Normativa di riferimento
Le seguenti indicazioni tecniche fanno riferimento a quanto previsto dai Regolamenti dell’Unione Europea che normano gli ambiti dell’agricoltura biologica inerenti alle produzioni vegetali: Reg. UE 848/2018 (relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – obiettivi, principi e norme generali), il Reg. UE 1165/2021 (utilizzo di taluni prodotti e sostanze nella produzione biologica). Le disposizioni applicative si trovano nel DM 229771/2022 e vanno a completare il quadro normativo nazionale.
Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari i principi elencati in Allegato I (Sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari autorizzati per l’uso nella produzione biologica) del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche ed integrazioni, devono rispettare almeno le condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/2009). Condizioni più restrittive per l’uso nella produzione biologica sono specificate nella seconda colonna di ciascuna tabella.
Per quanto riguarda i concimi, ammendanti e nutrienti, l’elenco di matrici presenti in Allegato II del Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, viene integrato a livello nazionale dall’Allegato 13 (Elenco dei fertilizzanti idonei all’agricoltura biologica) del Dlgs. 75/2010 e successive modifiche.
Il MASAF mette a disposizione alcune Banche Dati sui prodotti commerciali impiegabili in agricoltura biologica consultabili liberamente sulla piattaforma SIAN ai seguenti link:
Vocazionalità
L’ambiente climatico
L’albicocco è una specie coltivata in un’area geograficamente molto estesa. Nonostante ciò le zone ecologicamente adatte sono abbastanza circoscritte. In Cina è tradizionalmente coltivato tra il 35°- 43° parallelo ad altitudini di 700-1.500 m, dove il clima è piuttosto asciutto e le piogge non vanno oltre i 500 mm/anno. Le temperature scendono anche sotto i 30°C e questo dimostra come questa specie sia piuttosto resistente ai freddi invernali. In Asia centrale e Asia minore è presente tra i 1.000 e 2.500 msm dove a nord le temperature scendono anche sotto ai -40°C. Non ci sono però “fluttazioni” tra alte e basse temperature come si verifica nel nostro clima. Le specie selvatiche si estendono fino al 52° parallelo come nelle foreste del Kazakistan. P. Sibirica e P. Mandshurica resistono anche a temperatura inferiori a 50°C. Si potrebbe pensare quindi che l’adattabilità di questa specie potrebbe essere maggiore di quanto attualmente si verifica nelle varietà coltivate. Il fabbisogno in freddo è molto variabile a seconda della provenienza delle cultivar tre le 300 e 900 ore. Ma il problema maggiore nei nostri ambienti, non è tanto il freddo invernale e le ore di freddo, quanto le gelate primaverili e soprattutto, negli ultimi anni, i periodi di temperature relativamente alte durante l’inverno che inducono le piante a uscire dalla fase di dormienza. I gruppi varietali eco-geograficamente differenziati all’interno di questa specie sono principalmente tre. Quello dell’Asia centrale, che include anche Pakistan e India del nord, molto antico, e molto ricco di forme si distingue per resistenza al freddo, fioriture tardive, auto sterilità prevalente, maturazione da maggio a settembre, ma sensibilità alla monilia e all’umidità. Il gruppo irano-caucasico che include anche Turchia, è meno resistente al freddo invernale, ha fioritura più precoce, basso fabbisogno in freddo. Un sottogruppo è rappresentato dalle varietà del nord Africa più adatte a climi caldi. Infine il gruppo che comprende le regioni più a nord della China il Kazakistan fino all’Ukraina. Le varietà europee fino a circa qualche decennio fa provenivano principalmente dal gruppo irano-caucasico e mostravano una limitata variabilità genetica come conseguenza della continua moltiplicazione agamica protratta per secoli a partire da pochi genotipi originari. I contatti più recenti e lo scambio di germoplasma con i paesi dell’Asia centrale ha arricchito in modo consistente l’assortimento varietale la cui conseguenza più evidente è l’estensione del periodo di raccolta di quasi due mesi. Si potrebbe pensare però che una maggiore conoscenza del germoplasma asiatico e l’uso, come parentali, di alcune varietà note per la fioritura tardiva e la limitata predisposizione ad interrompere la dormienza durante gli inverni più miti e alle fluttuazioni di temperature, possono contribuire a migliore maggiormente la adattabilità di questa specie al clima della nostra regione. In sostanza c’è una grande potenzialità di questa specie non ancora utilizzata.
Nella scelta degli ambienti in cui effettuare i nuovi impianti si consiglia di preferire le posizioni collinari, meno soggette alle gelate e ai ristagni di umidità, luminose e ben areate, evitando invece il fondovalle e le zone umide di pianura. Anche da un punto di vista qualitativo le aree collinari danno un prodotto sia relativamente alla colorazione dei frutti sia da un punto di vista organolettico migliore. La coltivazione collinare richiede spesso una maggiore difficoltà nella meccanizzazione e costi maggiori di produzione.
L’ambiente pedologico
I criteri per individuare il livello attitudinale dei suoli alla coltivazione dell’albicocco sono riportati in tabella 1. La valutazione è fatta ipotizzando che la coltivazione avvenga in condizioni irrigue e che il clima locale non sia fattore limitante. Le caratteristiche pedologiche considerate sono quelle non modificabili dalle normali operazioni agricole e prevedono l'impiego del portinnesto "mirabolano".
Tab. 1 - Criteri per individuare il livello attitudinale del suolo alla coltivazione dell’albicocco
Caratteristiche pedologiche |
Classe di attitudine |
||
molto adatto |
moderatamente adatto |
non adatto |
|
Profondità utile alle radici (cm) | > 80 | 50 - 80 | < 50 |
Drenaggio | buono | moderato | imperfetto, lento, molto lento |
Tessitura |
FL FSA – FA – FLA FS (S grossolana) – FS – FS (S fine) |
L S – SF A – AS – AL |
A (A molto fine), con caratteri |
Reazione (pH) | 6,5 - 7,5 |
5,4 - 6,5 7,5 - 8,8 |
< 5,4 > 8,8 |
Calcare attivo (%) | < 8 | 8 - 12 | > 12 |
Salinità (mS/cm) |
< 2 |
2 - 3 | > 3 |
Infrastrutture ecologiche
L’azienda biologica deve poter contare sul massimo controllo naturale dei parassiti e sul massimo isolamento da possibili fonti di inquinamento. Per tale motivo va promossa all’interno dell’azienda la realizzazione di infrastrutture ecologiche o “aree di compensazione ecologica”, cioè siepi o fasce di vegetazione adiacenti al campo coltivato che forniscano ospiti alternativi e siti rifugio per predatori e parassitoidi di insetti dannosi, aumentando in tal modo l’abbondanza dei nemici naturali e la colonizzazione delle colture confinanti che vanno dall’impianto di siepi con essenze arbustive, alla gestione di buffer zone attorno ai campi coltivati, alla semina di strisciate di colture a perdere, alla gestione degli sfalci nei fossi se esistenti.
Le infrastrutture ecologiche comprendono anche tutte le aree che sono protette mediante regolamenti delle autorità locali quali le aree di rifugio della fauna e flora, le aree di riequilibrio ecologico e le zone umide in pianura.
Si consiglia di considerare un’area complessiva investita ad infrastrutture ecologiche funzionale alla gestione aziendale.
Allo stesso tempo deve essere incrementata per quanto possibile la biodiversità ampliando il numero di specie coltivate, ma soprattutto favorendo la permanenza di specie autoctone all’interno di spazi che non devono interferire con la gestione delle colture, ma che devono rappresentare un rifugio per i predatori e gli ausiliari.
Sovescio
Il sovescio è una pratica che ha una certa diffusione in frutticoltura biologica e biodinamica. Anche in Emilia Romagna sono state condotte alcune prove sperimentali con risultati decisamente interessanti (P. A. Schiatti 2005). In linea di massima la tendenza è quella di utilizzare prevalentemente specie appartenenti a 3 gruppi principali:
- le leguminose per la capacità di azotofissazione;
- le graminacee per l’azione antilisciviante dell’azoto, di redistribuzione nel suolo e per incrementare il rapporto C/N;
- le crucifere per l’azione biocida.
A queste si aggiungono altre specie che hanno fondamentalmente la capacità di limitare la crescita della vegetazione spontanea per la loro rapidità di crescita, oltre a quello di aumentare la sostanza organica nel terreno, dopo l’interramento, e la quantità di elementi nutritivi. Talvolta l’effetto è eccessivo e competitivo anche per le specie seminate. Quindi occorre trovare le dosi e l’equilibrio giusto. Ogni specie ha un diverso grado di adattamento alle condizioni pedo-climatiche di ogni specifico territorio, così come alle variazioni riscontrabili da un anno all’altro. La tendenza è quindi quella di impiegare un numero ampio di specie. Le ditte sementiere propongono diversi tipi di miscugli che possono arrivare anche alle 15-20 specie anche certificate bio.
Famiglia | Specie | Clima e suolo |
Graminacee | Orzo | resistente al freddo, resistente alla siccità |
Avena | sensibile al freddo, rustica | |
Loiessa | resistente al freddo, sensibile alla siccità | |
Loietto italico | resistente al freddo, rustica | |
Segale | resistente al freddo, sensibile alla siccità ed ai terreni calcarei | |
Leguminose | Veccia sativa | sensibile al freddo, prostrata |
V. villosa - vellutata | resistente al freddo, resistente alla siccità, prostrata | |
Trifoglio bianco | resistente al freddo, buona res. alla siccità, autoriseminante | |
Trifoglio violetto | abbastanza res. al freddo, discreta res. alla siccità, no ristagno | |
Trifoglio alessandrino | sensibile al freddo, resistente alla siccità | |
Trifoglio incarnato | resistente al freddo, terreni sciolti non calcarei | |
Trifoglio squarroso | sensibile al freddo, adatto a terreni argillosi e siccitosi | |
Trifoglio persiano | sensibile al freddo, adatto a terreni argillosi e siccitosi | |
Pisello da foraggio | sensibile al freddo, meglio semine primaverili | |
Favino | sensibile al freddo, molto rustico adatto a terreni argillosi | |
Lupinella | resistente al freddo, adatto alla montagna, mellifero | |
Ginestrino | buona resistenza al freddo, resistenza a siccità e umidità | |
Lupolina | buona resistenza al freddo, adatta a terreni calcarei e profondi | |
Sulla | sennsibile al freddo, resistente al calcare ed alla siccità | |
Crucifere | Colza | resistente al freddo, resistente alla siccità |
Ravizzone | resistente al freddo, scarsa resistenza alla siccità | |
Senape bianca | resistente al freddo, resistente alla siccità ed al calcare | |
Senape nera | resistente al freddo, resistente alla siccità | |
Poligonacee | Grano saraceno | resistente al freddo, sensibile alla siccità, rapida crescita |
Idrofillacee | Facelia | rustica, rapida crescita, efficace contro malerbe, mellifera |
Gestione del terreno
Lavorazioni
I lavori di sistemazione e preparazione del suolo all’impianto devono essere eseguiti con gli obiettivi di salvaguardare e migliorare la fertilità del suolo evitando fenomeni erosivi e di degrado e vanno definiti in funzione della tipologia del suolo, delle colture interessate, della giacitura, dei rischi di erosione e delle condizioni climatiche dell’area. Devono inoltre contribuire a mantenere la struttura, favorendo un’elevata biodiversità della microflora e della microfauna del suolo ed una riduzione dei fenomeni di compattamento, consentendo l’allontanamento delle acque meteoriche in eccesso. A questo scopo dovrebbero essere utilizzati, se disponibili, gli strumenti cartografici in campo pedologico. Gli eventuali interventi di correzione e di fertilizzazione di fondo devono essere eseguiti nel rispetto dei principi stabiliti al capitolo della fertilizzazione. Quando la preparazione del suolo comporta tecniche di lavorazione di particolare rilievo sull’agroambiente naturale come lo scasso, il movimento terra, la macinazione di substrati geologici, le rippature profonde, ecc., queste operazioni devono essere attentamente valutate oltre che nel rispetto del territorio anche della fertilità, al fine di individuare gli eventuali interventi ammendanti e correttivi necessari.
Copertura vegetale dei suoli
In agricoltura biologica la gestione del suolo è fondamentale, in quanto risulta connessa con il contenuto in sostanza organica, il grado di umificazione, con l’equilibrio vegeto-produttivo delle piante e la tempestività nell’effettuare i trattamenti per la difesa. Negli impianti che hanno finito la fase di allevamento la pratica dell’inerbimento permanente, con essenze erbacee che coprano l’intero arco dell’anno è pratica ormai diffusa; questo consente di ottenere una buona presenza di insetti utili e, se ben gestito, di creare un ambiente ideale per la vita delle radici. La necessità di effettuare diversi trattamenti fitosanitari anche in epoche invernali e primaverili spesso comporta un compattamento del suolo particolarmente dannoso (la maggior parte dei processi vitali del suolo sono di tipo aerobico); per ovviare al problema è molto importante effettuare annualmente operazioni di decompattamento attraverso ripuntatori, arieggiatori ecc. Qualora il piano di gestione della fertilità preveda l’apporto di ammendanti e/o integrazioni fosfatiche è consigliabile l’apporto nel sottofila che va lavorato preferibilmente con scalza-rincalzatori al fine di minimizzare la competizione idrica. La copertura vegetale dei suoli dovrà essere gestita con concetti di integrazione di specie funzionali a:
- massima captazione dell’energia solare per favorire il sequestro del carbonio in quanto elemento principale della fertilità;
- regolazione della riduzione della lisciviazione dell’azoto con graminacee autunnali;
- competizione nella disponibilità di azoto nelle situazioni di eccessi vegetativi;
- arricchimento di azoto in situazioni di carenza con leguminose;
- miglioramento della struttura del suolo e riduzione del compattamento derivante dalla necessita di passaggi ripetuti in condizione di suoli saturi di acqua con specie ad apparato radicale espanso e/o profondo;
- favorire l’arieggiamento dei suoli e la migrazione di elementi della fertilità negli strati di maggiore attività radicale delle specie coltivate con specie ad apparato radicale profondo;
- organicare fosforo insolubile, in condizione di scarsa o insufficiente dotazione, con specie idonee;
- migliorare la struttura in modo che la disponibilità di carbonio sequestrato contribuisca ad un habitat favorevole all’entomofauna utile e ne favorisca la trasformazione in Humus stabile. Condizioni indispensabili per il miglioramento della fertilità e gestione della stanchezza dei suoli.
Per favorire la continua presenza di insetti utili e lo sviluppo radicale delle radici delle essenze erbacee è molto importante effettuare gli sfalci del cotico in epoca tardiva (almeno in primavera) ed anche a file alterne, agevolando la ricolonizzazione del cotico da parte degli organismi utili presenti nella parte non trinciata prima di passare nelle file rimaste.
Scelta varietale
La scelta varietale gioca un ruolo importante sia per gli aspetti produttivi che per la difesa dalle malattie per le produzioni biologiche e deve essere fatta valutando le specifiche condizioni pedoclimatiche in cui si opera. Per i nuovi impianti è fatto obbligo utilizzare materiale certificato (certificazione rilasciata dal vivaista autorizzato), come riportato nella Determinazione regionale n° 132 del 28/01/2019.
La scelta varietale deve essere orientata sulla base della potenziale resistenza o tolleranza varietale alle malattie in relazione alle specificità dei diversi areali di coltivazione.
ALBICOCCO– Lista varietale per la coltivazione biologica – Regione Emilia-Romagna
VARIETÀ |
RACCOLTA (± gg da Kioto) epoca di maturazione (20-25 giugno) |
EA5016* Tsunami® |
-38 |
Pricia* |
-38 |
Wonder Cot* |
-37 |
Nirosa 1* |
-24 |
Nirosa 2* |
-19 |
Flopria* |
-10 |
Delicot* |
-5 |
Gemma * |
- 2 |
Kioto* |
0 |
Harval* |
+4 |
BO 88617102* Petra® |
+8 |
Lady Cot* |
+8 |
AL119* Albinova® |
+18 |
Farbaly* |
+35 |
Farbela* |
+40 |
Farlis* |
+50 |
Farclo* |
+55 |
Note: ® marchio d’impresa; * varietà brevettata (brevetto italiano o UE)
EA5016* Tsunami
Portamento: standard assurgente Autofertilità: no Produttività: media Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore buono
Pricia
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura medio elevata, sovracolore 50%, sapore acidulo
Wondercot
Portamento: espanso Autofertilità: no Produttività: media Frutto: pezzatura media, sovracolore 30%, sapore buono, a bassa acidità
Nirosa 1
Portamento: standard espanso Autofertilità: sì Produttività: medio elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 20%, sapore buono
Nirosa 2
Portamento: standard assurgente Autofertilità: parziale Produttività: media Frutto: pezzatura elevata, sovracolore 50%, sapore buono
Flopria
Portamento: standard Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 30%, sapore medio
Delicot
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: media Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore molto buono
Gemma
Portamento: standard espanso Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura elevata, sovracolore 30%, sapore molto buono
Kioto
Portamento: standard Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore medio
Harval
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore medio
Petra
Portamento: standard espanso Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore buono, dolce
Ladycot
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura elevata, sovracolore 50%, sapore buono
Albinova
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: medio elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore buono, dolce
Farbela
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: media Frutto: pezzatura media, sovracolore 30%, sapore buono
Farbaly
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura elevata, sovracolore 30%, sapore buono
Farlis
Portamento: standard assurgente Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 50%, sapore buono
Farclo
Portamento: standard Autofertilità: sì Produttività: elevata Frutto: pezzatura media, sovracolore 10%, sapore buono, dolce
Sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa
Portainnesti
Lista portinnesti raccomandati
PORTINNESTO |
ESIGENZE PEDOLOGICHE |
RESISTENZA AVVERSITÀ |
COMPORTAMENTO AGRONOMICO |
Mirabolano da seme |
Adatto a vari tipi di terreno, in particolare quelli argillosi, limosi, tendenzialmente asfittici. |
Resistente alla siccità. |
Vigoroso, non affine con tutte le cultivar, induce eterogeneità di sviluppo. Estremamente pollonifero |
GF 677 con intermedio di pesco |
|
|
Fare attenzione alla scelta della varietà di albicocco in quanto non tutte le cultivar sono completamente affini al pesco. |
Mirabolano 29C |
Si adatta bene a tutti i tipi di terreno. |
Moderatamente resistente a Agrobacterium tumefaciens. |
Vigoroso, induce precoce fruttificazione e buona efficienza produttiva. |
Ishtara® Ferciana* |
Si adatta bene a terreni pesanti, calcarei, purché irrigui. |
|
Riduce la vigoria rispetto al Mirabolano, pur garantendo un buon rinnovo vegetativo e un discreto sviluppo del tronco. |
Materiale vivaistico
Certificazioni
In agricoltura biologica si può utilizzare solamente materiale di moltiplicazione certificato proveniente da agricoltura biologica. Considerata l’insufficiente disponibilità da parte del mercato di tale materiale per talune varietà, qualora non sia possibile reperire materiale di moltiplicazione certificato biologico, è consentito utilizzare materiale non biologico proveniente da agricoltura convenzionale richiedendo la deroga secondo apposita procedura (Banca Dati Sementi Biologiche – BDSB) https://www.sian.it/conSpeBio/consultazioneListe.xhtml
Conformemente alla procedura è autorizzata l’utilizzazione di materiale di moltiplicazione vegetativo non biologico, purché tale materiale di moltiplicazione vegetativo rispetti i seguenti vincoli:
- sia ottenuto senza l’uso di organismi geneticamente modificati e/o prodotti derivati da tali organismi;
- soddisfi i requisiti generali per la sua commercializzazione.
Certificazione genetico-sanitaria
Con il recente Dlgs del 2 febbraio del 2021 n.18 che ha recepito il regolamento UE 2016/2031 sono state definite le nuove categorie del materiale di moltiplicazione
- CAC (Conformità agricola europea) che lo standard minimo
- Certificato UE volontario, che corrisponde alla precedente categoria del virus tested
- QVI: qualità vivaistica italia, che corrisponde al precedente Virus esente (VE)
In realtà nel regolamento UE non è prevista quest’ultima categoria che è stata aggiunta nel decreto italiano per dare continuità alle produzioni di qualità sanitaria superiori sul modello di quanto seguito da alcuni paesi europei come Francia e Olanda le due nazioni che, insieme all’Italia si contendono il primato delle produzioni vivaistiche frutticole di qualità relativamente Quindi nei prossimi hanno gli astoni commercializzati avranno 3 tipi di etichette a seconda della qualità sanitaria del materiale. Per quanto riguarda il materiale VE, nel caso dell’albicocco, non c’è stata mai una produzione così spinta come per le pomacee. I Campi di Piante Madri ufficiali sono praticamente tutti certificati VE, ma a causa del rapido rinnovamento varietale solo una percentuale di astoni e in genere le cultivar più collaudate sono certificate VE, che comunque rappresenta il livello di maggiore garanzia sanitaria. Gli astoni certificati VE in Emilia Romagna sono stati negli utlimi anni tra 70.000-120.000 astoni in tutti i modi una produzione ragguardevole. La nuova normativa vivaistica prevede poi un nuovo regime di controlli nei vivai e nei CPM, in base alla recente legge 2017/625 che sarà operativa proprio dalla 2022 e che riguarda non solo gli organismi da quarantena ma anche tutti gli organismi considerati nocivi. Il vivaista anche nel caso di materiale CAC, cioè del livello minimo, non potrà solo autocertificar le proprie piante ma deve affidare ad un esperto il controllo dei vivai per garantire l’esenza dai patogeni più importanti. Nel caso, ad esempio, del PPV (Sharka) anche se non è più organismo da quarantena, i vivaisti devono commercializzare astoni che garantiscono la completa assenza di questo organismo.
Scelta della tecnica d'impianto
Tenuto conto di quanto riportato nella parte generale, vengono riportate in tabella le forme di levamento e le distanze di impianto consigliate.
Forme di allevamento e sesti d'impianto (m) consigliati per ALBICOCCO in relazione alla vigoria indotta dal portinnesto:
Forma di allevamento |
Vigoria dell’albero |
|
Elevata |
Media |
|
Vaso Libero |
5-5,5 x 3,5-4 m |
4,5-5 x 3-3,5 m |
Palmetta |
4 x 3,5-4 m |
4 x 3-3,5 m |
Candelabro |
4 x 3 m |
4 x 2/2,5 m |
IMPOLLINAZIONE
Si consigliano in genere varietà autofertili, ma in caso contrario i rapporti di consociazione dovranno essere del 10-15% di piante impollinatrici, intercalate lungo la fila; Nel caso di filari monovarietali tale rapporto dovrebbe risultare di un filare di impollinate ogni due di varietà da impollinare. Ovvio che in questo caso la varietà impollinatrice sarà anche una di quelle consigliate per il biologico. Dove è possibile, si consiglia di introdurre arnie di api, osmie o bombi (in ragione 7-8 arnie di api per ettaro e mille adulti di osmie per ettaro 3-4 arnie bombi per ettaro). Per non distrarre le api dai fiori e per favorire l’impollinazione, si consiglia di sfalciare il cotico erboso qualora le essenze presenti siano in fiore. Si è riscontrato spesso che anche nelle varietà autofertili una presenza consistente di api favorisce maggiormente l’allegagione.
Gestione della pianta e della fruttificazione
DIRADAMENTO
Si consiglia di effettuare il diradamento manuale con la massima tempestività, prima dell’indurimento del nocciolo. Per l'albicocco le cultivar precoci dovranno essere diradate prima di quelle a maturazione media e tardiva.
POTATURA
Potatura verde in pre raccolta
Nelle varietà medio-tardive gli interventi al “verde”, deve essere eseguita preferibilmente in giugno/ luglio, almeno prima di 15/20 giorni dalla raccolta, in funzione della vigoria delle piante, anticipando questa operazione nelle piante più deboli. Nelle varietà precoci, invece, si consiglia l’intervento in post-raccolta. Questo intervento deve essere finalizzato all’esportazione dei germogli vigorosi (succhioni) e al diradamento di quelli mal disposti, allo scopo di favorire una razionale intercettazione dell’energia radiante in tutta la chioma e una migliore lignificazione dei rami.
Potatura verde in post raccolta
Interventi di potatura con taglio di ritorno e di sfoltimento, eseguiti dopo la raccolta (fine luglio–inizio settembre), sono consigliati in quanto favoriscono una migliore cicatrizzazione dei tagli e riducono la comparsa di gommosi, rispetto agli abituali interventi invernali. Questo intervento tende a sottrarre alla pianta organi fotosintetici e quindi ad indebolirla perciò si suggerisce di valutare la possibilità di effettuarlo o meno in base alla vigoria dell’impianto. In ogni caso questo tipo di intervento non deve sostituire la potatura invernale in quanto le finalità delle due operazioni sono differenti.
Fertilizzazione
Fertilità del suolo
La fertilità del suolo deve essere funzionale agli obiettivi produttivi e predisposta di conseguenza.
Premesso questo, occorre, previa analisi dei suoli, predisporre un piano di gestione della fertilità del suolo. L’obiettivo è quello di creare le condizioni agronomiche funzionali alla disponibilità degli elementi nutritivi assimilabili, tenendo conto delle dinamiche che ne influenzano la disponibilità in funzione delle matrici organiche utilizzate e delle colture intercalari e dei sovesci previsti a tale scopo. Il piano di gestione della fertilità deve necessariamente tener conto della precessione colturale per valutare la fertilità residua e della fertilità naturale del terreno evidenziata dalle analisi.
La coltivazione biologica deve utilizzare prevalentemente concimi organici che contengano i tre principali elementi della fertilità: azoto, fosforo e potassio oltre ad una serie di altri meso e micro elementi.
Detto ciò, l’esigenza di apportare azoto determina la quantità di concimi organici che è necessario distribuire; le quantità di fosforo e di potassio sono conseguenti alle quantità distribuite per apportare azoto. Solo nel caso si debbano apportare quantità di fosforo e di potassio aggiuntive, queste possono essere distribuite attraverso fertilizzanti fosfatici e potassici di origine naturale.
Il calcolo delle esigenze è buona regola che sia basato sull’esecuzione di un bilancio che considera diverse voci fra cui la dotazione del terreno evidenziata tramite analisi, la precessione colturale ed eventuali residui della stessa, l’impiego di sovesci/cover crops e le presumibili asportazioni legate ai livelli produttivi.
Si consiglia di preferire l’interramento dei residui delle coltivazioni di graminacee rispetto all’asportazione. Si consiglia la distribuzione di ammendanti al terreno al momento della aratura o della lavorazione più profonda. Concimi organici commerciali possono essere distribuiti anche in occasione della preparazione del letto di semina a condizione che si conoscano i tempi di rilascio dell’azoto. Infine una quota di concimi organici deve essere distribuita dopo il trapianto per garantire l’apporto di nutrienti durante tutto il ciclo. In questo caso è preferibile l’apporto tramite fertirrigazione.
Irrigazione
L’irrigazione è fondamentale per garantire il regolare sviluppo della coltura.
Irrinet
Irrinet è il servizio irrigazione realizzato dal CER, a disposizione di tutte le aziende agricole dell'Emilia Romagna. È un servizio gratuito che fornisce consigli irrigui sul momento di intervento e sui volumi da impiegare per ottenere un prodotto di qualità risparmiando risorse idriche. Si basa sul metodo del Bilancio Idrico che viene calcolato ogni giorno con:
- i dati meteorologici forniti in tempo reale dall'Arpa-Simc (Servizio IdroMeteoClima);
- i dati pedologici forniti dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della RER;
- i dati di falda della rete di rilievo del Servizio Sviluppo Sistema Agroalimentare della RER elaborati da CER.
Il servizio è disponibile previa registrazione al seguente indirizzo:
Gestione del suolo e controllo delle infestanti
Gestione della vegetazione spontanea
Nei moderni impianti di albicocco il controllo delle infestanti è relativamente facile in quanto i sesti di impianto consentono agevoli lavorazioni meccaniche nel sottofila.
L’utilizzo del prato permanente è pratica diffusa; particolarmente utile è la corretta gestione del cotico finalizzata alla umificazione della sostanza organica, I processi umificativi prevedono, oltre alla presenza di carbonio, la presenza di umidità, presenza di micro-ossigenazione: queste condizioni sono indispensabili affinché la sostanza organica anziché ossidarsi vada verso l’humificazione stabile. Sappiamo che in inerbimenti che compattano il suolo le uniche essenze che riescono a sopravvivere sono quelle appartenenti alla famiglia delle graminacee; al contrario in prati arieggiati, soffici ben strutturati viene stimolata la crescita anche di essenze diverse che sono in grado di ampliare la gamma di microrganismi presenti compresi gli antagonisti di patologie. Inoltre in questi prati la nutrizione delle piante viene qualitativamente migliorata e nelle piante vengono stimolate le autodifese.
Gestione dei parassiti e delle malattie delle piante
In coltivazione biologica il ricorso alle sostanze attive avviene solo nei casi in cui le misure previste all'articolo 12 del Reg (CE) n. 834/2007 non consentano di proteggere adeguatamente la coltura da parassiti e malattie. Il piano di rotazione, di gestione del terreno e l’infrastrutturazione ecologica dell’azienda e degli appezzamenti coltivati deve tenere conto anche della necessità di evitare pressione eccessiva dei parassiti e dei patogeni.
La difesa diretta dalle patologie fungine, in agricoltura biologica, prevede l’impiego di prodotti che esercitano un’azione di copertura, impedendo l’insediarsi del patogeno al momento del suo arrivo sulla superfice fogliare, per esplicare il loro effetto devono quindi essere presenti sulla pianta prima che si verifichino le condizioni predisponenti la malattia.
Le sostanze attive ed i corroboranti con funzione di induttori di resistenza (chitosano) o di colonizzatori dell’ambiente (microorganismi) devono essere utilizzati con congruo anticipo per permettere alle piante di attivare le loro difese immunitarie o per permettere ai microorganismi di colonizzare la superfice dei vegetali.
La difesa diretta dai parassiti animali quali insetti ed acari prevede l’impiego di formulati commerciali che non sono dotati di lunga persistenza né di proprietà sistemiche (penetrazione nel sistema linfatico della pianta), per sfruttarne al meglio l’efficacia è quindi necessario che i prodotti di contatto colpiscano il bersaglio, mentre i prodotti che agiscono per ingestione devono essere distribuiti alla prima comparsa delle forme giovanili dell’insetto.
Le modalità di impiego dei prodotti fitosanitari
É ammesso l'uso delle sole sostanze attive autorizzate in agricoltura biologica ed elencate in Allegato - I Reg. UE 1165/2021 e successive modifiche, purché nel rispetto delle condizioni di uso specificate nell'allegato del Reg. (UE) n. 540/2011 (Reg. UE 1107/09). Per l’indicazione in relazione alla tipologia di avversità si rimanda alla Scheda per la difesa fitosanitaria.
Uso del rame in agricoltura biologica
Sono ammessi composti del rame sotto forma di idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico.
La revisione europea del rame (Reg. UE 1981/18) ha modificato i massimali ammessi secondo quanto segue: sono autorizzati esclusivamente gli impieghi che comportano un'applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni.
Con l’aggiornamento dell’Allegato II (Reg. UE 2019/2164) viene eliminata per i composti del rame l’indicazione inerente le condizioni per l’uso: “Massimo 6 kg di rame per ettaro l'anno. Per le colture perenni, in deroga al paragrafo precedente, gli Stati membri possono autorizzare il superamento, in un dato anno, del limite massimo di 6 kg di rame a condizione che la quantità media effettivamente applicata nell'arco dei cinque anni costituiti dall'anno considerato e dai quattro anni precedenti non superi i 30 kg”.
La modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari
Il controllo e la regolazione delle irroratrici devono essere eseguiti presso i Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale n.1862/2016.
Le aziende agricole in produzione biologica che applicano la Misura 11 del PSR 2014-20 e la Misura 214 – Azione 2 del PSR 2007-13, devono sottoporre le attrezzature aziendali per la distribuzione dei fitofarmaci, al controllo funzionale ed alla regolazione strumentale volontaria (“regolazione strumentale”), come definito dalla Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Per le aziende che aderiscono allo SRA29 a partire dal 1/1/2023 l’obbligo della regolazione delle irroratrici non è più in vigore; nonostante questa indicazione la regolazione delle irroratrici è fortemente consigliata. L’obbligo della regolazione permane per le aziende aderenti alla SRA19 – Azione 1.
Nota: sulla base di disposizioni assunte a livello regionale, si segnala che il collaudo dell’irroratrice dopo scadenza dell’attestato di conformità può essere rimandato a condizione che le previste operazioni di controllo funzionale e regolazione strumentale risultino attuate prima di qualsiasi trattamento eseguito successivamente alla scadenza dell’attestato stesso.
Ne deriva che nessun trattamento fitosanitario può essere eseguito con attestato di conformità scaduto.
Centri autorizzati dalla Regione ai sensi della Delibera della Giunta Regionale n.1862/2016.
Modelli previsionali
In Emilia Romagna è attivo un Servizio di previsione e avvertimento per le avversità delle piante https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-sostenibile-delle-produzioni/previsione/il-sistema-di-previsione/il-sistema che fornisce a tutte le aziende agricole le indicazioni sui momenti più opportuni per eseguire gli interventi di difesa. Il Servizio utilizza modelli previsionali matematici che, attraverso l'elaborazione di dati meteorologici, sono in grado di simulare giornalmente lo sviluppo di alcuni insetti fitofagi e malattie infettive. Le informazioni coprono tutto il territorio regionale su una griglia regolare di 5 x 5 Km. I risultati delle elaborazioni sono utilizzati per definire i consigli di difesa presenti nei bollettini settimanali di produzione biologica.
I modelli disponibili per gli insetti https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/difesa-sostenibile-delle-produzioni/previsione/insetti/i-modelli-di-sviluppo-a-ritardo-variabile-per-i-fitofagi sono in grado di descrivere la risposta della specie alla temperatura e forniscono curve di distribuzione di uova, larve, pupe e adulti per le diverse generazioni di ciascuna specie. Vengono utilizzati per individuare con la massima precisione il momento più corretto per posizionare i prodotti fitosanitari, gli erogatori per la confusione sessuale e le trappole per il monitoraggio.
I bollettini di produzione integrata e biologica sono disponibili all’indirizzo: Bollettini interprovinciali di produzione integrata e biologica 2022 — Agricoltura, caccia e pesca (regione.emilia-romagna.it)
Raccolta
Epoca
L’epoca di raccolta rappresenta un momento fondamentale della filiera produttiva, perché caratterizza e condiziona la qualità globale e la serbevolezza del prodotto.
La definizione dell’epoca di raccolta, tenendo conto della scalarità di maturazione dei frutti, della forte variabilità delle cultivar e della diversa reazione ai fattori pedoclimatici, è abbastanza difficile, tuttavia alcuni indici si sono dimostrati di facile applicazione e di sufficiente rispondenza fisiologica.
Per l'albicocco, si ricorda il colore della buccia e la durezza della polpa; a ciò si possono aggiungere il residuo secco rifrattometrico, l’acidità e il loro rapporto.
Poche indicazioni si posseggono, oggi, sui valori di questi indici riferiti alle diverse cultivar. Il colore, genericamente parlando, dovrebbe corrispondere allo stadio virante (passaggio dal colore verde al giallo) al fine di assicurare la necessaria serbevolezza mercantile.
Stadi di maturazione più arretrati sono assolutamente da scartare in quanto i frutti non raggiungono la piena maturazione ed avvizziscono. Stadi di maturazione più avanzati sono da rapportare alle situazioni distributive.
Modalità
Affinché larga parte della produzione raggiunga standard di qualità elevati è necessario, per la maggior parte delle cultivar, effettuare almeno due raccolte.
Nella fase di distacco dei frutti, di deposizione nei contenitori di raccolta e nel successivo trasferimento negli imballaggi, debbono essere adottate le precauzioni necessarie per non provocare contusioni e ferite.
Da evitare possibilmente la raccolta nelle ore più calde della giornata e l’esposizione al sole dei frutti raccolti.
Scheda per la difesa fitosanitaria
Misure preventive
-evitare consociazioni o eccessiva vicinanza con altre specie fruttifere suscettibili
-effettuare equilibrate irrigazioni;
-raccogliere i frutti attaccati;
-evitare di lasciare sull’albero frutti troppo maturi.
Note
Il costante monitoraggio della presenza dell’insetto, con l’impiego di trappole a feromoni, trappole cromotropiche gialle o bottiglie trappola con attrattivi, può essere utile per razionalizzare i trattamenti fitosanitari e ridurne il numero.
Misure preventive
-impiegare materiale di propagazione sano;
-scegliere varietà meno suscettibili
-evitare irrigazioni sopra chioma;
-effettuare concimazioni equilibrate;
-evitare ristagni di umidità nel pescheto;
-evitare la formazione di lesioni sugli organi vegetali;
-asportare le parti della pianta infette;
-eliminare foglie e frutti infetti caduti al suolo;
-disinfettare gli attrezzi di potatura;
-disinfettare e proteggere con mastici le ferite da grandine e le grosse superfici di taglio.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus subtilis
Bacillus amyloliquefaciens
Composti rameici
Corroboranti
Propoli
Note
Verificare la presenza dei sintomi della malattia nel frutteto durante tutto l‘anno e in particolare durante la potatura invernale e nelle prime fasi fenologiche successive alla ripresa vegetativa.
Misure preventive
impiegare materiale vivaistico sano e certificato;
-scegliere varietà meno sensibili;
-scegliere portinnesti poco polloniferi e rimuovere i polloni;
-contenere il vettore (Cacopsylla pruni);
-estirpare e distruggere le piante infette.
Queste misure sono le uniche in grado di contenere il patogeno, in quanto non esistono mezzi diretti di protezione.
Misure preventive
-scegliere varietà meno suscettibili;
-non eccedere con le concimazioni e le irrigazioni;
-evitare i ristagni idrici;
-asportare e bruciare i rami infetti.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Composti rameici
Principi fitosanitari e sostanze di base
Zolfo liquido
Note
Interventi con rame effettuati su altre avversità possono avere un effetto anche su maculatura rossa
Misure preventive
scegliere varietà meno suscettibili;
-effettuare concimazioni azotate equilibrate;
-effettuare irrigazioni equilibrate;
-eliminare le parti di pianta infette;
-favorire l’arieggiamento della chioma.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Polisolfuro di calcio
Zolfo
Idrogeno carbonato di potassio
Composti rameici
Corroboranti
Bicarbonato di sodio
Misure preventive
-scegliere portainnesti meno suscettibili;
-mantenere le piante in buono stato vegetativo;
-favorire il drenaggio del terreno ed evitare ristagni idrici;
-effettuare irrigazioni equilibrate;
-mantenere inerbito il terreno;
-evitare ferite all’apparato radicale;
-asportare e distruggere le piante fortemente debilitate;
-eliminare le radici infette e la parte di terreno contaminata dal micelio o dalle rizomorfe del fungo
- evitare il ristoppio
Corroboranti
Calce viva
Note
In caso di elevata pressione del patogeno le misure di controllo risultano spesso poco efficaci. In questi casi si consiglia di evitare il reimpianto di drupacee e altre colture arboree.
Misure preventive
scegliere varietà meno suscettibili;
-adottare sesti d’impianto e sistemi di allevamento che assicurano un buon arieggiamento della chioma;
-evitare eccessi di vigoria;
-effettuare irrigazioni equilibrate;
-effettuare la potatura verde per favorire l’arieggiamento della chioma;
-favorire il drenaggio del terreno;
-asportare ed eliminare i rami sintomatici e i frutti mummificati
Misure preventive
-scegliere varietà meno suscettibili;
-effettuare la potatura verde per favorire la penetrazione della luce e l’arieggiamento della chioma.
Misure preventive
-effettuare potature equilibrate;
-non eccedere con le irrigazioni;
-evitare eccessi di vigoria;
-mantenere il terreno inerbito;
-proteggere gli antagonisti naturali.
Confusione o disorientamento sessuale
Feromoni sessuali
Antagonisti naturali
Imenotteri braconidi (Paralitomastix variicornis, Apanteles xanthostigma)
cinciallegre ed altri uccelli
Principi fitosanitari e sostanze di base
Spinosad
Bacillus thuringensis sub spp. aizawai e kurstaki
Piretrine
Olio di paraffina
Note
Il costante monitoraggio dei voli, con l’impiego di trappole a feromoni, può essere utile per razionalizzare i trattamenti fitosanitari e ridurne il numero.
I feromoni impiegati per la confusione e il disorientamento sessuale risultano più efficaci quanto più estesa è l’area su cui sono impiegati. Applicare le trappole prima dell’inizio dei voli.
Misure preventive
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Antagonisti naturali
Imenotteri,
ditteri,
cinciallegre ed altri uccelli.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Oli di paraffina
Note
Effettuare un costante monitoraggio dei voli attraverso l’uso di trappole a feromoni, al fine di razionalizzare l’uso dei prodotti fitosanitari.
E’ consigliabile sfalciare l’erba prima del trattamento fitosanitario contro Archips podanus.
Misure preventive
garantire un buono stato vegetativo della pianta;
-evitare stress idrici e nutrizionali;
-effettuare frequenti irrigazioni estive per uccidere le larve presenti nel terreno in prossimità del tronco;
-applicare, intorno alla base della pianta per un raggio di almeno 50 cm, una pacciamatura (possibilmente biodegradabile) in modo da creare un ambiente umido pertanto ostile all’insetto;
- preferire i portinnesti meno sensibili
Principi fitosanitari e sostanze di base
Oli di paraffina
Spinosad
Steinernema carpocapsae
Note
Piretrine utilizzate per altre avversità possono avere un’ efficacia anche su Contarinia
Misure preventive
-eliminare le parti di pianta infestate;
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Antagonisti naturali
Ditteri,
imenotteri calcidoidei,
coleotteri carabidi e stafilinidi,
uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Bacillus thuringensis subspp. aizawai e kurstaki
Oli di paraffina
Piretrine
Note
L’applicazione sul tronco (a 1,5 m di altezza) di strisce collate per catturare le femmine attere che risalgono verso la chioma per deporre le uova può contribuire a limitare la popolazione. Alla fine dell’inverno è necessario togliere le strisce e raschiare la corteccia vicino al bordo delle strisce per asportare le eventuali uova lì deposte.
Misure preventive
- Controllare la presenza della cimice a partire da fine aprile e con particolare attenzione nelle fasi iniziali in prossimità dei possibili punti di ingresso nel frutteto (vicinanza ad edifici, siepi, ecc.). Eseguire i controlli anche nel periodo di raccolta nei frutteti adiacenti, che possono provocare massicci spostamenti della cimice. Nel frutteto controllare la presenza di adulti, ovature e forme giovanili, su foglie e frutti, con particolare attenzione alla parte alta delle piante (meglio nelle prime ore del mattino quando la cimice risulta meno mobile).
- Installare le trappole a feromoni di aggregazione sui bordi dell’appezzamento, a distanza di almeno 20-30 m tra loro. Le trappole all’interno dei frutteti possono comportare l’incremento delle popolazioni e dei danni nel raggio di azione del feromone (circa 6/8 metri). Le trappole facilitano il rilievo della presenza dell’insetto ma non forniscono una stima della popolazione.
- Consigliata l’installazione di reti antinsetto monofila o monoblocco, con chiusura anticipata rispetto ai primi spostamenti dell’insetto. Molto efficaci anche nella protezione da Carpocapsa e altri Lepidotteri
Principi fitosanitari e sostanze di base
Piretrine
Sali di potassio degli acidi grassi
Misure preventive
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali
Antagonisti naturali
Imenotteri
uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Oli di paraffina
Note
Effettuare un costante monitoraggio dei voli attraverso l’uso di trappole a feromoni, al fine di razionalizzare l’uso dei prodotti fitosanitari.
Misure preventive
-applicare sulla pianta ricoveri artificiali in cui le forficole possono essere intrappolate
-applicare sul tronco una colla a base di vischio per impedire alle forbicine di raggiungere i frutti.
Queste misure sono le uniche in grado di contenere il patogeno, in quanto al momento non esistono mezzi diretti di protezione.
Le lavorazioni sottofila possono limitare lo sviluppo delle popolazioni.
Note
Spinosad utilizzato per altre avversità nelle ore notturne ha buona efficacia sulle forficule.
Misure preventive
-eliminare i frutti colpiti;
-effettuare la potatura per favorire la penetrazione della luce all’interno della chioma, allo scopo di uniformare la maturazione dei frutti per una raccolta più rapida e concentrata;
-anticipare, se possibile, il periodo della raccolta.
Principi fitosanitari e sostanze di base
Piretrine
Note
l costante monitoraggio della presenza dell’insetto, con l’impiego di trappole alimentari innescate con aceto di mela, può essere utile per razionalizzare i trattamenti fitosanitari e ridurne il numero
Spinosad utilizzato per altre avversità ha buona efficacia sulla D. suzuki
Misure preventive
-eliminare le parti di pianta infestate;
-proteggere e favorire l’insediamento dei nemici naturali.
Antagonisti naturali
Anthocoris
Imenotteri braconidi
Uccelli insettivori
Principi fitosanitari e sostanze di base
Oli di paraffina
Misure preventive
-impiegare materiale vivaistico sano e certificato;
-scegliere varietà meno sensibili;
-estirpare e distruggere le piante infette.
Queste misure sono le uniche in grado di contenere il patogeno, in quanto non esistono mezzi diretti di protezione
Note
Effettuare controlli periodici e abbattere le eventuali piante sintomatiche