco.
GISELA 6: portinnesto semi nanizzante induce comunque una discreta vigoria in terreni fertili vocati alla frutticoltura. Il vigore è limitato, ridotto del 50% rispetto al franco. Induce una precoce entrata in produzione ed elevata produttività ma è esigente in termini di nutrizione ed irrigazione. È’ diventato uno dei portinnesti standard per la cerasicoltura del Nord Italia. Fare attenzione con varietà autofertili molto produttive che potrebbero necessitare di diradamento (vedere nota sul diradamento).
GISELA 5: portinnesto eccessivamente nanizzante, adatto per il convenzionale per impianti ultra fitti, ma sconsigliato per le coltivazioni biologiche.
Materiale vivaistico
Certificazioni
In agricoltura biologica si può utilizzare solamente materiale di moltiplicazione certificato proveniente da agricoltura biologica. Considerata l’insufficiente disponibilità da parte del mercato di tale materiale per talune varietà, qualora non sia possibile reperire materiale di moltiplicazione certificato biologico, è consentito utilizzare materiale non biologico proveniente da agricoltura convenzionale richiedendo la deroga secondo apposita procedura (Banca Dati Sementi Biologiche – BDSB).
Conformemente alla procedura è autorizzata l’utilizzazione di materiale di moltiplicazione vegetativo non biologico, purché tale materiale di moltiplicazione vegetativo rispetti i seguenti vincoli:
- sia ottenuto senza l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivati da tali organismi;
- soddisfi i requisiti generali per la sua commercializzazione.
Certificazione genetico-sanitaria
Con il recente Dlgs del 2 febbraio del 2021 n.18 che ha recepito il regolamento UE 2016/2031 sono state definite le nuove categorie del materiale di moltiplicazione
- CAC (Conformità agricola europea) che è lo standard minimo
- Certificato UE volontario, che corrisponde alla precedente categoria del virus tested
- QVI: qualità vivaistica Italia, che corrisponde al precedente Virus esente (VE)
In realtà nel regolamento UE non è prevista quest’ultima categoria che è stata aggiunta nel decreto italiano per dare continuità alle produzioni di qualità sanitaria superiori sul modello di quanto seguito da alcuni paesi europei come Francia e Olanda le due nazioni che, insieme all’Italia si contendono il primato delle produzioni vivaistiche frutticole di qualità. Quindi nei prossimi anni gli astoni commercializzati avranno 3 tipi di etichette a seconda della qualità sanitaria del materiale.
La nuova normativa vivaistica prevede poi un nuovo regime di controlli nei vivai e nei CPM, in base alla recente legge 2017/625 che operativa dal 2022 e che riguarda non solo gli organismi da quarantena ma anche tutti gli organismi considerati nocivi. Il vivaista, anche nel caso di materiale CAC, cioè del livello minimo, non potrà solo autocertificare le proprie piante ma deve affidare ad un esperto il controllo dei vivai per garantire l’assenza dai patogeni più importanti.
Il ciliegio è colpito da numerosi patogeni virali e virus simili che influenzano negativamente le caratteristiche dell’albero così come la produttività e la qualità dei frutti. La maggiore causa della loro diffusione è l’uso di materiale di propagazione infetto. Con l’impiego di astoni certificati virus-esente si ottiene un miglioramento sostanziale in misura più evidente che in altre specie dove alcuni vettori possono reinfettare più facilmente il materiale risanato. Questo comportamento è ancora più evidente per i portinnesti virus-esenti i quali presentano un comportamento più omogeneo e più rispondenti alle effettive caratteristiche agronomiche.
Non a caso è tra le drupacee la specie con il maggiore numero di astoni certificati VE. Nel 2022 sono stati certificati 380.000 astoni con la certificazione nazionale e 250.000 con la certificazione europea.
Scelta della tecnica d'impianto
Tenuto conto di quanto riportato nella parte generale, vengono riportate in tabella le forme di levamento e le distanze di impianto consigliate.
Forme di allevamento e sesti d'impianto (m) consigliati per CILIEGIO
Forma di allevamento |
Sesto d’impianto |
Vaso basso |
5-5,5 x 3,5-4 |
Palmetta libera |
4,0-4,5 x 3,5-4,0 |
Fusetto |
4,0-4,5 x 1,5-2,0 |
Multiasse |
4,5-5,0 x 3-3,5 |
Candelabro a 3 branche |
4,0-4,5 x 2,5-3,0 |
IMPOLLINAZIONE
Poiché la maggiore parte delle varietà di ciliegio dolce non sono in grado di autofecondarsi, è consigliabile impiantare un adeguato numero di piante impollinatrici (10÷20 % del totale). Nel caso di filari monovarietali tale rapporto dovrebbe risultare di un filare di impollinate ogni due di varietà da impollinare. Dove è possibile, si consiglia di introdurre arnie di api, osmie o bombi.
Il fiore del ciliegio è estremamente attraente per le api, tuttavia, per non distrarre le api e per favorire l’impollinazione, si consiglia di sfalciare il cotico erboso qualora le essenze presenti siano in fiore. Si è riscontrato spesso che anche nelle varietà autofertili una presenza consistente di api favorisce maggiormente l’allegagione.
Gestione della pianta e della fruttificazione
POTATURA
Lo scopo della potatura del ciliegio è quello di contenere la chioma dell'albero, mantenendola bassa e produttiva.
Il ciliegio, a differenza di molti altri alberi da frutto, non ha bisogno di potature pesanti, anzi, mal sopporta i tagli drastici e predilige piccoli interventi, effettuati ogni anno. Potature mal eseguite possono portare a perdite di produzione, ma anche alla comparsa di infezioni batteriche e fungine che possono decretare la morte della pianta. Con l’avvento dei portinnesti deboli e delle varietà autofertili la potatura è diventata operazione fondamentale per modulare la produzione e quindi la pezzatura al fine di garantire standard produttivi e qualitativi adeguati alle esigenze di mercato. Una varietà autofertile su un portinnesto vigoroso ha necessità di una potatura meno intensa rispetto ad una varietà autofertile su un portinnesto meno vigoroso dove è necessario limitare la carica produttiva.
DIRADAMENTO FRUTTI
Con l’introduzione dei portinnesti nanizzanti e seminanizzanti e con l’adozione sempre più frequente di varietà autofertili o molto predisposte alla allegagione, molto spesso le piante presentano un numero di frutti eccessivo rispetto alla potenzialità della pianta a produrre frutti di pezzatura adeguata alle esigenze del mercato. La prima operazione in grado di limitare questa problematica è una potatura adeguata; nel caso in cui questo non sia sufficiente, (quasi sempre) diventa necessario provvedere al diradamento manuale dei frutticini. Questa operazione, apparentemente complicata e lenta, in realtà, con un minimo di esperienza risulta rapida ed efficace. Si interviene manualmente strappando per ogni mazzetto circa la metà dei frutticini presenti senza sceglierli; i tempi di intervento sono stimati in qualche decina di ore per ettaro.
Fertilizzazione
Fertilità del suolo
La fertilità del suolo deve essere funzionale agli obiettivi produttivi e predisposta di conseguenza.
Premesso questo, occorre, previa analisi dei suoli, predisporre un piano di gestione della fertilità del suolo. L’obiettivo è quello di creare le condizioni agronomiche funzionali alla disponibilità degli elementi nutritivi assimilabili, tenendo conto delle dinamiche che ne influenzano la disponibilità in funzione delle matrici organiche utilizzate e delle colture intercalari e dei sovesci previsti a tale scopo. Il piano di gestione della fertilità deve necessariamente tener conto della precessione colturale per valutare la fertilità residua e della fertilità naturale del terreno evidenziata dalle analisi.
La coltivazione biologica deve utilizzare prevalentemente concimi organici che contengano i tre principali elementi della fertilità: azoto, fosforo e potassio oltre ad una serie di altri meso e micro elementi.
Detto ciò, l’esigenza di apportare azoto determina la quantità di concimi organici che è necessario distribuire; le quantità di fosforo e di potassio sono conseguenti alle quantità distribuite per apportare azoto. Solo nel caso si debbano apportare quantità di fosforo e di potassio aggiuntive, queste possono essere distribuite attraverso fertilizzanti fosfatici e potassici di origine naturale.
Il calcolo delle esigenze è buona regola che sia basato sull’esecuzione di un bilancio che considera diverse voci fra cui la dotazione del terreno evidenziata tramite analisi, la precessione colturale ed eventuali residui della stessa, l’impiego di sovesci/cover crops e le presumibili asportazioni legate ai livelli produttivi.
Si consiglia di preferire l’interramento dei residui delle coltivazioni di graminacee rispetto all’asportazione. Si consiglia la distribuzione di ammendanti al terreno al momento della aratura o della lavorazione più profonda. Concimi organici commerciali possono essere distribuiti anche in occasione della preparazione del letto di semina a condizione che si conoscano i tempi di rilascio dell’azoto. Infine una quota di concimi organici deve essere distribuita dopo il trapianto per garantire l’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo. In questo caso è preferibile l’apporto tramite fertirrigazione.
Fertilizzazione Post raccolta
Durante la fase di post-raccolta il ciliegio immagazzina buona parte dei nutrienti che serviranno alla produzione dell’annata successiva, perciò curare lo stato nutrizionale delle piante in questa fase risulta molto importante. La disponibilità di nutrienti per la pianta in questo periodo è quindi fondamentale per ottimizzare la produzione.
Irrigazione
L’irrigazione è fondamentale per garantire il regolare sviluppo della coltura e nel ciliegio, più che per altre colture, è necessario assicurare un’adeguata fornitura idrica anche nel post-raccolta.
Irrinet
Irrinet è il servizio irrigazione realizzato dal CER, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico che viene calcolato ogni giorno con:
- i dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima);
- i dati pedologici forniti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER;
- i dati di falda della rete di rilievo del Servizio Sviluppo Sistema Agroalimentare della RER elaborati da CER.
Il servizio è disponibile previa registrazione al seguente indirizzo:
Gestione del suolo e controllo delle infestanti
Lavorazioni
I lavori di sistemazione e preparazione del suolo all’impianto devono essere eseguiti con gli obiettivi di salvaguardare e migliorare la fertilità del suolo evitando fenomeni erosivi e di degrado e vanno definiti in funzione della tipologia del suolo, delle colture interessate, della giacitura, dei rischi di erosione e delle condizioni climatiche dell’area. Devono inoltre contribuire a mantenere la struttura, favorendo un’elevata biodiversità della microflora e della microfauna del suolo ed una riduzione dei fenomeni di compattamento, consentendo l’allontanamento delle acque meteoriche in eccesso. A questo scopo dovrebbero essere utilizzati, se disponibili, gli strumenti cartografici in campo pedologico. Gli eventuali interventi di correzione e di fertilizzazione di fondo devono essere eseguiti nel rispetto dei principi stabiliti al capitolo della fertilizzazione. Quando la preparazione del suolo comporta tecniche di lavorazione di particolare rilievo sull’agroambiente naturale come lo scasso, il movimento terra, la macinazione di substrati geologici, le rippature profonde, ecc., queste operazioni devono essere attentamente valutate oltre che nel rispetto del territorio anche della fertilità, al fine di individuare gli eventuali interventi ammendanti e correttivi necessari.
Copertura vegetale dei suoli
In agricoltura biologica la gestione del suolo è fondamentale, in quanto risulta connessa con il contenuto in sostanza organica, il grado di umificazione, con l’equilibrio vegeto-produttivo delle piante e la tempestività nell’effettuare i trattamenti per la difesa. Negli impianti che hanno finito la fase di allevamento la pratica dell’inerbimento permanente, con essenze erbacee che coprano l’intero arco dell’anno è pratica ormai diffusa; questo consente di ottenere una buona presenza di insetti utili e, se ben gestito, di creare un ambiente ideale per la vita delle radici. La necessità di effettuare diversi trattamenti fitosanitari anche in epoche invernali e primaverili spesso comporta un compattamento del suolo particolarmente dannoso (la maggior parte dei processi vitali del suolo sono di tipo aerobico); per ovviare al problema è molto importante effettuare annualmente operazioni di decompattamento attraverso ripuntatori, arieggiatori ecc. Qualora il piano di gestione della fertilità preveda l’apporto di ammendanti e/o integrazioni fosfatiche è consigliabile l’apporto nel sottofila che va lavorato preferibilmente con scalza-rincalzatori rispetto alle frese interfilari al fine di diminuire la formazione della suola di lavorazione. (minimizzare la competizione idrica). La copertura vegetale dei suoli dovrà essere gestita con concetti di integrazione di specie funzionali a:
- massima captazione dell’energia solare per favorire il sequestro del carbonio in quanto elemento principale della fertilità;
- regolazione della riduzione della lisciviazione dell’azoto con graminacee autunnali;
- competizione nella disponibilità di azoto nelle situazioni di eccessi vegetativi;
- arricchimento di azoto in situazioni di carenza con leguminose;
- miglioramento della struttura del suolo e riduzione del compattamento derivante dalla necessità di passaggi ripetuti in condizione di suoli saturi di acqua con specie ad apparato radicale espanso e/o profondo;
- favorire l’arieggiamento dei suoli e la migrazione di elementi della fertilità negli strati di maggiore attività radicale delle specie coltivate con specie ad apparato radicale profondo;
- organicare fosforo insolubile, in condizione di scarsa o insufficiente dotazione, con specie idonee;
- migliorare la struttura in modo che la disponibilità di carbonio sequestrato contribuisca ad un habitat favorevole all’entomofauna utile e ne favorisca la trasformazione in Humus stabile. Condizioni indispensabili per il miglioramento della fertilità e gestione della stanchezza dei suoli.
Per favorire la continua presenza di insetti utili e lo sviluppo radicale delle radici delle essenze erbacee è molto importante effettuare gli sfalci del cotico in epoca tardiva ed anche a file alterne, agevolando la ricolonizzazione del cotico da parte degli organismi utili presenti nella parte non trinciata prima di passare nelle file rimaste.
Gestione della vegetazione spontanea
Nei moderni impianti di ciliegio il controllo delle infestanti è relativamente facile in quanto i sesti di impianto consentono agevoli lavorazioni meccaniche nel sottofila.
L’utilizzo del prato permanente è pratica diffusa; particolarmente utile è la corretta gestione del cotico finalizzata alla umificazione della sostanza organica. I processi humificativi prevedono, oltre alla presenza di carbonio, la presenza di umidità, presenza di micro-ossigenazione: queste condizioni sono indispensabili affinché la sostanza organica, anziché ossidarsi, vada verso l’humificazione stabile. Sappiamo che in inerbimenti che compattano il suolo le uniche essenze che riescono a sopravvivere sono quelle appartenenti alla famiglia delle graminacee; al contrario in prati arieggiati, soffici ben strutturati viene stimolata la crescita anche di essenze diverse che sono in grado di ampliare la gamma di microrganismi presenti compresi gli antagonisti di patologie. Inoltre in questi prati la nutrizione delle piante viene qualitativamente migliorata e nelle piante vengono stimolate le autodifese.
Gestione dei parassiti e delle malattie delle piante
In coltivazione biologica il ricorso alle sostanze attive avviene solo nei casi in cui le misure previste all'articolo 12 del Reg (UE) n. 848/2018 non consentano di proteggere adeguatamente la coltura da parassiti e malattie. Il piano di rotazione, di gestione del terreno e l’infrastrutturazione ecologica dell’azienda e degli appezzamenti coltivati deve tenere conto anche della necessità di evitare pressione eccessiva dei parassiti e dei patogeni.
La difesa diretta dalle patologie fungine, in agricoltura biologica, prevede l’impiego di prodotti che esercitano un’azione di copertura, impedendo l’insediarsi del patogeno al momento del suo arrivo sulla superfice fogliare, per esplicare il loro effetto devono quindi essere presenti sulla pianta prima che si verifichino le condizioni predisponenti la malattia.
Le sostanze attive ed i corroboranti con funzione di induttori di resistenza (chitosano) o di colonizzatori dell’ambiente (microorganismi) devono essere utilizzati con congruo anticipo per permettere alle piante di attivare le loro difese immunitarie o per permettere ai microorganismi di colonizzare la superfice dei vegetali.
La difesa diretta dai parassiti animali quali insetti ed acari prevede l’impiego di formulati commerciali che non sono dotati di lunga persistenza né di proprietà sistemiche (penetrazione nel sistema linfatico della pianta), per sfruttarne al meglio l’efficacia è quindi necessario che i prodotti di contatto colpiscano il bersaglio, mentre i prodotti che agiscono per ingestione devono essere distribuiti alla prima comparsa delle forme giovanili dell’insetto.
Le modalità di impiego dei prodotti fitosanitari
É ammesso l'uso delle sole sostanze attive autorizzate in agricoltura biologica ed elencate in Allegato I Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, purché nel rispetto delle condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/09). Per l’indicazione in relazione alla tipologia di avversità si rimanda alla Scheda per la difesa fitosanitaria.
Uso del rame in agricoltura biologica
Sono ammessi composti del rame sotto forma di idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico.
La revisione europea del rame (Reg. UE 1981/18) ha modificato i massimali ammessi secondo quanto segue: sono autorizzati esclusivamente gli impieghi che comportano un'applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni.
La modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari
Il controllo e la regolazione delle irroratrici devono essere eseguiti presso i Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale n.1862/2016.
Le aziende agricole in produzione biologica che applicano la Misura 11 del PSR 2014-20 e la Misura 214 – Azione 2 del PSR 2007-13, devono sottoporre le attrezzature aziendali per la distribuzione dei fitofarmaci, al controllo funzionale ed alla regolazione strumentale volontaria (“regolazione strumentale”), come definito dalla Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Per le aziende che aderiscono allo SRA29 a partire dal 1/1/2023 l’obbligo della regolazione delle irroratrici non è più in vigore; nonostante questa indicazione la regolazione delle irroratrici è fortemente consigliata. L’obbligo della regolazione permane per le aziende aderenti alla SRA19 – Azione 1.
Nota: sulla base di disposizioni assunte a livello regionale, si segnala che il collaudo dell’irroratrice dopo scadenza dell’attestato di conformità può essere rimandato a condizione che le previste operazioni di controllo funzionale e regolazione strumentale risultino attuate prima di qualsiasi trattamento eseguito successivamente alla scadenza dell’attestato stesso.
Ne deriva che nessun trattamento fitosanitario può essere eseguito con attestato di conformità scaduto.
Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Modelli previsionali
In Emilia Romagna è attivo un Servizio di previsione e avvertimento per le avversità delle piante https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-sostenibile-delle-produzioni/previsione/il-sistema-di-previsione/il-sistema che fornisce a tutte le aziende agricole le indicazioni sui momenti più opportuni per eseguire gli interventi di difesa. Il Servizio utilizza modelli previsionali matematici che, attraverso l'elaborazione di dati meteorologici, sono in grado di simulare giornalmente lo sviluppo di alcuni insetti fitofagi e malattie infettive. Le informazioni coprono tutto il territorio regionale su una griglia regolare di 5 x 5 Km. I risultati delle elaborazioni sono utilizzati per definire i consigli di difesa presenti nei bollettini settimanali di produzione biologica.
I modelli disponibili per gli insetti https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-sostenibile-delle-produzioni/previsione/insetti/i-modelli-di-sviluppo-a-ritardo-variabile-per-i-fitofagi sono in grado di descrivere la risposta della specie alla temperatura e forniscono curve di distribuzione di uova, larve, pupe e adulti per le diverse generazioni di ciascuna specie. Vengono utilizzati per individuare con la massima precisione il momento più corretto per posizionare i prodotti fitosanitari, gli erogatori per la confusione sessuale e le trappole per il monitoraggio.
I modelli previsionali per funghi e batteri https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-sostenibile-delle-produzioni/previsione/funghi-e-batteri/i-modelli-previsionali-per-funghi-e-batteri prevedono, a seconda della tipologia, il rischio di comparsa o lo sviluppo epidemico di una determinata malattia infettiva sulla base dei parametri meteorologici che ne condizionano lo sviluppo. L’informazione ottenuta permette di adattare la strategia di intervento ed ottenere così la massima efficacia delle sostanze attive impiegate. I risultati delle elaborazioni possono venir integrati con i rilievi periodici dello stato fitosanitario della coltura su campi spia non trattati che manifestano con anticipo gli eventuali sintomi della malattia, oppure utilizzando captaspore per quantificare la presenza di spore fungine.
Reti antinsetto
Drosophila suzukii è l’avversità più temibile per la coltivazione in biologico del ciliegio.
Un sistema valido di lotta contro questo insetto consiste nell’utilizzare reti in grado di impedire al moscerino di raggiungere i frutti da attaccare. Considerando le ridotte dimensione degli adulti è necessario utilizzare reti con maglie di dimensioni non superiori ad 1 mm. Già da diversi anni sono disponibili sul mercato sistemi di copertura con reti antinsetto monofila i quali hanno reso possibile la coltivazione biologica anche in ambienti sfavorevoli. Oggi sono presenti sul mercato varie tipologie di reti che svolgono le stesse funzioni, che vanno montate nei frutteti limitatamente al periodo di suscettibilità dei frutti che inizia almeno dal periodo di invaiatura dei frutti. Al fine di evitare che alcuni esemplari rimangano all’interno delle reti provocando dei danni, si consiglia di effettuare un trattamento di abbattimento degli insetti subito dopo la chiusura delle reti. Diversi anni di applicazione di queste coperture ne hanno messo in evidenza altri aspetti positivi e, ovviamente anche aspetti negativi che vengono di seguito riportati.
ASPETTI POSITIVI
- Queste reti svolgono anche una funzione di protezione dalla grandine con conseguente risparmio di costi e una garanzia di raccolta del prodotto (osservazioni di campo riportano danni massimi di circa il 10% con eventi grandinigeni molto forti).
- Minor bagnatura in caso di piogge del 50-60% (dati 2013 Istituto Sperimentale S. Michele all’Adige) quindi un minor dilavamento di prodotti e migliore difesa contro alcune malattie
- Controllo della nuova vegetazione primaverile (effetto brachizzante in caso di piante molto vigorose), ottenuta in modo meccanico dalla rete in appoggio diretto.
- Protezione dai danni da uccelli molto frequenti in alcune varietà.
ASPETTI NEGATIVI
- Danneggiamento dei frutti che toccano la rete (a seconda delle varietà e dello sviluppo della vegetazione stimabile tra il 5 e il 10%).
- Aumento, in alcuni casi, di qualche avversità (ad esempio monilia e ragnetto rosso)
- Difficoltà nel controllo visivo delle piante quando le reti vengono chiuse anche in basso.
Cracking
Il cracking rappresenta una grave fisiopatia che colpisce le ciliegie e che si manifesta con la comparsa di fratture che possono rimanere superficiali ma anche estendersi in profondità. Oltre a determinare una grave perdita del valore commerciale del prodotto, non più commercializzabile se non a scopi di trasformazione, favorisce l’attacco di funghi e quindi la comparsa di marciumi. Le varietà con buccia poco spessa e poco elastica e con alta concentrazione zuccherina nella polpa sono quelle più sensibili a tale fisiopatia.
L’andamento climatico (in particolare piogge abbondanti a ridosso della raccolta) e alcune operazioni culturali volte ad aumentare la pezzatura (es. diradamento o biostimolanti) possono favorire la comparsa di cracking.
Per contrastare questa fisiopatia può essere utile installare reti antinsetto e anti-pioggia che hanno una buona efficacia, anche se questo comporta un notevole aumento dei costi.
Raccolta
Epoca
L’epoca di raccolta rappresenta un momento fondamentale della filiera produttiva, perché caratterizza e condiziona la qualità globale e la serbevolezza del prodotto.
La definizione dell’epoca di raccolta, tenendo conto della scalarità di maturazione dei frutti, della forte variabilità delle cultivar e della diversa reazione ai fattori pedoclimatici, è abbastanza difficile, tuttavia alcuni indici si sono dimostrati di facile applicazione e di sufficiente rispondenza fisiologica.
Per il ciliegio il colore della buccia, la durezza della polpa, così come il residuo secco rifrattometrico, l’acidità e il loro rapporto, sono gli indici più utili per definire il momento ottimale di raccolta. Occorrerebbe però conoscere i valori indicativi per ogni singola cultivar, il che non è semplice considerando l’ampio assortimento varietale che caratterizza questa specie, con diverse tipologie che vanno dalle ciliegie a buccia completamente rossa a quella a buccia chiara. Oltre il rapido rinnovamento delle cultivar e soprattutto, negli ultimi anni, con l’introduzione di impianti che entrano in fruttificazione in breve tempo e di conseguenza sono soggetti ad un più rapido esaurimento.
Comunque si possono definire dei valori generali sotto i quali sarebbe meglio non scendere:
|
Valore minimo |
Valore ottimale |
Brix (°) |
12 |
15 |
Durezza (gr) |
200 |
230-250 |
Acidità (o/oo) |
5-6 |
11-12 |
Modalità
Affinché larga parte della produzione raggiunga standard di qualità elevati è necessario, per la maggior parte delle cultivar, effettuare almeno due raccolte.
Nella fase di distacco dei frutti, di deposizione nei contenitori di raccolta e nel successivo trasferimento negli imballaggi, debbono essere adottate le precauzioni necessarie per non provocare contusioni e ferite e evitare possibilmente la raccolta nelle ore più calde della giornata e l’esposizione al sole dei frutti raccolti
Scheda per la difesa fitosanitaria
Misure preventive
-scegliere varietà meno suscettibili
-gestire correttamente le irrigazioni
-asportare le branche o i rami infetti
-favorire la penetrazione della luce e la circolazione dell’aria
Principi fitosanitari e sostanze di base
composti rameici
Misure preventive
-scegliere portinnesti meno suscettibili
-evitare i ristagni idrici
-effettuare irrigazioni equilibrate
-mantenere il terreno inerbito
-eliminare le piante debilitate e le radici infette
Principi fitosanitari e sostanze di base
Trichoderma gamsii ICC080
Trichoderma asperellum ICC012
Trichoderma harzianum Rifai ceppo KRL-AG2 (sin. ceppo T-22)
Misure preventive
-scegliere varietà meno suscettibili;
-gestire correttamente le irrigazioni;
-evitare i ristagni idrici;
-asportare e bruciare i rami infetti e i frutti mummificati.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus subtilis QST713 –
Bacillus amyloliquefaciens, sottospecie plantarum
Metschnikowia fructicola ceppo NRRL Y-27328
Polisolfuro di calcio
Idrogeno carbonato di potassio
Zolfo
Corroboranti
Propoli
Misure preventive
-impiegare materiale di propagazione sano;
-scegliere varietà meno suscettibili;
-evitare irrigazioni sopra chioma;
-evitare ristagni di umidità
-evitare la formazione di lesioni sugli organi vegetali;
-asportare e bruciare le parti della pianta infette;
-disinfettare gli attrezzi di potatura;
-disinfettare e proteggere con mastici le ferite da grandine e le grosse superfici di taglio;
-eliminare foglie e frutti infetti caduti al suolo.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus subtilis ceppo QST 713
Composti rameici
Misure preventive
-effettuare irrigazioni equilibrate;
-favorire l’arieggiamento della chioma.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus subtilis ceppo QST 713
Composti rameici
Idrogeno carbonato di potassio
Polisolfuro di calcio
Trichoderma harzianum
Zolfo
Misure preventive
-effettuare irrigazioni equilibrate;
-mantenere il terreno inerbito
-favorire l’arieggiamento della chioma.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Polisolfuro di calcio
Zolfo
Misure preventive
-scegliere cultivar meno sensibili
-favorire l’arieggiamento della chioma.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Composti rameici
Zolfo
Misure preventive
-effettuare potature equilibrate;
-limitare le irrigazioni e le concimazioni azotate;
-evitare eccessi di vigoria;
-mantenere il terreno inerbito;
-proteggere gli antagonisti naturali.
-utilizzare colla alla base del tronco per impedire la risalita delle formiche che difendono gli afidi dai nemici naturali
Antagonisti naturali
Aphidius colemani,
Praon volucre,
Adalia bipunctata,
Imenotteri,
coccinellidi,
sirfidi e crisopidi
Principi fitosanitari e sostanze di base
Azadiractina
Olio di paraffina CAS 64742-46-7
Olio di paraffina CAS 8042-47-5
Olio di paraffina CAS 97862-82-3
Piretrinev
Sali potassici di acidi grassi
Note
Effettuare controlli visivi per rilevare la presenza dell’afide
Misure preventive
-eliminare le parti di pianta infestate;
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Monitoraggio e modelli
In autunno applicare sul tronco (a 1,5 m di altezza) strisce collate per catturare le femmine attere che risalgono verso la chioma per deporre le uova. Alla fine dell’inverno togliere le strisce e raschiare la corteccia vicino al bordo delle strisce per asportare le eventuali uova lì deposte.
Antagonisti naturali
Ditteri
imenotteri calcidoidei,
coleotteri carabidi e stafilinidi,
uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus thuringensis subspp. aizawai e kurstaki
Olio di paraffina CAS 64742-46-7
Olio di paraffina CAS 8042-47-5
Olio di paraffina CAS 97862-82
Piretrine
Misure preventive
-eliminare le parti di pianta infestate;
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Confusione o disorientamento sessuale
Feromoni ((E)- 5 decen 1-il acetato; (E)- 8 dodecen-1-il acetato (E)-5 decen-1-olo; (Z)-8 dodecen-1-il acetato; (Z)-8 dodecen-1-olo; (Z;E)-8 dodecen
Antagonisti naturali
Imenotteri
braconidi
uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus thuringensis subspp. aizawai e kurstaki
Olio di paraffina CAS 64742-46-7
Olio di paraffina CAS 8042-47-5
Olio di paraffina CAS 97862-82-3
Piretrine
Spinosad
Misure preventive
Impiegare reti anti-insetto
Monitoraggio e modelli
-monitoraggio
- rilievi visivi
- trappole attrattive
Principi fitosanitari e sostanze di base
Piretrine
Sali potassici di acidi grassi
Note
- Controllare la presenza della cimice a partire da fine aprile e con particolare attenzione nelle fasi iniziali in prossimità dei punti di ingresso del frutteto (vicinanza ad edifici, siepi, ecc.) Eseguire i controlli anche nel periodo degli sfalci e delle trebbiature delle colture erbacee ospiti (es. soia) e nel periodo di raccolta nei frutteti adiacenti, che possono provocare massicci spostamenti della cimice. Nel frutteto controllare la presenza di adulti, ovature e forme giovanili, su foglie e frutti, con particolare attenzione alla parte alta delle piante (meglio nelle prime ore del mattino quando la cimice risulta meno mobile).
- Installare le trappole a feromoni di aggregazione sui bordi dell’appezzamento, a distanza di almeno 20-30 m tra loro. Le trappole all’interno dei frutteti possono comportare l’incremento delle popolazioni e dei danni nel raggio di azione del feromone (circa 6/8 metri). Le trappole facilitano il rilievo della presenza dell’insetto ma non forniscono una stima della popolazione
- Consigliata l’installazione di reti antinsetto monofila o monoblocco, con chiusura anticipata rispetto ai primi spostamenti dell’insetto. Molto efficaci anche nella protezione da Drosophila suzukii.
- Intervenire con trattamenti su base di riscontri aziendali.
Misure preventive
-eliminare con la potatura i rami maggiormente infestati
-evitare eccessi di vigoria
-proteggere gli antagonisti naturali
Antagonisti naturali
Imenotteri
calcidoidei
coccinellidi
Principi fitosanitari e sostanze di base
Olio di paraffina CAS 97862-82-3
Piretrine
Spinosad
Misure preventive
-applicare sulla pianta ricoveri artificiali in cui le forficole possono essere intrappolate
-applicare sul tronco una colla a base di vischio per impedire alle forbicine di raggiungere i frutti.
Queste misure sono le uniche in grado di contenere il patogeno, in quanto al momento non esistono mezzi diretti di protezione.
Misure preventive
-scegliere cultivar meno suscettibili
-proteggere gli antagonisti naturali
-eseguire una raccolta completa senza lasciare frutti sulla pianta
Confusione o disorientamento sessuale
Monitoraggio o cattura massale con trappole con attrattivo attivate con deltametrina
Antagonisti naturali
Coleotteri, formiche, uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Beauveria bassiana
Olio di paraffina
Piretrine
Proteine idrolizzate
Spinosad
Misure preventive
-eliminare i frutti colpiti;
-effettuare la potatura per favorire la penetrazione della luce all’interno della chioma, allo scopo di uniformare la maturazione dei frutti per una raccolta più rapida e concentrata;
-anticipare, se possibile, il periodo della raccolta.
Monitoraggio e modelli
Monitoraggio degli adulti con trappole innescate con aceto di mele
Principi fitosanitari e sostanze di base
Olio di paraffina CAS 97862-82-3
Piretrine
Si ricorda che Spinosad utilizzato per altre avversità ha una buona efficacia anche nei confronti di Drosophila suzukii
Misure preventive
-con la potatura asportare rami secchi, sintomatici o deperiti
-favorire gli antagonisti naturali
-evitare cataste di rami secchi vicino alla coltivazione
Antagonisti naturali
Uccelli insettivori
Misure preventive
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Monitoraggio e modelli
Effettuare un costante monitoraggio dei voli attraverso l’uso di trappole a feromoni, al fine di razionalizzare l’uso dei prodotti fitosanitari
Confusione o disorientamento sessuale
Feromoni
((E,E)-8,10 dodecadien-1-olo),
(Z)-11-tetradecen- 1-il acetato,
(Z)-9 tetradecen-1-il acetato, dodecan-1-olo, tetradecan-1-olo)
Antagonisti naturali
Imenotteri
uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus thuringensis
Olio di paraffina CAS 64742-46-7
Olio di paraffina CAS 8042-47-5
Olio di paraffina CAS 97862-82-3
Piretrine